K metro 0 – Jobsnews – Roma – Ho appreso da Radio Radicale che un carabiniere era stato ucciso con otto coltellate nei pressi di piazza Cavour. Erano passate da poco le otto e la radio dava la notizia riportando quanto scritto da una agenzia di stampa. Il vicebrigadiere, Mario Cerciello Rega, 35 anni, era stato ucciso da
K metro 0 – Jobsnews – Roma – Ho appreso da Radio Radicale che un carabiniere era stato ucciso con otto coltellate nei pressi di piazza Cavour. Erano passate da poco le otto e la radio dava la notizia riportando quanto scritto da una agenzia di stampa. Il vicebrigadiere, Mario Cerciello Rega, 35 anni, era stato ucciso da otto coltellate mentre tentava di arrestare due cittadini nordafricani e veniva raccontato che sarebbero stati autori di un furto, una borsetta strappata ad una donna che aveva denunciato il fatto e si era rivolta ai carabinieri. Nella borsetta, veniva raccontato nel resoconto della agenzia di stampa, c’era il suo cellulare. La donna avrebbe chiamato chi le aveva sottratto la borsetta e trattato, cento euro, per riaverla. Un resoconto un po’ confuso che nel corso della giornata veniva precisato. Non si trattava più di una donna rapinata ma di un uomo. Sempre si faceva riferimento ai due presunti nordafricani uno dei quali avrebbe inferto otto coltellate al carabiniere. Il suo collega aveva tentato, invano, di salvarlo. Niente da fare. Il carabiniere era deceduto. Si veniva a sapere, sempre attraverso le agenzie di stampa, che le indagini erano in corso.
Un coro razzista, xenofobo, dagli al nero. Ma i responsabili erano due giovani bianchi made in Usa.
Le maggiori agenzie di stampa, una dopo l’altra come abbiamo scritto nel nostro giornale riferendo la cronaca degli avvenimenti, erano del tutto simili. Sia per quanto riguarda il racconto del tragico evento sia nei commenti che avevano per riferimento, guarda caso, i due nordafricani, presunti aggressori dei due carabinieri. Un coro razzista, xenofobo, dagli al negro. La stampa di destra dava grande spazio al “carabiniere ammazzato a coltellate da 2 magrebini”. Sembrava interessare a queste testate non il fatto che fosse stato ucciso un giovane carabiniere, ma che partisse la caccia al nero, al magrebino. La storia finiva verso le ore 18 quando cominciavano a filtrare notizie vere. Due giovani americani venivano interrogati e poi arrestati. Due studenti, uno dei quali era l’autore materiale del delitto. Scompariva la donna cui sarebbe stata rubata la borsetta con cellulare. E veniva in primo piano uno spacciatore di droga, un pusher con il quale avevano un rapporto e al quale era stata rubato il borsello. Insomma, i nordafricani lasciavano il posto ai giovani americani che erano ospiti di un albergo di lusso, dove si erano recati a dormire dopo il delitto, come se niente fosse. Veniva smentita la notizia che si trattasse di due studenti della John Cabot University di Roma. I due invece si preparavano a partire per tornare in Usa, quando sono stati arrestati.
Chi ha confezionato le notizie false girate alle Agenzie e rilanciate dai media senza alcun controllo?
Ora, dopo aver espresso anche attraverso questo articolo le condoglianze ai familiari del giovane vicebrigadiere, un uomo benvoluto in tutto il quartiere, a partire da Piazza Farnese, dove c’è una sede dei carabinieri, un volontario che aiutava, assisteva i poveri, si pone un problema che sembra essere ignorato. A parer nostro invece si tratta di questione di fondo per la nostra democrazia. La domanda che ci poniamo e che poniamo ai colleghi giornalisti, in particolare a chi porta la responsabilità di direzione dei media, sia quelli su carta che televisivi. Quale verifica è stata fatta sulla veridicità delle notizie sulla base delle quali le agenzie di stampa hanno rilanciato? Ancora: chi ha fatto arrivare alle agenzie, alle prime ore del mattino, il comunicato sulla uccisione del carabiniere? Ci permettiamo di azzardare qualche risposta avendo conoscenza di come funziona un giornale, un telegiornale, una radio. Possibile che a nessuno, prima di diffondere le notizie di agenzia, vedendo che sono praticamente identiche, sia venuto a mente che poteva trattarsi di “veline” provenienti da sedi bene informate, con le quali si ha un rapporto diciamo “confidenziale”? Ancora: possibile che la notizia non sia stata letta né verificata, da nessuno? Anche se si trattava di prime ore del giorno non crediamo che le redazioni siano del tutto sguarnite, che non ci sia qualcuno che porta la responsabilità, un vicedirettore, un caporedattore, un capo servizio? Oppure la “fonte” è un “fornitore” abituale, un ufficio stampa, un “consulente” di un parlamentare, di un ministro, un “attivista” di un social che fornisce notizie false, le fake news che si tenta sempre più di intrufolare nella nostra quotidianità?
di Alessandro Cardulli