K metro 0 – Varsavia – La decisione di Trump di cancellare la prevista visita in Polonia del 1 e 2 settembre, per le celebrazioni degli 80 anni della Seconda guerra mondiale ha avuto l’effetto di un fulmine per il governo populista polacco, che contava fortemente sulla presenza del presidente degli Stati Uniti, come indiretto
K metro 0 – Varsavia – La decisione di Trump di cancellare la prevista visita in Polonia del 1 e 2 settembre, per le celebrazioni degli 80 anni della Seconda guerra mondiale ha avuto l’effetto di un fulmine per il governo populista polacco, che contava fortemente sulla presenza del presidente degli Stati Uniti, come indiretto sostegno in vista delle elezioni politiche di ottobre prossimo.
Donald Trump – informa AP – ha avuto un colloquio telefonico col Presidente polacco Andrzej Duda: scusandosi di non poter andare per la necessità di fronteggiare l’uragano “Dorian”, di categoria 4, di cui è previsto l’arrivo in Florida questo Week-End. Al suo posto andrà il Vicepresidente Mike Pence, anche per parlare, coi leader polacchi, di nuove possibili cooperazioni in campo militare ed energetico.
Alcuni esponenti dell’opposizione polacca, comunque, non hanno nascosto la loro soddisfazione per questo contrattempo, che priva il partito populista Legge e Giustizia, al potere da tempo, di un importante appoggio internazionale in vista delle elezioni prossime. I populisti, infatti, sono già avanti nei sondaggi, cavalcando l’onda del consenso popolare, cresciuta grazie al recente boom economico, e a politiche di Welfare più generose che in passato, di stampo scandinavo. E qualcuno ha anche interpretato il “disimpegno” di Trump, se non come un cambio di rotta nella politica USA verso Varsavia, quantomeno come un avvertimento a non contare troppo sul sostegno americano a spese di altre alleanze internazionali.
Ed è la seconda volta, in pochi giorni, che il Presidente americano cancella un impegno internazionale: dopo la visita in Polonia, infatti, sulla via del ritorno avrebbe dovuto fermarsi in Danimarca. Visita cancellata dopo la polemica sulla Groenlandia.
Per il governo polacco, la presenza di Trump avrebbe rappresentato un’occasione d’oro per sbandierare al mondo i recenti successi del Paese. Con questo governo, la Polonia, messo ormai in soffitta il ricordo degli stenti patiti sotto il regime comunista, è passata ad uno status di “mercato sviluppato”: proprio questa settimana, il Presidente Duda doveva annunciare che il Paese, nel 2020, sarà il primo, tra gli ex-regimi comunisti, a vantare un bilancio in attivo.
In effetti, questo governo – dove il potere si concentra nelle mani del premier Mateusz Morawiecki, del Presidente Duda e del leader di “Legge e Giustizia” Jaroslaw Kaczynski- ha anche fortemente ridotto la dipendenza energetica del Paese dal gas russo – gradualmente rimpiazzato da quello fornito da varie compagnie USA – e, pur senza abbandonare la tradizionale amicizia con Mosca, ha sviluppato – grazie anche alla mediazione israeliana – più strette relazioni militari con Washington.
Trump, ha sempre dimostrato di avere uno stretto rapporto col presidente nazionalista polacco Duda. In giugno, i due hanno firmato un accordo a Washington per l’invio di altri mille soldati americani in Polonia e l’apertura “in loco” di un comando statunitense; Duda ha detto addirittura di voler chiamare “Fort Trump” la nuova base Usa, e il capo della Casa Bianca ha lodato più volte la Polonia, notando che, a differenza di Berlino, Varsavia ha sempre speso per la difesa quanto richiesto dagli obiettivi della Nato.
Secondo fonti del “Washington Post”, comunque, lo staff di Trump aveva già cominciato a discutere della cancellazione del viaggio in Polonia subito dopo il suo ritorno dalla Francia. Il presidente era anche rimasto scontento della copertura che i media americani avevano riservato al G-7 di Biarritz: lamentandosi, su Twitter, che di un vertice da lui definito “un vero successo”, ben poco fosse stato riferito al pubblico statunitense. Insomma, la cancellazione della visita a Varsavia non significa che Trump attenui l’impegno nella complessa trama di relazioni geopolitiche ed economico-commerciali che gli USA, sin dai tempi di Bush Sr., hanno tessuto con i Paesi dell’Est. Mentre non è un mistero che Trump da tempo, pur senza guastare gli stretti rapporti con l’Ucraina, voglia spingere per favorire il ritorno della Russia nel club dei Paesi “G”, riportandolo ad 8 (e proprio questo, probabilmente, ha costituito uno dei principali motivi di divisione tra USA e altri membri del G-7 di Biarritz).
Intanto, Domenica 1° settembre, a Varsavia i leader di oltre 40 nazioni parteciperanno alle solenni cerimonie commemorative dell’80mo anniversario dell’inizio della Seconda guerra mondiale, che causò, in 6 anni, la morte di più di 70 milioni di persone e che ha cambiato per sempre la storia. La delegazione USA, guidata dal Vicepresidente Pence, comprenderà anche vari alti ufficiali delle Forze armate: che discuteranno con i polacchi di molte questioni, tra cui anche la possibile partecipazione di Varsavia alle missioni militari americane in Afghanistan e Iraq.
Ma non tutti, in Polonia, sono contenti dello sviluppo della cooperazione anche militare tra i due Paesi: Michal Baranowski, direttore dell’ufficio di Varsavia del German Marshall Fund think tank (organismo di studi politico militari nato, in Germania, in seguito allo storico piano Marshall postbellico), ha rilevato che questa cooperazione, anzi, “sarà una spina nelle relazioni polacco – americane per parecchie decadi in futuro” (il tutto va letto, osserviamo, con implicito riferimento alle possibili conseguenze, per la Polonia, di scelte troppo “filoatlantiche”: specie per quanto riguarderà le relazioni con la Russia).
di Fabrizio Federici