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Roma. Raggi annuncia la rigenerazione urbana a San Lorenzo, dove morì Desiree Mariottini

Roma. Raggi annuncia la rigenerazione urbana a San Lorenzo, dove morì Desiree Mariottini

Nonostante questo, l’abbandono ed il degrado hanno pervaso il quartiere. Il punto più basso è stata la morte dei Desiree Mariottini, avvenuta in uno stabile fatiscente di via dei Lucani. La struttura, in stato di abbandono e forte degrado, era diventata il luogo di rifugio delle anime inquiete che ruotavano intorno a San Lorenzo che

Nonostante questo, l’abbandono ed il degrado hanno pervaso il quartiere. Il punto più basso è stata la morte dei Desiree Mariottini, avvenuta in uno stabile fatiscente di via dei Lucani. La struttura, in stato di abbandono e forte degrado, era diventata il luogo di rifugio delle anime inquiete che ruotavano intorno a San Lorenzo che era diventato la piazza del margine sociale. Questo è avvenuto anche grazie al fatto che la burocrazia del ……..

K metro 0/Jobsnews – Roma – Su via dei Lucani, a Roma, c’è un murales che ritrae Martin Luther King. In margine una delle sue più famose citazioni: “Quello che spaventa non è tanto la crudeltà delle persone malvagie, quanto l’indifferenza delle persone oneste”. San Lorenzo, negli anni, è stato il luogo in cui ci si voltava sistematicamente dall’altra parte. Il degrado avanzava, silente, mentre era in corso la guerra tra i residenti ed i gestori dei pub. Gli uni volevano vivere e soprattutto dormire in pace: gli altri auspicavano un’estensione della movida che avrebbe portato un allargamento degli affari. Un punto di sintesi sarebbe stato quello di puntare su di una “movida di qualità”, ad alto valore culturale e a basso impatto sulla qualità del sonno dei residenti. Era nelle possibilità del quartiere. Il bar Marani, uno dei luoghi storici di San Lorenzo, ha visto generazioni di intellettuali, veri e/o presunti, darsi il cambio nel suo giardino. Radio Onda Rossa, che può piacere o non piacere e con la quale si può essere o meno d’accordo, è stata comunque una presenza significativa nella zona. I ristoranti di San Lorenzo, da piazza dei Campani a piazza dei Sanniti, sono stati sempre un punto di attrazione di qualità a prezzi contenuti. Frotte di studenti universitari si aggirano per le strade del rione.

Il caso Mariottini. L’apice del degrado

Nonostante questo, l’abbandono ed il degrado hanno pervaso il quartiere. Il punto più basso è stata la morte dei Desiree Mariottini, avvenuta in uno stabile fatiscente di via dei Lucani. La struttura, in stato di abbandono e forte degrado, era diventata il luogo di rifugio delle anime inquiete che ruotavano intorno a San Lorenzo che era diventato la piazza del margine sociale. Questo è avvenuto anche grazie al fatto che la burocrazia del comune di Roma si è incartata su se stessa e si è girata dall’altro lato. Le telecamere dell’area “San Lorenzo 2”, che sono presenti anche nell’area di via dei Lucani, collegate alla sala sistema Roma, la centrale operativa da 5.400 occhi elettronici, erano cieche perché oscurate dai rami degli alberi. La vegetazione interferisce anche con il collegamento radio: i vigili urbani da tre anni chiedono, senza fortuna, un intervento di potatura. La prima comunicazione della polizia municipale è datata 18 novembre 2015. L’oggetto è chiaro: “Sollecito richiesta intervento potatura alberi tra via dei Sabelli e via degli Ausoni, per malfunzionamento impianto di videosorveglianza San Lorenzo 2”. La missiva rimane in un cassetto fino alla tragedia di Desiree Mariottini. Viene scovata dalla stampa e non dalla burocrazia comunale.

Rigenerazione urbana?

Oggi una trionfante Virginia Raggi annuncia che “entra nel vivo il programma di rigenerazione urbana per il recupero degli spazi in via dei Lucani nel quartiere San Lorenzo”. Precisa la sindaca: “Come amministrazione abbiamo voluto mettere in atto un percorso importante per la sua complessità ma necessario per dimostrare ai cittadini che il pubblico ha il dovere di esercitare il suo potere di programmazione e trasformazione del territorio”. Verrebbe da dire: “brava”, senonché la stessa Raggi ammette che “il percorso avviato nel quartiere San Lorenzo è impegnativo perché riguarda un’area di circa 10.000 mq la cui proprietà è frammentata tra diversi proprietari, tra cui alcuni immobili sottoposti a pignoramento e affidati a custodi giudiziari, e solo una parte minore di proprietà comunale”. Ora chi ha un minimo di dimestichezza con la cosa pubblica sa bene che già mettere insieme pubblico e privato è impegnativo. Se in questa dialettica inseriamo anche la magistratura, competente per gli immobili sequestrati e pignorati, la cosa si fa quasi impossibile. La domanda è: esiste un accordo, un protocollo d’intesa, un qualsivoglia documento firmato dai proprietari che dà il via libera alla riqualificazione della zona? C’è da dubitarne. Cosa ha presentato Virginia Raggi? Non certo, come si evince dal suo comunicato, un “programma di rigenerazione urbana”, bensì una dichiarazione d’intenti ancora ferma allo stato preliminare. Molto preliminare. Talmente preliminare che, forse, non era il caso di parlarne.

Meglio avrebbe fatto a far potare i rami davanti alle telecamere di video sorveglianza.

 

di Mario Michele Pascale

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