K metro 0 – Bruxelles – Entra in vigore la direttiva relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare, che conferisce nuovi diritti ai genitori e prestatori di assistenza che lavorano e aggiorna quelli già esistenti. La nuova direttiva prevede non solo una serie di disposizioni nuove o più avanzate in materia di congedo parentale,
K metro 0 – Bruxelles – Entra in vigore la direttiva relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare, che conferisce nuovi diritti ai genitori e prestatori di assistenza che lavorano e aggiorna quelli già esistenti.
La nuova direttiva prevede non solo una serie di disposizioni nuove o più avanzate in materia di congedo parentale, congedo di paternità e congedo per i prestatori di assistenza, ma anche il diritto a richiedere modalità di lavoro flessibili. In questo modo i genitori e prestatori di assistenza avranno un’autentica opportunità di scelta su come conciliare la vita professionale e quella familiare in un’ottica di equa ripartizione delle responsabilità di assistenza.
Frans Timmermans, primo Vicepresidente della Commissione europea, ha dichiarato: “Un’Europa equa e sostenibile è un’Europa che permette alle donne e agli uomini di svolgere ruoli paritari a casa e sul luogo di lavoro. Sono orgoglioso del fatto che la nuova legislazione europea sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare, che noi abbiamo proposto, entri in vigore quest’oggi. Le nuove norme daranno un forte impulso alla parità di genere in tutto il continente e miglioreranno la vita familiare e la vita professionale di molti europei.”
Marianne Thyssen, Commissaria per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, ha dichiarato: “I genitori e i prestatori di assistenza che lavorano potranno conciliare meglio l’attività professionale e la vita familiare. Si tratta di un enorme passo avanti verso un’Europa più sociale, nel vero spirito del pilastro europeo dei diritti sociali. Le nuove norme sono anche un modello per allineare le priorità sociali ed economiche. Le imprese saranno in grado di attirare e trattenere uomini e donne talentuosi e l’economia europea trarrà vantaggio da questa normativa, che contribuirà a colmare il divario di genere nei livelli di occupazione. Conciliare meglio l’attività professionale e la vita familiare sia per le donne sia per gli uomini è non solo una questione di giustizia, ma è anche una mossa intelligente.”
Gli Stati membri hanno 3 anni di tempo per recepire le norme dell’UE nell’ordinamento nazionale.