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Brexit, Johnson tra Berlino e Parigi cerca di definire migliori condizioni

Brexit, Johnson tra Berlino e Parigi cerca di definire migliori condizioni

K metro 0 – Londra – Boris Johnson ha dichiarato il 22 agosto a Parigi, al fianco di Emmanuel Macron, di “voler” trovare un accordo sulla Brexit. “Voglio un accordo”, ha detto Johnson alla stampa all’Eliseo, al termine dell’incontro con il Presidente francese: aggiungendo di essere stato “molto incoraggiato” in questo senso dall’altro incontro di mercoledì 21 agosto

K metro 0 – Londra – Boris Johnson ha dichiarato il 22 agosto a Parigi, al fianco di Emmanuel Macron, di “voler” trovare un accordo sulla Brexit. “Voglio un accordo”, ha detto Johnson alla stampa all’Eliseo, al termine dell’incontro con il Presidente francese: aggiungendo di essere stato “molto incoraggiato” in questo senso dall’altro incontro di mercoledì 21 agosto con la cancelliera tedesca, Angela Merkel. “Voglio un accordo”, ha ripetuto Johnson; “penso che possiamo ottenerlo e che sarà un buon accordo”.

Dal canto suo, Macron ha dichiarato che una soluzione al problema del backstop sulla frontiera irlandese, principale questione da risolvere per un’uscita del Regno Unito dalla UE che non crei troppi problemi ad ambo le parti, può essere trovata “entro 30 giorni”.- “Nell’ambito di quello che è stato negoziato, deve essere possibile lavorare”, ha aggiunto, definendosi “fiducioso” in una soluzione entro fine settembre: “Il futuro della Gran Bretagna può essere soltanto in Europa”, ha concluso.

L’Eliseo, in un comunicato stampa, ha definito l’incontro di giovedì 22 agosto “completo” e “costruttivo”. Ma, al di là delle dichiarazioni ufficiali, come sono realmente andati i colloqui del premier britannico con la cancelliera tedesca e con il presidente francese, parte essenziale del “tour” che Johnson ha in programma, nella UE, per tutta questa settimana, sino al G-7 di Biarritz, cercando di definire, per la Brexit, condizioni migliori, accettabili sia da Bruxelles che dal Parlamento di Londra?

A Berlino, la cancelliera Merkel – riporta AP – il 21 agosto ha raffreddato gli slanci del collega inglese”. Dobbiamo rispettare ciò che è stato negoziato”, ha ribadito, escludendo la possibilità – cui Johnson ha fatto più volte riferimento in questi giorni – di apportare modifiche consistenti all’ accordo già raggiunto, in passato, tra Bruxelles e Theresa May.

Giovedì 22, poi, mentre a Parigi si incontravano Johnson e Macron, la cancelliera tedesca è stata più possibilista: suggerendo che l’idea – caldeggiata da Macron – di stabilire una scadenza di 30 giorni per definire meglio lo spinoso tema del “Backstop” al confine tra Ulster ed Eire possa costituire una valida “linea guida” per queste ulteriori trattative tra Londra e Bruxelles, affidate, ora, all’informale mediazione franco-tedesca. Nelle stesse ore, trovandosi in visita nei Paesi Bassi, con i giornalisti si è corretta: “sarebbe meglio dire che si può raggiungere questo obiettivo entro il 31 ottobre” (cioè la scadenza per la Brexit già da tempo fissata), ha precisato, prevedendo evidentemente difficoltà per un accordo soddisfacente entro il 30 settembre.

A Parigi, Macron ha aperto parzialmente a Johnson affermando che, se potranno essere salvaguardate la libertà di circolazione e di commercio tra le due Irlande, e, soprattutto, la pace. faticosamente raggiunta, nell’Ulster, alcune modifiche all’accordo sulla Brexit sarebbero possibili: ma ha rilanciato la palla a Johnson, ricordando che sta anzitutto alla Gran Bretagna escogitare piani alternativi che salvaguardino il confine terrestre aperto tra Ulster ed Eire, e quindi, domani, tra Regno Unito e UE.

Come già la Merkel, il Capo dell’Eliseo ha ricordato poi all’ospite britannico che una felice conclusione delle trattative non dipende certo solo da lui e dalla cancelliera tedesca: i negoziati condotti con Londra dalla Commissione europea devono essere accettati da tutti i 27 Stati membri dell’Unione. La quale contestualmente si è preoccupata di ribadire di preferire in ogni caso un accordo sulla Brexit, piuttosto che il probabile disagio economico e sociale che deriverebbe, per ambedue le sponde della Manica, da un’uscita di Londra senza accordo. “Il no-deal non sarà mai la scelta dell’UE”, ha dichiarato il 21 agosto il negoziatore europeo per la Brexit, il francese Michel Barnier, alle agenzie stampa- “Mai.”

Insomma, nonostante il tono apparentemente rilassato dell’incontro con Macron (in cui si è visto Johnson mettere addirittura un piede sul tavolo, nel colloquio col presidente francese in un salotto dell’Eliseo), sinora il premier inglese non ha particolari risultati da portare a casa, atti sia ad ottenere l’ok del Parlamento che a smorzare l’opposizione dei laburisti di Corbyn. Gli ulteriori sviluppi delle trattative nel resto della settimana, sino al G-7 del 24-26 agosto, consentiranno di capire se la Brexit si trova veramente incagliata (con le conseguenti prospettive anzitutto per l’economia britannica) o se, invece, ci sono ancora margini perché Londra possa concludere un accordo migliore.

di Fabrizio Federici

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