K metro 0 – Ankara – In un nuovo giro di vite del governo contro membri del partito pro-Curdi HDP, la Turchia ha rimosso dai loro incarichi i sindaci eletti di tre città, nella regione a sud-est del Paese, col più alto numero di popolazione Curda, a causa di presunti loro legami coi ribelli, rimpiazzandoli con
K metro 0 – Ankara – In un nuovo giro di vite del governo contro membri del partito pro-Curdi HDP, la Turchia ha rimosso dai loro incarichi i sindaci eletti di tre città, nella regione a sud-est del Paese, col più alto numero di popolazione Curda, a causa di presunti loro legami coi ribelli, rimpiazzandoli con incaricati scelti dal governo.
Secondo il Ministro dell’Interno, i sindaci delle città di Diyarbakir, Mardin e Van – membri del Partito Democratico del Popolo, o HDP – sono stati rimossi dall’incarico a causa di presunti legami con il Partito Curdo dei Lavoratori, o PKK, avendo prove, secondo il comunicato governativo, che quest’ultimi avrebbero favorito l’organizzazione considerata terroristica in Turchia, in un conflitto che è costato decine di migliaia di vite.
Anders Knape, Presidente del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Considero estremamente allarmante la decisione delle autorità turche di sospendere dalle loro funzioni i sindaci eletti in tre città metropolitane del sud-est del paese, ovvero Diyarbakir, Mardin e Van, e di sostituirli con dei governatori.
Questi sindaci sono stati eletti a seguito della libera ed equa espressione della volontà del popolo turco nel corso delle elezioni locali tenutesi il 31 marzo 2019, che sono state osservate dal Congresso.
In passato, il Congresso ha espresso la propria preoccupazione in merito al ricorso eccessivo a procedimenti giudiziari contro i rappresentanti locali in Turchia e alla loro sostituzione con funzionari di nuova nomina. Tale pratica pregiudica gravemente il corretto funzionamento della democrazia locale“.
Le accuse mosse contro i tre sindaci comprendono: la partecipazione ai funerali di ribelli del PKK, l’aver cambiato nomi di strade o parchi, in onore di noti miliziani e cantare l’inno del PKK, secondo la dichiarazione del Ministero dell’Interno, che ha inoltre elencato una serie di accuse o processi in corso contro i tre sindaci.
L’HDP ha sottolineato che i sindaci di Diyarbakir, Mardin e Van hanno ricevuto più del 50% dei voti e la loro estromissione “è basata su menzogne e motivazioni illegali.”
Immediata la reazioni dei sostenitori nelle varie città, in particolar modo quelli che hanno provato a riunirsi fuori dal municipio di Diyarbakir, in segno di protesta contro l’estromissione del sindaco. La polizia è intervenuta utilizzando cannoni ad acqua per disperdere la folla.
Ekrem Imamoglu, neosindaco di Istanbul, ha criticato la destituzione dei sindaci, scrivendo su Twitter: “Ignorare il volere del popolo è inaccettabile.”
Inoltre, lunedì la polizia ha arrestato 418 persone sospettate di legami con il PKK in una vasta operazione svoltasi in 29 province, secondo un rapporto dell’agenzia governativa Anadolu. Le autorità hanno inoltre lanciato un’operazione su larga scala contro il PKK nelle provincie di Hakkari, Sirnak e Van, al confine con Iraq e Iran, secondo l’agenzia.