K metro 0 – Berlino – La Germania vuole fissare il tetto massimo per il budget dell’Unione europea per il periodo di riferimento che va dal 2021 al 2027 all’1% dell’economia del continente mentre il Parlamento europeo avrebbe chiesto almeno l’1,3%. Uno scenario che vedrebbe Berlino contribuire con 10 miliardi in più ogni anno, secondo
K metro 0 – Berlino – La Germania vuole fissare il tetto massimo per il budget dell’Unione europea per il periodo di riferimento che va dal 2021 al 2027 all’1% dell’economia del continente mentre il Parlamento europeo avrebbe chiesto almeno l’1,3%. Uno scenario che vedrebbe Berlino contribuire con 10 miliardi in più ogni anno, secondo il documento rivelato in esclusiva da Reuters. Nello stesso si legge: “Condurremo le negoziazioni per il MFF (il bilancio pluriennale dell’Unione) sulla base dell’1% dei 27 Paesi membri del blocco”, questo il progetto che Berlino ha presentato ai colloqui ministeriali a Bruxelles ieri. “Con l’uscita del Regno Unito, uno dei maggiori contribuenti per quanto riguarda il MFF, gli Stati membri rimanenti dovranno aumentare il proprio apporto di conseguenza”.
La Germania è l’economia più forte dell’Unione europea e quella che contribuisce maggiormente alla cassa comune del blocco. Tra le altre cose avrebbe chiesto che le proprie regioni più in difficoltà possano beneficiare dei fondi di sviluppo dell’Unione senza che i Fondi di coesione possano gravare eccessivamente sulle loro spalle. Non solo, la volontà è quella di ottenere incentivi “più forti o addizionali” per affrontare la crisi dei migranti e per sostenere i progetti climatici. L’intera spesa dell’Ue, secondo Berlino, dovrebbe essere soggetta a condizionalità sullo stato di diritto, visto che gli aiuti a Polonia e Ungheria verranno ridotti dopo le accuse di violazione delle regole fondamentali sugli standard democratici. Germania e Francia hanno congiuntamente proposto che gli introiti provenienti dalla tassazione sulle transazioni finanziarie giochino un ruolo nel finanziare il budget dell’Eurozona in forma di entrate con destinazione specifica.
Il governo guidato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, intanto, nel fine settimana svelerà un pacchetto di misure sul taglio delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, comparate ai livelli del 1990. In questi giorni, i partiti di coalizione hanno raggiunto l’accordo su un ‘pacchetto climatico’, che costerà almeno 40 miliardi fino al 2023, secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco Welt am Sonntag e dall’agenzia Reuters. I funzionari di governo non sono ancora convinti della cifra che verrà investita ma concordano sulla necessità di prendere provvedimenti seri e in tempi brevi. I partner di coalizione – la CDU di Merkel, la CSU e i socialdemocrtici – da lungo tempo discutono sulle soluzioni per garantire alla nazione un futuro “green”. CDU e CSU, in particolare, vogliono assicurarsi che il peso economico delle misure non gravi sulle imprese tedesche mentre l’SPD vorrebbe proteggere i piccoli risparmiatori. Queste le parole di Merkel sulla faccenda, rilasciate nel suo consueto podcast settimanale: “Da una parte vogliamo che le misure di protezione del clima possano funzionare, facendoci raggiungere così il nostro obiettivo. Dall’altra siamo economicamente ragionevoli e dobbiamo far sì che tutta la popolazione possa permettersi di sovvenzionare queste misure”.