K metro 0 – Parigi – Il 25 agosto di settantacinque anni fa, Parigi veniva liberata dall’occupazione nazista. Dopo oltre quattro anni, e con un costo in vite umane stimato sui 5 mila caduti, il tricolore francese, cucito con dei semplici pezzi di carta colorata, tornò a sventolare sulla Tour Eiffel, sostituendo la svastica nazista.
K metro 0 – Parigi – Il 25 agosto di settantacinque anni fa, Parigi veniva liberata dall’occupazione nazista. Dopo oltre quattro anni, e con un costo in vite umane stimato sui 5 mila caduti, il tricolore francese, cucito con dei semplici pezzi di carta colorata, tornò a sventolare sulla Tour Eiffel, sostituendo la svastica nazista.
Hitler la voleva rasa al suolo. A metà dell’agosto 1944 il dittatore, forse in preda ad una delle sue famose crisi di rabbia, aveva ordinato al comandante militare della città, generale Dietrich Von Choltitz, di distruggere Parigi. Il generale però non obbedì all’ordine, arrendendosi agli Alleati.
L’occupazione nazista era iniziata il 10 giugno 1940, giorno in cui anche Mussolini dichiarò l’entrata in guerra dell’Italia. I nazisti entrarono a Parigi con un corteo trionfale, attraversando l’Arco di Trionfo e immortalando Hitler sia in testa alla parata sia, quasi come fosse un comune turista, sulla Terrazza del Trocadero, con la Tour Eiffel alle spalle. I danni dell’occupazione furono relativi, mentre invece la popolazione visse per 50 mesi tra fame, privazioni e umiliazioni.
Oggi, saranno i pompieri di Parigi ad issare il tricolore sulla Tour Eiffel, durante la cerimonia per il ricordo della Liberazione, durante la quale si potrà assistere anche alla parata militare.
Il presidente Macron sarà assente: si trova a Biarritz, in Costa Azzurra, per l’incontro del G7 con i principali capi di Stato mondiali, al tavolo per discutere dell’Unione Europea, prima fra tutti la Brexit, oltre che per discutere i temi legati all’economia mondiale e clima.
Mentre in Italia, a Fivizzano nella provincia di Massa Carrara, oggi, il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e il presidente della Repubblica Federale di Germania, Frank Walter Steinmeier, sono arrivati per la cerimonia di commemorazione del 75° anniversario dell’eccidio di Vinca, che durante la Seconda Guerra Mondiale, tra il 24 e il 27 agosto 1944, contò 173 vittime dei nazisti e un disperso tra la popolazione civile. I due Capi di Stato, ricevuti dal comitato di accoglienza composto dal presidente della Regione Enrico Rossi, il sindaco Gianluigi Giannetti, il presidente della Provincia di Massa Carrara Gianni Lorenzetti e il prefetto di Massa Carrara Paolo D’Attilio, sono stati invitati per l’inaugurazione di una targa posta in via Umberto I che ricorda quei fatti, seguita da successiva cerimonia pubblica, in piazza Vittorio Emanuele.
Il presidente italiano Mattarella ha ricordato che: “siamo qui per rendere omaggio a vittime, a comunità, a luoghi, verso i quali, durante la Seconda guerra mondiale, la disumanità nazifascista manifestò tutta la propria ferocia. Presidente Steinmeier, l’Italia Le è grata per avere voluto intervenire qui, oggi, alla commemorazione del 75° anniversario delle stragi perpetrate nel Comune di Fivizzano. La Sua sensibilità nei confronti del valore della memoria è nota”. – Mattarella ha poi proseguito: “La guerra totale di annientamento, che il regime nazista riservava ai popoli sottomessi, non risparmiò la Lunigiana. La disumanità, il terrorismo senza scrupoli praticato dalle SS e dai brigatisti neri repubblichini, ha crudelmente segnato la vita di questa parte d’Italia, della sua gente”.
Il presidente tedesco Steinmeier ha detto nel suo discorso: “E’ infinitamente difficile per un tedesco e per un presidente federale tedesco venire qui e parlarvi. Ma sono profondamente grato di essere qui oggi per percorrere assieme il cammino della commemorazione per un futuro migliore” e “non possiamo capire l’odio che 75 anni fa spinse i tedeschi a tali atrocità mettendo a ferro e fuoco questo territorio, saccheggiando e uccidendo. La loro missione era chiara: vendicarsi dei partigiani. Ma fu una vendetta disumana che colpì soprattutto donne, bambini e anziani”; queste le parole del presidente tedesco Steinmeier, salutato al termine del suo discorso dal pubblico che si è alzato in piedi per applaudirlo.