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Brexit. L’Europa ha ricevuto proposte di accordo alternative da Londra

Brexit. L’Europa ha ricevuto proposte di accordo alternative da Londra

K metro 0 – Londra – Il primo ministro della Finlandia (Paese che detiene la presidenza Ue), Antti Rinne, nella mattinata di giovedì aveva chiesto al Regno Unito di far pervenire alternative di accordo per la Brexit entro fine mese, altrimenti l’Unione non le avrebbe prese in considerazione. Rinne ha parlato al termine di un

K metro 0 – Londra – Il primo ministro della Finlandia (Paese che detiene la presidenza Ue), Antti Rinne, nella mattinata di giovedì aveva chiesto al Regno Unito di far pervenire alternative di accordo per la Brexit entro fine mese, altrimenti l’Unione non le avrebbe prese in considerazione. Rinne ha parlato al termine di un incontro con il presidente francese Emmanuel Macron a Parigi: “Se vogliono discutere le alternative all’accordo esistente, queste dovranno essere presentate entro la fine di questo mese”.

E così è stato visto che il governo britannico ha dichiarato poco dopo di aver inviato alcune proposte scritte per modificare l’attuale progetto di uscita dall’Ue. Sempre giovedì, è stato infatti annunciato l’invio di una serie di bozze (quindi non proposte formali) che ruotano attorno alle idee già avanzate dalla Gran Bretagna in queste settimane. Nonostante il premier britannico, Boris Johnson, insista sul fatto che ci si stia sforzando per raggiungere un accordo, l’Unione vorrebbe ascoltare idee più concrete. Per quanto riguarda le parole di Antti Rinne, Londra ha specificato che non seguirà una “data di scadenza arbitraria” ma invierà le proprie proposte formali solamente quando “saranno pronte”. Anche la Commissione europea ha confermato di aver ricevuto nuovi documenti dal governo britannico, nei prossimi giorni le parti cercheranno di trovare un compromesso. La portavoce Mina Andreeva ha specificato infatti che “dopo la ricezione dei documenti dal Regno Unito verranno intavolate discussioni di natura tecnica nei prossimi giorni sulle norme riguardanti la situazione doganale, i prodotti manifatturieri, l’ambito sanitario e fitosanitario”. Andreeva ha poi aggiunto che il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, è stato contattato telefonicamente dal premier Boris Johnson mercoledì scorso, dopo l’incontro a inizio settimana tra i due a Lussemburgo. Juncker, secondo quanto riferito da Andreeva, avrebbe confidato a Johnson che un “accordo è voluto e ancora possibile”. Oltre alle discussioni tecniche pianificate, il negoziatore dell’Ue per la Brexit, Michel Barnier, e il ministro per la Brexit britannico, Stephen Barclay, si incontreranno per un colloquio di ‘natura politica’.

Intanto, la Suprema Corte britannica sta cercando di esprimere il proprio parere sulla chiusura del Parlamento attuata da Johnson. La massima corte dovrà decidere se il primo ministro abbia infranto la legge quando ha deciso di mandare a casa i parlamentari per ben 5 settimane fino al 14 ottobre prossimo. L’ex sindaco di Londra, dal canto suo, ha parlato di una misura di routine, ma l’opposizione pensa abbia voluto impedire la valutazione del suo progetto per la Brexit, visto che la data per l’uscita dall’Unione europea è fissata al 31 dello stesso mese. Al termine dell’udienza di tre giorni, Brenda Hale, a capo della Corte Suprema, ha ribadito che il verdetto verrà dato “il prima possibile”, con la speranza di chiudere la pratica all’inizio della prossima settimana.  Se la corte dovesse dar ragione all’opposizione, Johnson potrebbe essere obbligato a riaprire il Parlamento.

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