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Germania, nell’indagine sul delitto Luebcke scoperto un vero e proprio arsenale

Germania, nell’indagine sul delitto Luebcke scoperto un vero e proprio arsenale

K metro 0 – Berlino – In Germania, le indagini della magistratura tedesca sull’uccisione (avvenuta il 2 giugno scorso) del politico della CDU Walter Luebcke, che, da funzionario del Land di Kassel, aveva sostenuto la politica di moderata accoglienza dell’immigrazione adottata da Angela Merkel dal 2015, sono giunte probabilmente ad una svolta importante. Il quotidiano “Berrlin Tagesspiegel”

K metro 0 – Berlino – In Germania, le indagini della magistratura tedesca sull’uccisione (avvenuta il 2 giugno scorso) del politico della CDU Walter Luebcke, che, da funzionario del Land di Kassel, aveva sostenuto la politica di moderata accoglienza dell’immigrazione adottata da Angela Merkel dal 2015, sono giunte probabilmente ad una svolta importante. Il quotidiano “Berrlin Tagesspiegel” informa, infatti, che la polizia ha trovato ben 46 fucili in possesso dei 3 uomini sospettati di aver ucciso Luebcke: la notizia è stata pienamente confermata da un portavoce del ministero dell’Interno, che ha aggiunto che stanno proseguendo le indagini su quest’ingente quantitativo di armi.

Per quel delitto, era stato arrestato, tempo dopo, un tedesco di 45 anni, Stephan Ernst, noto per professare idee violente e xenofobe: l’uomo inizialmente aveva ammesso di aver compiuto l’omicidio, ma più tardi aveva completamente ritrattato. La magistratura sta indagando su altri 2 uomini, accusati di corresponsabilità nell’ uccisione del politico della CDU per aver aiutato Ernst ad acquisire l’arma usata poi per il delitto.

L’assassinio di Luebcke è stato classificato dalla magistratura come un omicidio politico di destra, e come tale è stato trattato dalla politica e dai commentatori. Una condanna unanime  era giunta, all’indomani dell’i uccisione,  da tutti i gruppi parlamentari, dalla cancelliera Angela Merkel e dal presidente della Repubblica Frank Walter Steinmeier: anche AFD, il partito di estrema destra erede dei vecchi Nazionaldemocratici e dei “Republikaner” anni ’80, aveva condannato il delitto, sottolineando che  “gli autori devono essere puniti dallo Stato, che deve intervenire rigorosamente nei confronti di chi sparge violenza e terrore”: questa condanna, però, era stata pronunciata solo il 18 giugno, più di  2 settimane dopo il delitto.

È presto per poter esprimere valutazioni approfondite sul contesto in cui è maturata l’uccisione di Luebcke e, soprattutto, sui suoi effettivi moventi. Però il ritrovamento di così tante armi in possesso degli altri 2 sospettati per il delitto ( ritrovamento che non sappiamo ancora dove esattamente avvenuto) non può non fa riflettere sulla reale consistenza dei gruppi, anche paramilitari, di estrema destra esistenti in Germania e, più in generale, nei Paesi nordeuropei: Paesi che non a caso sono stati teatro, negli ultimi anni, di gravi episodi di stragismo compiuti da fanatici mossi soprattutto da un odio aprioristico nei confronti dell’ immigrazione extracomunitaria (caso più’ grave, il massacro di giovani socialdemocratici compiuto vicino Oslo, nell’estate 2011, dall’ estremista di destra Anders Breivik: massacro ispiratore, in seguito, della strage di immigrati extracomunitari avvenuta, a marzo scorso, a Christchurch, in Nuova Zelanda).

Dalla consapevolezza dei pericoli per la democrazia derivanti, specie a lungo termine, da questo clima è nata, pochi mesi fa, la decisione dell’Europarlamento (ancora non definitiva e precisata nei dettagli) di mettere al bando, nella UE, tutte le organizzazioni di estrema destra che facciano politica incitando alla violenza, o esaltando la discriminazione delle persone sulla base delle differenze etniche, linguistiche o religiose.

 

di Fabrizio Federici

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