K metro 0 – Londra – Più di cento tra gestori di patrimoni, piattaforme commerciali e agenzie di investimento di Londra hanno ottenuto i permessi per gestire nuovi poli nell’Unione europea dopo la Brexit, come riporta Reuters. Le licenze sono concesse, di solito, da erogatori nazionali ma la European Securities and Markets Authority (ESMA) fa
K metro 0 – Londra – Più di cento tra gestori di patrimoni, piattaforme commerciali e agenzie di investimento di Londra hanno ottenuto i permessi per gestire nuovi poli nell’Unione europea dopo la Brexit, come riporta Reuters. Le licenze sono concesse, di solito, da erogatori nazionali ma la European Securities and Markets Authority (ESMA) fa sì che le società britanniche, che vogliono una base per mantenere rapporti con i clienti dell’Ue dopo l’uscita del Regno Unito (fissata al momento per il 31 ottobre), non vengano avvantaggiate. “Abbiamo potuto osservare spostamenti significativi di attività dal Regno Unito all’Ue. Il numero delle autorizzazioni rilasciate è superiore a 100”, ha spiegato la guida dell’ESMA, Steven Maijoor. “Alcune agenzie stanno attuando la delocalizzazione andando a rinforzare le entità già presenti nell’Unione europea”, ha poi aggiunto.
Londra è il centro finanziario d’Europa, ma il CME (Chicago Mercantile Exchange) ha trasferito il proprio mercato in Europa e la maggior parte dei propri affari da Londra alla nuova sede di Amsterdam, come farà anche la CBOE a partire da ottobre. La London Stock Exchange ha anch’essa spostato le proprie attività nella base di Milano, mentre Aquis aprirà una nuova sede a Parigi. Majoor ha spiegato che questi preparativi hanno messo parecchio in difficoltà il settore privato. Le incertezze del settore finanziario hanno portato ad una brusca frenata nella crescita economica della Capitale britannica, soprattutto negli ultimi tre mesi del 2018. I dati sperimentali forniti dall’Ufficio nazionale di statistica britannico, mostrano come le società finanziarie abbiano rallentato la crescita della città durante il trimestre. Questa situazione ha reso l’economia londinese stagnante nel periodo in questione, contrastando con l’effervescente trimestre precedente. Come riporta il Telegraph, i dati, che si riferiscono al periodo in cui Theresa May era impegnata nelle negoziazioni con l’Ue, rifletto un problema più ampio del settore finanziario britannico, dovuto soprattutto all’incertezza delle relazioni future con il blocco.
Nel frattempo, la Commissione europea ha pubblicato una lista di controllo dettagliata per aiutare le imprese che commerciano con il Regno Unito a ultimare i preparativi. Al fine di ridurre al minimo le perturbazioni degli scambi commerciali, tutte le parti coinvolte nelle catene di approvvigionamento con il Regno Unito – indipendentemente dal loro luogo in cui sono stabilite – dovrebbero essere consapevoli delle loro responsabilità e delle necessarie formalità nel commercio transfrontaliero. La comunicazione si riallaccia alle comunicazioni precedenti e ai 100 avvisi ai portatori di interessi in una varietà di settori. Tra le proposte anche quella di estendere l’approccio del regolamento di emergenza in materia di bilancio per il 2019 (regolamento (UE, Euratom) 2019/1197 del Consiglio) con una misura simile per il 2020. Ciò significa che il Regno Unito e i beneficiari britannici rimarranno ammissibili a partecipare ai programmi nel quadro del bilancio dell’UE e a ricevere finanziamenti fino alla fine del 2020 se il Regno Unito accetta e soddisfa le condizioni già previste nel regolamento di emergenza del 2019, versa il suo contributo di bilancio per il 2020 e consente che siano effettuati gli audit e i controlli necessari.