K metro 0 – Mosca – Ennesimo fine settimana di protesta a Mosca, dove nella giornata di ieri sono state fermate più di 800 persone, scese in piazza per manifestare contro l’esclusione di alcuni candidati indipendenti e dell’opposizione dalle prossime elezioni amministrative.

Il comitato elettorale ha respinto le firme di diversi candidati, necessarie per partecipare alle votazioni del prossimo mese. La decisione ha portato malcontento nei confronti dell’ambiente politico dominato dal partito Russia Unito, allineato al Cremlino, nel quale le voci dissidenti sono marginalizzate, ignorate o represse.  Il movimento controlla il consiglio comunale di Mosca, composto da 45 seggi, ed è responsabile del budget municipale. L’agenzia OVD-Info, che monitora gli arresti in Russia, ha comunicato che nella sola giornata di domenica sono state fermate 828 persone. Il ministro dell’Interno russo ha invece risposto che il numero si aggira intorno a 600 su 1.500 manifestanti. Tuttavia, si pensa che le autorità durante gli eventi di opposizione registrino presenze al ribasso. Gli arresti sono arrivati una settimana dopo che in un evento simile ne erano avvenuti 1.400. Lyubov Sobol, uno dei candidati esclusi e tra le guide dell’ondata di protesta è tra i fermati. Intercettata nel centro di Mosca, è stata presa e portata in una camionetta della polizia mentre chiedeva a voce alta il perché del fermo.

I dimostranti avevano intenzione di organizzare la marcia sul Boulveard Ring, che ruota attorno al centro città e dove molta gente va a passeggio, nonostante i numerosi avvertimenti lanciati dalla polizia. Le forze dell’ordine, equipaggiate con elmetti protettivi, si sono disposti sull’intera via e hanno cominciato a prendere da parte alcuni manifestanti in piazza Pushkin e a deviarli in un altro punto di ritrovo. Come riporta AP, alcuni arresti sarebbero stati abbastanza violenti. Un ciclista è stato preso a manganellate mentre era a terra con la sua bici. Altri invece non hanno subito lo stesso trattamento. La marcia è terminata dopo quattro ore, con l’arrivo della pioggia.

La questione delle elezioni amministrative di settembre a Mosca è diventato l’emblema delle divisioni all’interno della politica russa e della difficoltà del Cremlino di fronteggiare opposizioni forti nella capitale. Il 20 luglio scorso 20mila persone sono scese in strada in una delle manifestazioni più grandi degli ultimi anni. Domenica, poi, circa 2.000 persone hanno partecipato ad un’altra marcia di protesta a San Pietroburgo a supporto di quella di Mosca e, sempre nello stesso giorno, il Comitato investigativo russo ha aperto un procedimento penale per la Fondazione per combattere la corruzione. Quest’ultima è guidata da uno dei leader dell’opposzione, Alexei Navalny, e il comitato sospetta che possa aver ricevuto fondi illegali. Navalny dovrà passare 30 giorni in carcere per aver organizzato la protesta della scorsa settimana.