K metro 0 – Francoforte – Al tradizionale appuntamento mondiale della Fiera dell’Auto a Francoforte, iniziato ieri, l’industria automobilistica, quest’anno, si confronta col calo delle vendite dovuto, da un lato, alle incertezze del commercio mondiale causate anche dalla guerra dei dazi USA-Cina, dall’altro, con le pressioni dei Governi per ridurre le emissioni inquinanti, specialmente dei gas che possono
K metro 0 – Francoforte – Al tradizionale appuntamento mondiale della Fiera dell’Auto a Francoforte, iniziato ieri, l’industria automobilistica, quest’anno, si confronta col calo delle vendite dovuto, da un lato, alle incertezze del commercio mondiale causate anche dalla guerra dei dazi USA-Cina, dall’altro, con le pressioni dei Governi per ridurre le emissioni inquinanti, specialmente dei gas che possono far aumentare l’effetto serra. Non vanno dimenticate, poi le preoccupazioni degli operatori per i sintomi di recessione dell’economia tedesca iniziati a manifestarsi, come si temeva, quest’estate. A Francoforte sono stati presenti, nel 2017, tra le 800 e le 994 case automobilistiche; quest’anno non saranno da meno, comprendendo marchi europei e non come Alfa Romeo, Aston Martin, Peugeot, Citroen, Fiat, Jeep, Mitsubishi, Nissan e Toyota. Solo dalla Cina arriveranno ben 79 espositori.
La principale novità di quest’anno, così, è la presentazione, da parte della Volkswagen, di una serie di macchine, già pronte per il mercato, capaci di ridurre anzitutto l’emissione dei gas responsabili dell’effetto serra. A questa Fiera, inoltre, si stanno facendo sentire le proteste degli ambientalisti e delle lobbies di ciclisti e vari critici dell’industria automobilistica, che ai governi centrali e locali, chiedono una politica dei trasporti che vada più incontro alle loro esigenze, e ai dirigenti delle case automobilistiche di tenere conto di questi temi nelle loro discussioni interne.
Al centro dell’attenzione della Fiera sono i produttori europei di macchine: specialmente per le messe a punto dei nuovi veicoli elettrici a batteria che, prodotti su vasta scala (con auspicabile calo dei prezzi per i consumatori), entro il 2021 dovrebbero mettere un po’ tutti i Paesi europei in regola coi parametri fissati dall’accordo internazionale di Parigi del 2015, per quanto riguarda anzitutto le emissioni di biossido di carbonio, uno dei gas tra i primi responsabili dell’ effetto serra. Anche la Cina, oggi il più grande mercato automobilistico del mondo, sta esprimendo, – in seguito anche a pressione mondiali – una maggiore domanda di veicoli a basse emissioni inquinanti.
L’argomento più dibattuto nella preparazione di questa Fiera per spiegare la messa a punto, da parte dell’industria automobilistica, di tanti modelli nuovi di macchine a trazione elettrica è che i consumatori hanno bisogno di ampie possibilità di scelta, per cambiare a favore delle macchine elettriche le proprie abitudini di acquisto. Circa 20 modelli nuovi compariranno sul mercato europeo nel 2021, con la probabile messa in vendita di 400.000 vetture di fronte a un volume di vendite complessivo annuale di 15 milioni di auto. Al primo posto, in questa offerta, sarà la Volkswagen: verranno poi altre case, come la Honda, che in alcuni suoi modelli sostituirà gli specchietti con piccole telecamere, e la Daimler, probabilmente con nuove versioni della Smart e di altre macchine piccole. In ultimo, la Porsche sta mirando a perfezionare la Tela Modello S, una macchina coupé ad alte performances.
Le vendite complessive di macchine nel mondo quest’anno dovrebbero scendere, in totale, a 78,3 milioni, dagli 83 milioni dell’anno scorso. La guerra commerciale tra USA e Cina ha ostacolato la crescita economica cinese, e colpito i guadagni di importanti compagnie automobilistiche come la tedesca BMW e la Daimler, che da tempo producono auto negli USA proprio per esportarle in Cina. Il mercato europeo delle auto è cresciuto in complesso, l’anno scorso, solo dello 0,1%, nel generale indebolimento della crescita economica europea. Altro fattore negativo in arrivo per il settore automobilistico è, chiaramente, la Brexit: specialmente un’uscita della Gran Bretagna dall’ UE senza alcun accordo potrebbe danneggiare significativamente il flusso di affari tra Regno Unito ed Unione Europea, con l ‘imposizione di tutta una serie di barriere tariffarie da cui l’industria automobilistica è particolarmente vulnerabile.
di Fabrizio Federici