Brexit, Johnson incontra Juncker, cercando di rilanciare sull’accordo

Brexit, Johnson incontra Juncker, cercando di rilanciare sull’accordo

K metro 0 – Bruxelles – Il Premier britannico Boris Johnson ha oggi, 16 settembre, il primo incontro ufficiale col Presidente uscente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, nel tentativo di trovare un accordo adeguato all’attuazione, entro il 31 ottobre, della Brexit. I due leader si incontrano dopo che Johnson ha ribadito, più volte, l’intenzione di

K metro 0 – Bruxelles – Il Premier britannico Boris Johnson ha oggi, 16 settembre, il primo incontro ufficiale col Presidente uscente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, nel tentativo di trovare un accordo adeguato all’attuazione, entro il 31 ottobre, della Brexit. I due leader si incontrano dopo che Johnson ha ribadito, più volte, l’intenzione di lasciare la UE, entro il 31 ottobre, con o senza un accordo: intenzione che cozza pienamente col recente voto del Parlamento britannico, di approvazione di una legge che ribadisce l’impossibilità, per il Paese, di uscire all’insegna di un “No deal“.

Intanto, oggi, sul “Daily Telegraph“, il Premier comunque ha sottolineato di credere “appassionatamente” che si possa raggiungere un nuovo accordo con la UE, migliore di quello già negoziato a suo tempo da Theresa May (e più volte bocciato da Westminster) prima del vertice dei leader comunitari del 17-18 ottobre (giorni, questi, coincidenti, più o meno, anche con la riapertura del Parlamento britannico dopo la forzata chiusura voluta dal Premier e avallata dalla Regina).

L’UE, pur ribadendo più volte di essere poco disposta a modificare l’accordo sulla Brexit raggiunto col precedente Premier inglese, ha precisato di attendere comunque proposte nuove da Johnson, purché costruttive e tali da non stravolgere il testo del primo accordo. Punto principale di discussione è la nota clausola “Backstop”, volta a garantire che il futuro confine tra Ulster e Repubblica d’ Irlanda rimanga il più possibile aperto, senza blocchi, per non compromettere sia il processo di pace nell’ Irlanda del Nord (ancora lungi dal concludersi pienamente) che l’economia delle due Irlande. Ma i “Brexiteers” si oppongono al Backstop poiché Bruxelles intende vincolarlo alla permanenza della Gran Bretagna nello spazio doganale europeo; il che precluderebbe a Londra la conclusione di altri accordi commerciali, più vantaggiosi, con altri Paesi, USA in testa. La controproposta britannica di sostituire la “Backstop con “accordi alternativi” è stata respinta da Bruxelles.

Mentre i funzionari della UE iniziano ad essere impazienti nel trascinarsi della controversia sulla Brexit e della retorica di Johnson, quest’ultimo, addirittura, ha paragonato sé stesso all’incredibile Hulk, il celebre personaggio dei cartoons che riesce regolarmente a spezzare le catene che l’avvinghiano: paragone, questo, definito infantile dall’importante europarlamentare del Benelux Guy Verhofstadt, e criticato, su Twitter, dallo stesso Mark Ruffalo, l’attore interprete di Hulk al cinema.

Martedì 17 settembre, intanto, la Corte Suprema britannica giudicherà sulla costituzionalità della decisione di Johnson di chiudere il Parlamento per ben 5 settimane, sino al 14 ottobre La scorsa settimana, già l’Alta Corte civile di Scozia ha definito illegale la decisione di Johnson: pronuncia, però, invalidata dalla Suprema Corte di Londra, che ha escluso che un tema del genere, di alta rilevanza costituzionale, possa rientrare nelle competenze di un Tribunale civile, pur di alto livello.

Se la Suprema Corte del regno boccerà la sospensione dei lavori di Westminster, i parlamentari potranno essere richiamati nelle Camere già dalla prossima settimana. Molti legislatori temono comprensibilmente quelli che sarebbero, per l’economia, gli effetti devastanti di un’uscita dalla UE senza alcun accordo; e ricordano che la legge votata da Westminster prima della sua chiusura impegna il Governo – qualora non riuscisse a definire un adeguato accordo sulla Brexit – a chiedere a Bruxelles un nuovo rinvio dell’uscita, sino almeno a fine gennaio. Ma Johnson insiste di non voler chiedere un altro rinvio, anche se non è affatto chiaro come potrà impedire il precipitare della situazione. Il Segretario agli Esteri Dominic Raab ha provato, sempre oggi, a frenare l’irruenza del premier, ribadendo, alla BBC, che il governo conosce bene le implicazioni della legge votata dal Parlamento e le rispetterà senz’altro; anche se – ha aggiunto – cercherà comunque di “trovare delle scappatoie”.
Sui temi economici è intervenuto anche il direttore generale di Business Europe (la Confindustria europea), Markus J. Beyrer: dichiarando alla stampa che una Brexit “senza accordo è una ricetta per il disastro e dovrebbe essere assolutamente esclusa. Un’uscita disordinata del Regno Unito sarebbe estremamente dannosa per tutti. Provocherebbe danni ingenti per cittadini e aziende nel Regno Unito e nell’UE. Le conseguenze negative non si limiterebbero alla data di uscita, ma si trascinerebbero, mettendo in pericolo la relazione futura a cui tutti aspiriamo“.

A Bruxelles, intanto, Amelie de Montchian, il ministro francese titolare del Quay d’Orsay, intervenendo in occasione di un incontro dei ministri degli Esteri dei Paesi UE, ha ribadito – in linea con le posizioni dell’Unione – che si possono accettare le richieste inglesi di un nuovo accordo sulla Brexit solo se non metteranno in discussione la pace nell’ Ulster e l’integrità del Mercato comune europeo. “La Backstop – ha precisato la Montchian – è una polizza d’assicurazione”, essenziale per soddisfare ambedue queste esigenze.

di Fabrizio Federici

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