K metro 0 – Dubai – In Arabia Saudita un attacco di droni a due impianti petroliferi rischia di acutizzare ancora di più le tensioni nella regione, avendo dimezzato la produzione di greggio del regno. Gli Stati Uniti, infatti, hanno prontamente incolpato l’Iran per quanto accaduto ma Teheran ha respinto qualsiasi coinvolgimento. La situazione rimane
K metro 0 – Dubai – In Arabia Saudita un attacco di droni a due impianti petroliferi rischia di acutizzare ancora di più le tensioni nella regione, avendo dimezzato la produzione di greggio del regno. Gli Stati Uniti, infatti, hanno prontamente incolpato l’Iran per quanto accaduto ma Teheran ha respinto qualsiasi coinvolgimento. La situazione rimane comunque delicata visto che gli attriti riguardanti il patto sul nucleare permangono.
L’Iran ha definito le affermazioni degli Usa come “grandi bugie”, mentre un comandante del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica ha ribadito che le truppe a disposizione potrebbero colpire le basi militari americane in tutto il Medio Oriente, essendo in possesso di un intero arsenale di missili balistici. Da parte di un senatore statunitense, come riporta AP, è nata la proposta di colpire alcune raffinerie iraniane in risposta all’assalto, che è stato però rivendicato dai ribelli yemeniti Houthi (sostenuti dall’Iran). Il generale di brigata Amir Ali Hajizadeh ha commentato così la faccenda: “Quando due potenze entrano in contatto l’una con l’altra, l’ipotesi di un conflitto diventa reale. La situazione è delicata e la tensione è alta, la nostra regione è come una polveriera”. Le prossime azioni da entrambe le parti potrebbero portare a una vera e propria guerra, sul punto di esplodere da mesi visto quanto avvenuto nel Golfo Persico di recente. Erano già avvenuti misteriosi attacchi a delle petrolifere, per cui gli Stati Uniti avevano ancora una volta incolpato Teheran, e almeno un attacco delle forze israeliane nei confronti di quelle sciite in Iraq, senza contare l’abbattimento di un drone militare statunitense da parte dell’Iran.
L’attacco all’impianto petrolifero di Abqaiq avvenuto domenica ha portato all’interruzione della produzione di circa 5,7 milioni di barili di greggio al giorno, praticamente il 5% dell’approvvigionamento mondiale. Non è ancora chiaro quale sarà la risposta del Re Salman e del figlio, il Principe Mohammed bin Salman, considerando che è stato colpito il cuore dell’industria saudita. I prezzi del petrolio, tuttavia, non hanno ancora risentito di quanto accaduto visto che i mercati erano chiusi nel fine settimana. Gli analisti comunque credono che alla riapertura di lunedì i prezzi schizzeranno alle stelle. L’Arabia Saudita ha promesso di ‘tamponare le perdite’ con le proprie riserve ma non sono stati definiti né i dettagli né le tempistiche dell’operazione. Il segretario di stato Usa, Mike Pompeo, ha incolpato senza mezzi termini l’Iran su Twitter, non avendo prove a supporto della propria tesi. Queste le sue parole in merito alla vicenda: “L’ultimo attacco dell’Iran alla fornitura energetica mondiale non ha precedenti ed è avvenuto in un momento in cui si stava spingendo per la normalizzazione dei rapporti. Non vi sono prove della responsabilità dello Yemen”.