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USA-Cina: Trump rinvia introduzione nuovi dazi a dicembre

USA-Cina: Trump rinvia introduzione nuovi dazi a dicembre

K metro 0 – Washington – Il presidente cinese Xi Jinping ha deciso di utilizzare il pugno duro nei confronti di Washington, invece di indietreggiare, in vista dei nuovi dazi in arrivo dagli USA. Da Beijing è arrivato quello che gli economisti chiamano “sparo d’avvertimento” nei confronti degli Stati Uniti, facendo indebolire la propria valuta

K metro 0 – Washington – Il presidente cinese Xi Jinping ha deciso di utilizzare il pugno duro nei confronti di Washington, invece di indietreggiare, in vista dei nuovi dazi in arrivo dagli USA. Da Beijing è arrivato quello che gli economisti chiamano “sparo d’avvertimento” nei confronti degli Stati Uniti, facendo indebolire la propria valuta in risposta alle ultime minacce del presidente Donald Trump di introdurre nuove imposte a partire dal 1° settembre. Gli acquirenti cinesi, inoltre, hanno cancellato importazioni di semi di soia dagli USA del valore di miliardi di dollari. Le autorità di regolamentazione, poi, potrebbero decidere disinserire le aziende americane tra le “entità non affidabili”, che potrebbero portare a brusche frenate nei loro movimenti. Entrambe le parti hanno intenzione di trovare una soluzione al conflitto commerciale che sta mettendo in difficoltà gli esportatori a entrambi i lati del Pacifico e che potrebbe far finire l’economia mondiale in recessione. Ma l’esecutivo guidato da Xi potrebbe anche optare per una disputa a lungo termine, in risposta a quello che viene visto come un atto di bullismo degli americani e un tentativo di ostacolare la crescita economica della Cina.

Martedì, tuttavia, il governo Trump ha cercato di ridurre in parte le tensioni annunciando l’alleggerimento dell’impatto dei nuovi dazi del 10% che sarebbe dovuto entrare in vigore a inizio settembre. La manovra che riguarderà smartphone, computer portatili, videogiochi, giocattoli, monitor e alcuni capi d’abbigliamento, infatti, slitterà fino al 15 dicembre. Una reazione che scaturisce direttamente delle pressioni esercitate dalle imprese, che temono che il conflitto commerciale possa affossare l’economia statunitense. Inoltre, alcune delle imposte programmate sono state completamente eliminate. Il comunicato è arrivato martedì dall’ufficio del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti d’America e ha fatto tirare un sospiro di sollievo sia a Wall Street che ai rivenditori, che temevano che i nuovi dazi potessero rovinare le vendite di questo periodo. Il governo ha comunque ribadito che ha ancora intenzione di introdurre le imposte del 10% su beni cinesi del valore di 300 miliardi di dollari e di estendere la tassazione sulle importazioni a praticamente tutto ciò che proviene dalla Cina.

Anche l’economia europea sta risentendo fortemente del conflitto commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina. L’intricata vicenda ha avuto ripercussioni sulle stime di crescita. Nel frattempo, gli economisti sottolineano alcuni segnali incoraggianti, dopo anni di disoccupazione in flessione a seguito della Grande Recessione e della crisi del debito nell’Eurozona. Tuttavia, se la guerra dei mercati dovesse peggiorare, fino ad esempio ad arrivare all’imposizione di ulteriori dazi, come ad esempio sulle auto prodotte in Europa, il quadro non sarebbe altrettanto positivo.

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