K metro 0 – Frankfurt – La Banca centrale europea ha iniziato ufficialmente questa settimana, le manovre di politica economica annunciate nei mesi scorsi. In particolare, ha immesso nel mercato nuovi stimoli per sostenere l’economia in un periodo storico ricco di incertezze legate al conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina e alla Brexit. La
K metro 0 – Frankfurt – La Banca centrale europea ha iniziato ufficialmente questa settimana, le manovre di politica economica annunciate nei mesi scorsi. In particolare, ha immesso nel mercato nuovi stimoli per sostenere l’economia in un periodo storico ricco di incertezze legate al conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina e alla Brexit.
La decisione è stata presa a seguito dell’ulteriore abbassamento dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali di tutto il mondo, inclusa la Federal Reserve. Gli interrogativi riguardano soprattutto gli esiti futuri, ovvero: quante operazioni del genere potranno ancora fare le banche centrali senza l’aiuto dei governi? Sono necessarie infatti riforme sulla spesa degli stati e riforme che agevolino le imprese. La Bce ha messo in atto ulteriori tagli ai tassi d’interesse, facendoli scendere ancora di più sotto lo zero. Nel pacchetto di misure che porta la firma del presidente uscente, Mario Draghi – che lascerà l’incarico a partire dal mese prossimo – il tasso sui guadagni provenienti dalle banche è sceso di un punto percentuale passando da -0,4% a -0,5%, fattore che potrebbe spingere le banche a prestare il denaro in eccesso.
La Banca centrale europea, che definisce le politiche economiche per i Paesi dell’Eurozona, ha anche annunciato che ricomincerà il programma di stimolo caratterizzato dall’acquisto di titoli di stato, che immette moneta nuova nel sistema finanziario, abbassando il costo dei prestiti e sostenendo l’economia. La spesa si aggira attorno ai 20 milliardi di euro al mese fino a quando sarà ritenuto necessario. La Bce ha esteso ulteriormente la propria promessa di mantenere i tassi ai minimi storici fino a che l’inflazione non arriverà all’obiettivo dichiarato, ossia poco sotto il 2%. Negli ultimi resoconti si assestava attorno all’1%. I mercati azionari sono pronti a rispondere positivamente alle misure introdotte già dalla prossima apertura.
La BCE si è unita alla Fed e alle banche centrali di molti altri Paesi – tra cui Cina, India e potenze economiche minori come la Turchia – nel rendere l’accesso al credito più conveniente. La Federal Reserve ha eseguito tagli ai tassi d’interesse a luglio per la prima volta in dieci anni, passando dal 2% al 2,25%. Gli esperti credono fortemente che ne possa effettuare altri, probabilmente durante il meeting del 17 e del 18 settembre. Draghi è riuscito a convincere della manovra i 25 membri del consiglio, nonostante lo scetticismo fatto trapelare nei mesi scorsi. Alcuni aspetti delle misure messe in atto, come il taglio dei tassi e l’acquisto di titoli di stato, sono state comunque ridimensionate rispetto alle attese. Il pacchetto assicura che le politiche monetarie di Draghi influenzino quelle future della Banca centrale, quando ne assumerà la guida Christine Lagarde. Quello di giovedì, infatti, è stato il suo ultimo incontro prima del termine del suo mandato (durato otto anni), fissato al 31 ottobre. Lagarde ha già avuto modo di fare i complimenti a Draghi per quanto fatto e ha appoggiato in pieno le ultime misure, durante il discorso che ha preceduto le votazioni per la sua nomina.