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Russia reticente sull’incidente nucleare di Nyonoska, ma trova successo nello spazio

Russia reticente sull’incidente nucleare di Nyonoska, ma trova successo nello spazio

K metro 0 – Mosca – Restano difficili da interpretare, i retroscena dell’incidente avvenuto l’8 agosto nella base della marina russa di Nyonoksa, sul Mar Bianco: retroscena che il comportamento delle autorità russe, nel complesso, non contribuisce molto a chiarire. L’agenzia statale di monitoraggio meteorologico e ambientale della Russia, riferisce AP, ha pubblicato, lunedì 26 agosto, nuovi dettagli su un breve

K metro 0 – Mosca – Restano difficili da interpretare, i retroscena dell’incidente avvenuto l’8 agosto nella base della marina russa di Nyonoksa, sul Mar Bianco: retroscena che il comportamento delle autorità russe, nel complesso, non contribuisce molto a chiarire. L’agenzia statale di monitoraggio meteorologico e ambientale della Russia, riferisce AP, ha pubblicato, lunedì 26 agosto, nuovi dettagli su un breve picco di radioattività registrato, nella zona, dopo l’esplosione, in cui sono rimasti uccisi due militari e cinque ingegneri nucleari, e feriti altri sei.

Le autorità hanno riferito di un aumento dei livelli di radiazioni, a causa dell’esplosione, nella vicina città di Severodvinsk sostenendo, però, che non costituiva alcun pericolo. Sempre il 26 agosto, l’altra agenzia di monitoraggio meteorologico e ambientale “Rosgidromet” ha dichiarato che il breve aumento dei livelli di radiazione dopo l’8 agosto è stato causato da una nuvola di gas radioattivi, contenenti isotopi di bario, stronzio e lantanio, diffusisi nell’area: di queste radiazioni non sarebbe stata trovata traccia nei campioni di aria e di terra prelevati.

Il Governo ha affermato che i livelli radioattivi più alti registrati nella zona dall’ 8 agosto in poi non costituivano alcun pericolo per i cittadini, essendo molte volte inferiori a quelli cui un passeggero è esposto su un normale volo aereo a lungo raggio. Il ministero della Difesa ha negato qualsiasi perdita di radiazioni nucleari anche quando l’amministrazione locale di Severodvinsk ha riferito, invece, di un aumento dei livelli di radiazione, e ha consigliato ai residenti di rimanere in casa (mossa, questa, che ha spinto i cittadini, spaventati, ad acquistare di corsa iodio, sostanza che può aiutare a ridurre i rischi derivanti dall’esposizione alle radiazioni).

I media russi hanno riferito, poi, che le vittime dell’esplosione, morti e feriti, avevano ricevuto alte dosi di radioattività; e che gli operatori sanitari dell’ospedale cittadino di Arkhangelsk, che avevano curato tre dei feriti, hanno testimoniato di non essere stati avvertiti che avrebbero trattato persone esposte alle radiazioni, e che mancavano anche di equipaggiamento di protezione elementare. “Sono stati abbandonati e lasciati a badare a sé stessi“, ha detto il “Moscow Times” del 26 agosto citando Igor Semin. un chirurgo cardiovascolare dell’ospedale che ha criticato le autorità in un post sui social network, per non essere riuscite a mettere in guardia i lavoratori dell’ospedale sui rischi mortali. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che le autorità esamineranno la questione.

Queste dichiarazioni contraddittorie da parte delle autorità, e la loro complessiva riluttanza a rivelare i dettagli dell’esplosione rendono inevitabili i paragoni con la copertura, da parte dei sovietici, dell’esplosione e dell’incendio del 1986 nella centrale ucraina di Chernobyl, peggior disastro nucleare che ha colpito l’Europa. Si comincia, tuttavia, a sapere di più sul tipo esatto di armamento nucleare esploso a Nyonoska.

Alexei Karpov, inviato della Russia alle organizzazioni internazionali di Vienna, ha dichiarato lunedì 26 agosto, all’ Organizzazione per il Trattato sul divieto dei test nucleari, che “il tragico incidente che si è verificato non ha nulla a che fare con i test nucleari”.  I test in corso nella base, però,” erano legati allo sviluppo di armi, che dovevamo iniziare a creare come una delle misure di ritorsione in relazione al ritiro unilaterale degli Stati Uniti dal Trattato sui missili anti-balistici nel 2002″, secondo una dichiarazione scritta del ministero degli Esteri russo.

I funzionari ministeriali hanno affermato che l’esplosione a Nyonoksa si è verificata durante i test di una “fonte di energia isotopica nucleare” di un motore a razzo. Descrizione che, pur nella sua vaghezza, ha portato molti a concludere che il test ha coinvolto una delle armi più segrete della Russia: il “Burevestnik (Storm Petrel)”, missile da crociera potenziato chiamato in codice “Skyfall” dalla NATO.

Le cose, per la Federazione russa, decisamente stanno andando meglio nello spazio. L’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale, il 26 agosto ha trasferito con successo una capsula spaziale “Soyuz” in un altro porto di attracco, per facilitare l’appuntamento con un altro veicolo spaziale.

La manovra è seguita al fallito attracco di sabato del veicolo senza pilota MS-14 Soyuz. Il tentativo di attracco è stato interrotto per un sospetto problema tecnico di un sistema di controllo automatizzato a bordo della stazione spaziale: un altro tentativo, comunque, sarà effettuato oggi, 27 agosto.

Lunedì, Alexander Skvortsov dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, Drew Morgan della NASA, e Luca Parmitano, dell’Agenzia spaziale europea, hanno indossato tute spaziali e sono saliti nell’ altra capsula Soyuz MS-13, che fungeva da scialuppa di salvataggio alla stazione per guidarla verso un altro porto di attracco.

La manovra ha lo scopo di facilitare il nuovo tentativo di attracco di oggi del Soyuz MS-14: il quale trasporta un robot umanoide russo, chiamato Fedor, che eseguirà due settimane di test a bordo della stazione spaziale.

L’obiettivo principale della missione è verificare la compatibilità del veicolo spaziale con una versione modernizzata del razzo booster Soyuz. che sarà utilizzato per il lancio di equipaggi all’avamposto in orbita a partire dalla prossima primavera.

 

di Fabrizio Federici

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