K metro 0 – Frankfurt – L’economia europea vede all’orizzonte più ostacoli alla propria crescita, dalle tensioni commerciali USA-Cina ai recenti rallentamenti dell’industria tedesca, e, pertanto, attende con ansia le nuove misure di stimolo che proverranno dalla Banca Centrale Europea. Infatti, da un lato, nel secondo trimestre 2019, l’Eurozona è cresciuta appena dello 0,2%, con
K metro 0 – Frankfurt – L’economia europea vede all’orizzonte più ostacoli alla propria crescita, dalle tensioni commerciali USA-Cina ai recenti rallentamenti dell’industria tedesca, e, pertanto, attende con ansia le nuove misure di stimolo che proverranno dalla Banca Centrale Europea.
Infatti, da un lato, nel secondo trimestre 2019, l’Eurozona è cresciuta appena dello 0,2%, con il suo più rilevante Stato membro, la Germania, che ha registrato un calo che presuppone l’inizio di una fase di recessione; mentre, dall’altro lato, il commercio globale continua a indebolire la posizione dei produttori UE per l’incertezza derivante dalla guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina, dai cambiamenti strutturali del settore automobilistico (passaggio a motorizzazioni elettriche/ibride), sino al rischio di una sempre più probabile uscita “No-deal” della Gran Bretagna dal libero mercato dell’Unione.
In tale contesto, già lo scorso 25 luglio, la BCE aveva anticipato di voler attivare shock positivi all’economia, con l’azione combinata di riduzione dei tassi e di nuove acquisizioni di titoli, in quanto un loro avvio congiunto è ritenuto di gran lunga più efficace rispetto a politiche espansive effettuate singolarmente e/o a scaglioni.
Al fine di ottenere i massimi risultati dalle misure richiamate, la BCE continua ad auspicarsi che nel frattempo gli Stati membri adottino riforme in favore delle imprese, mediante l’abbattimento della burocrazia e dei suoi costi, nonché l’adozione di spese a sostegno delle infrastrutture. Al contrario della Germania, sia il Fondo monetario internazionale, sia il Tesoro degli Stati Uniti, ritengono altamente opportune politiche di spesa in uno scenario, come quello di medio periodo, connotato da tassi di riferimento molto bassi, se non addirittura negativi.