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Nave ong Eleonore salva 101 naufraghi, ma il Viminale conferma il divieto di ingresso in Italia

Nave ong Eleonore salva 101 naufraghi, ma il Viminale conferma il divieto di ingresso in Italia

K metro 0/Jobsnews – Roma – La nave Eleonore, battente bandiera tedesca e gestita dalla ong, sempre tedesca, Mission Lifeline, rischia di diventare il nuovo caso migranti sul tavolo del governo già in piena crisi. La nave ha soccorso 101 migranti al largo delle coste libiche, che erano “a bordo di un gommone che stava affondando”,

K metro 0/Jobsnews – Roma – La nave Eleonore, battente bandiera tedesca e gestita dalla ong, sempre tedesca, Mission Lifeline, rischia di diventare il nuovo caso migranti sul tavolo del governo già in piena crisi. La nave ha soccorso 101 migranti al largo delle coste libiche, che erano “a bordo di un gommone che stava affondando”, e si è diretta “verso nord” alla ricerca di un porto sicuro dove farli sbarcare. L’ong ha denunciato su Twitter che la Guardia costiera libica aveva “minacciato” l’equipaggio della nave tedesca e si era avvicinata a una distanza di 50 metri, causando il nervosismo delle persone soccorse, che pensavano che sarebbero stati riportati in Libia ed “era ciò che non volevano”. “Oggi l’equipaggio di Eleonore ha fatto un ottimo lavoro”, ha twittato Claus-Peter Reisch, il direttore dell’ong. “Ora – ha aggiunto – stiamo cercando un porto sicuro. Abbiamo chiesto al governo federale di occuparsene. Spero che le persone possano sbarcare presto”. L’equipaggio “si è premurato tutta la notte che nessuno cadesse in mare”. Alle persone tratte in salvo sono stati distribuiti “tè e barrette energetiche”. Il medico della nave le sta assistendo nel piccolo ambulatorio di bordo. Il ponte è stato coperto da un telone perché ci sono pochi posti all’ombra. “Malta ci nega la fornitura di acqua e cibo” denuncia più tardi Claus Peter Reisch, capitano della Eleonore. “Malta vuole che i rifugiati e l’equipaggio muoiano di sete sulla Eleonore”, lamenta la ong cui è stato negato l’ingresso nelle acque dell’isola.

Il Viminale esulta per la chiusura dei porti condivisa dai ministri Trenta e Toninelli

Dopo Matteo Salvini ed Elisabetta Trenta, anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli ha firmato il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque italiane per la nave Eleonore, battente bandiera tedesca. Del divieto, fanno sapere fonti del Viminale, verrà informato il presidente del Consiglio e il contenuto notificato al capitano della nave. Eleonore, informano le stesse fonti, “ha lasciato la zona sar libica ed è diretta verso Nord. Soddisfazione del Viminale, per la ritrovata compatezza del governo a fronte dell’ennesimo tentativo di avvicinamento alle acque italiane di una Ong tedesca”. La firma del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, sul divieto di ingresso transito e sosta nelle acque italiane per la nave Eleonore, battente bandiera tedesca è tuttavia” un atto dovuto”. È quanto si apprende da fonti della Difesa che spiegano come la firma del ministro abbia esclusivamente motivazioni tecniche.  “Mentre contiamo decine di morti nel Mediterraneo, Salvini chiude i porti a chi ha salvato 101 esseri umani e annuncia che anche Elisabetta Trenta ha sottoscritto la scelta, mentre Conte tace. Per me discontinuità significa prima di tutto smetterla con queste politiche disumane. Subito” scrive polemicamente su Twitter Matteo Orfini, ex presidente Pd e attuale deputato.

Sono una quarantina i migranti morti o dispersi nell’affondamento di un barcone al largo delle coste libiche. Lo ha detto il portavoce dell’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), Charlie Yaxley. E a quanto pare sono state salvate circa 60 persone. “Terribili notizie di perdite di vite potenzialmente significative in un naufragio al largo delle coste della Libia”, ha detto Charlie Yaxley in un tweet aggiungendo che “circa 60 persone sono state salvate e riportate a riva. Si stima che almeno 40 persone siano morte o disperse”, ha riportato la France Presse. Le fragili barche sovraccaricate di migranti che cercano di raggiungere l’Europa si capovolgono regolarmente al largo delle coste libiche. Alcune organizzazioni umanitarie hanno noleggiato navi per aiutare i migranti a una vita migliore in Europa. Ma poi hanno difficoltà a far accettare i passeggeri dai vari paesi dell’Unione Europea. “Inaccettabile. Queste morti non possono essere considerate fatalità o danni collaterali. Deve essere ripristinato al più presto il sistema di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo. Massimo supporto a ONG impegnate a riempire il vuoto umanitario”. Così su twitter la portavoce dell’Unhcr, Carlotta Sami, sul nuovo naufragio davanti alle coste libiche. “Stiamo assistendo i sopravvissuti in Libia. Insostenibile assenza di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. Stimiamo circa 900 morti quest’anno”, aggiunge Sami.  “E’ davvero inaccettabile che continuino a morire essere umani in mare. Assurdo che tra i morti di ieri notte al largo della Libia come riferisce l’Oim ci siano ancora una volta bambini”. Lo dichiara Andrea Iacomini portavoce dell’Unicef Italia. “Come fa a mancare un sistema di sistema di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo? – aggiunge – L’Europa si attivi al più presto per ripristinarlo contro questa crisi umanitaria senza precedenti”. “E’ una strage degli innocenti”, conclude.

Intanto, la nave Ocean Viking, gestita da SOS Méditerranée e Medici senza frontiere (Msf), è arrivata a Marsiglia, nel sudest della Francia, dopo una prima missione in cui ha salvato 356 persone al largo delle coste della Libia. L’imbarcazione, che ha preso il posto dell’Aquarius, privata della bandiera alla fine del 2018, nel primo pomeriggio era pronta all’attracco nel porto di Marsiglia, da cui era salpata il 4 agosto. La Ocean Viking è rimasta per oltre 12 giorni fra Lampedusa e Malta, che ha alla fine accettato venerdì sera di far sbarcare i Migranti a bordo in seguito a un accordo di ripartizione raggiunto fra diversi Stati Ue. La nave resterà qualche giorno al molo e poi, fanno sapere dei responsabili delle due ong a bordo, intende ripartire “nel corso del fine settimana” prossimo per una nuova missione.

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