K metro 0 – Francoforte – La Banca centrale europea ha ribadito quanto già annunciato dalla Federal Reserve statunitense riguardo l’immissione di nuovi stimoli per sostenere l’economia. La commissione della Bce che gestisce i tassi d’interesse ha dichiarato, al termine della riunione per discutere le politiche future, che gli indici chiave rimarranno invariati e ha
K metro 0 – Francoforte – La Banca centrale europea ha ribadito quanto già annunciato dalla Federal Reserve statunitense riguardo l’immissione di nuovi stimoli per sostenere l’economia.
La commissione della Bce che gestisce i tassi d’interesse ha dichiarato, al termine della riunione per discutere le politiche future, che gli indici chiave rimarranno invariati e ha aggiunto che la prossima mossa potrebbe essere un taglio dei parametri di riferimento. Tra le strategie ci sarebbe anche quella di ricominciare ad acquistare titoli di stato, parte del programma di stimolo che potrebbe cominciare nelle prossime settimane.
Gli esperti, come riporta AP, hanno spiegato che dal comunicato della Bce, che gestisce gli indici dei tassi d’interesse per i 19 Paesi dell’Eurozona, si evince che il pacchetto di stimoli da impiegare verrà presentato nella sua interezza durante il prossimo incontro del 12 settembre. Nella conferenza stampa di giovedì, il presidente Mario Draghi ha sottolineato più volte che la “Banca è pronta ad agire”. “L’inflazione attuale è una nota negativa”, ha aggiunto. “Non possiamo accettare una situazione del genere”. L’inflazione dell’Eurozona è al momento di un 1,3% sotto la soglia considerata positiva per l’economia dalla Bce, ovvero poco sotto il 2%. Il tutto dopo sette anni di tassi di interesse al minimo e grandi iniezioni di stimolo monetario. Inoltre, la crescita economica globale è rallentata in queste settimane da eventi come il conflitto commerciale tra Cina e Stati Uniti, che ha convinto anche altre banche centrali, inclusa la Federal Reserve, all’immissione di ulteriori stimoli. I funzionari della Fed hanno riferito che i tagli agli indici dei tassi di interesse potranno andare da un 2,25% a un 2,5% e verranno annunciati solamente durante gli incontri del 30 e 31 luglio. Le banche centrali di Corea del Sud, Indonesia e Sudafrica hanno già iniziato la medesima operazione nei giorni scorsi.
Gli USA e la Cina hanno imposto dazi su beni dal valore complessivo di centinaia di miliardi di dollari. Dalla Casa Bianca, il presidente Donald Trump, ha avvertito che se non dovesse essere raggiunto un accordo con Pechino per ridurre il deficit con gli Stati Uniti, potranno esserne introdotte ulteriori. Tra le altre cose Trump ha anche accennato alla possibilità di applicare dazi anche all’industria automobilista europea. Nel frattempo, l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, fissata al 31 ottobre, potrebbe portare come conseguenza l’imposizione di imposte sugli scambi commerciali, se non dovesse essere raggiunto un accordo con il blocco. Tutte queste incertezze hanno danneggiato il settore manifatturiero in Europa, in particolar modo in Paesi che basano la propria forza economica sulle esportazioni, come la Germania. La mossa della Bce di giovedì è stata sostanzialmente di mettere nero su bianco l’intenzione di mantenere invariati i tassi d’interesse, cioè ai minimi storici, o addirittura “al di sotto” a metà 2020. Proprio quest’ultima aggiunta fa chiarezza sul percorso che intraprenderà la Banca centrale. Intanto, è al lavoro per orchestrare un nuovo giro di acquisto di titoli di stato, che immetterebbero nel sistema economico nuova moneta, con la speranza di stimolare l’attività economica e di ottenere un rialzo nell’inflazione.