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Sanchez bocciato per la seconda volta: Ancora nessun Premier Per Il Governo spagnolo

Sanchez bocciato per la seconda volta: Ancora nessun Premier Per Il Governo spagnolo

K metro 0 – Madrid – “Le facce, Juan, riprendi le loro facce”. Questa frase, ripresa da un famoso programma TV spagnolo, è la sintesi del secondo fallito tentativo di investitura a premier del candidato Pedro Sánchez, e potrebbe essere stata detta da uno dei giornalisti presenti alla votazione, colpiti dalle espressioni sui volti dei politici. Durante

K metro 0 – Madrid – “Le facce, Juan, riprendi le loro facce”. Questa frase, ripresa da un famoso programma TV spagnolo, è la sintesi del secondo fallito tentativo di investitura a premier del candidato Pedro Sánchez, e potrebbe essere stata detta da uno dei giornalisti presenti alla votazione, colpiti dalle espressioni sui volti dei politici.

Durante una settimana di bizzarri negoziati, il partito socialista PSOE, al quale appartiene il candidato, ha cercato di rompere con Unidas Podemos -UP, il suo alleato di sinistra, attraverso offerte improbabili e fughe di notizie. Per la prima volta nella storia dell’attuale democrazia spagnola, sarebbe possibile formare un governo di coalizione: invece, la strategia del principale consigliere di Sánchez, Iván Redondo, è basata sul creare tensioni tra PSOE e UP. Sembra che si voglia arrivare a ripetere le elezioni, dalle quali PSOE uscirebbe rafforzato e UP, attraverso l’uso di fake news, incolpato del fallimento dell’alleanza di governo. Alcuni membri del PSOE, che vedono Iván Redondo come un’entità estranea al partito, ritengono che la sua strategia stia distruggendo i rapporti costruiti con UP durante l’ultimo anno di governo socialista, e che ciò potrebbe essere pericoloso per la democrazia spagnola. La leadership di Sánchez all’interno del PSOE non è in discussione e forse è questo il motivo per cui Redondo non viene criticato pubblicamente dal partito.

Riguardo alle espressioni facciali dei socialisti durante il dibattito in Parlamento, essi esprimevano tristezza per la fallita negoziazione. Redondo invece, ospite tra il pubblico, sorrideva costantemente. UP, dopo mesi di attesa per un negoziato che avrebbe portato alla formazione di un governo di coalizione che PSOE ha rifiutato, è entrato nella discussione solo dopo aver accettato, quale condizione sine qua non, che il leader del partito, Pablo Iglesias, non facesse parte del futuro governo. Questa decisione ha sorpreso Sánchez, convinto del contrario; durante la settimana, infatti, le offerte ricevute da UP erano risultate inaccettabili per il partito di Iglesias, che considerava i ministeri offerti come puramente decorativi. Visto che un accordo sarebbe stato impossibile, UP ha presentato svariate offerte dell’ultimo minuto, puntualmente rifiutate da PSOE. Dopo aver considerato il voto di sfiducia verso il candidato, UP ha deciso per l’astensione, in modo da conservare il dialogo col PSOE, che ha ancora due mesi di tempo per ottenere la fiducia, trascorsi i quali, in caso di parere negativo, si tornerebbe alle urne

Non si sa se sia per via delle “grandi umiliazioni” subite da parte del PSOE o per la tristezza dovuta al fallimento dei negoziati, ma durante il dibattito in Parlamento, i volti dei membri di UP erano molto simili a quelli dei colleghi del PSOE e denotavano una profonda tristezza, in contrasto con le risate dei deputati di destra. Nonostante faciliti molto le cose, è bene ricordare che l’accordo UP-PSOE da solo non basta ad ottenere la maggioranza al Congresso. I partiti nazionalisti che dovrebbero supportare Sánchez devono decidere se votare sì o astenersi, nel caso l’accordo si concretizzi. UP è un partito che difende il diritto di indipendenza della Catalonia e dei Paesi Baschi, il che lo rende un buon alleato per indipendentisti e nazionalisti. Questi, soprattutto Esquerra Republicana de Catalunya, si sono comportati in maniera più responsabile dello stesso PSOE per quanto riguarda l’investitura: spaventati dai tre partiti di destra, che criticano da sempre le alleanze tra PSOE e nazionalisti, hanno preferito facilitarla. Una volta che l’investitura è stata rifiutata, tutti i partiti pronti a supportare Sánchez hanno chiesto di riprendere da capo i negoziati; il PSOE, sorprendendo tutti, anziché aprire un dialogo con UP, ha chiesto di nuovo alla destra di facilitare Sánchez tramite l’astensione. Subito dopo, accertato il fallimento dell’investitura, il PSOE ha accusato UP e gli indipendentisti che, paradossalmente, sono stati i principali sostenitori dei negoziati UP-PSOE, chiamandoli traditori e incolpandoli del fallimento delle trattative.

All’apertura della discussione, era evidente un’intensa emozione sia da parte dei negoziatori di UP che dei deputati di PSOE favorevoli all’accordo. Alla fine della giornata, il fallimento si è realizzato tra l’ilarità dei deputati di destra ed estrema destra; ovviamente, questa debacle causerà un’enorme rabbia nei cittadini, che avevano votato in massa lo scorso aprile appunto per fermare la deriva di destra. Ora, ci sono solo due mesi di tempo per recuperare. Se vi è ancora la volontà di formare un governo di coalizione, che è ciò che, secondo i sondaggi, desiderano gli elettori di sinistra, tra i membri di UP e PSOE i negoziati dovrebbero iniziare ora. Se il PSOE abbandonasse la strategia di Redondo, ossia il ritorno alle urne, ed iniziasse un negoziato serio nel corso di questi due mesi, si potrebbe giungere ad un accordo e quindi, a settembre, ad un governo. Una eventuale perdita di fiducia da parte dell’elettorato potrebbe avere conseguenze disastrose. La Spagna spinge per un accordo che finora ha prodotto soltanto frustrazione tra i partiti di sinistra e i cittadini che, per la prima volta nella storia della democrazia spagnola, vogliono un governo di coalizione. La società spagnola è cambiata, ed i nuovi partiti come UP lo dimostrano. Questo cambiamento deve essere accettato dalla politica e concretizzato attraverso un accordo di coalizione. Dopo un’estate così calda, la fresca aria autunnale di settembre, ultimo mese utile per l’elezione di un candidato premier, potrebbe aiutare a definire un accordo. Aspettiamo: i cittadini si meritano una vacanza politica, e i leader dei partiti, che hanno fallito, dovranno studiare una buona strategia per settembre.

 

di David Rodas Martín

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