K metro 0 – Città del Messico – Il numero è altissimo: in base ai dati diffusi dal governo messicano e da quelli resi pubblici da The Associated Press, sono almeno 40 mila le persone che hanno raggiunto il confine degli Stati Uniti con il Messico e sono in lista di attesa per un primo tentativo di richiesta di asilo, o
K metro 0 – Città del Messico – Il numero è altissimo: in base ai dati diffusi dal governo messicano e da quelli resi pubblici da The Associated Press, sono almeno 40 mila le persone che hanno raggiunto il confine degli Stati Uniti con il Messico e sono in lista di attesa per un primo tentativo di richiesta di asilo, o di un’udienza giudiziaria negli Stati Uniti, dopo essere stati rimandati indietro. Per fare un esempio, la lista d’attesa a Ciudad Juarez, di fronte a El Paso, è aumentata drasticamente: da 4.500 richiese all’inizio di maggio alle 5.600 di questi giorni. Gli Stati Uniti, che generalmente elaborano quotidianamente da 20 a 30 richieste, a luglio non hanno accettato domande per circa otto giorni.
Per gli USA, il fenomeno dell’immigrazione ha sempre avuto un peso rilevante: già prima della sua elezione, il presidente Trump aveva progettato l’innalzamento di un muro al confine col Messico, sollevando le critiche delle organizzazioni umanitarie e di parte dei cittadini. Inoltre, il governo aveva predisposto una serie di misure di sicurezza al limite della violazione dei diritti umani, laddove le famiglie immigrate venivano divise e in alcuni casi, bambini compresi, rinchiuse in gabbie, dove attendevano una decisione da parte delle autorità competenti, il tutto documentato da fotografie e video girati anche in maniera clandestina.
Adesso però, l’immigrazione dal Messico sta mutando forma: alle migliaia di persone provenienti dal Centro e Sud America, in attesa del visto per passare la frontiera, si sono aggiunti tantissimi camerunensi, che arrivano dopo un viaggio lungo e complicato attraverso 8 Stati fino a passare la frontiera con l’Ecuador, per fuggire alle atrocità del regime che governa lo Stato africano. La lista di attesa di Tijuana, dove si rileva il maggior numero di camerunensi, è aumentata esponenzialmente, arrivando a 10.000 richieste nella giornata di domenica scorsa, dalle 4.800 di appena tre mesi fa. I racconti parlano di soldati camerunensi che bruciano villaggi, sparano indiscriminatamente e torturano qualsiasi persona sospetta, dando vita così a un’emergenza umanitaria che aumenta i flussi migratori mondiali, già importanti.
L’amministrazione Trump sembra voler arginare l’ondata di immigrazione e di richiesta di asilo bloccando la frontiera e trasformando il Messico in una sala d’attesa. Gli episodi di intolleranza non si sono certo fatti attendere, ed è notizia recente quella di un massetto anti-immigrato legato a un uomo accusato di aver ucciso 22 persone a El Paso, in Texas, sabato 3 agosto. Si sta per scatenare una guerra tra poveri, laddove diverse etnie premono per passare il confine, generando dispute su chi abbia più diritto di farlo. Inoltre, il governo statunitense ha lasciato la responsabilità dell’accettazione del numero di immigrati che possono varcare il confine ogni giorno, alle agenzie messicane, ai volontari, alle organizzazioni no profit e agli stessi immigrati, sottraendosi così dal prendere una decisione in prima persona.
Per comprendere bene il significato di ciò che sta accadendo, è necessario fare una distinzione tra immigrazione e migrazione. Sebbene possano sembrare simili, si tratta di parole diverse con diversi significati: il temine immigrazione descrive un fenomeno destinato a rendere stanziale uno spostamento di persone da una nazione all’altra, mentre la migrazione rende il senso del passaggio, e quindi della permanenza temporanea.
di Stefania Catallo