K metro 0 – Parigi – Il governo Trump si è scontrato con la Francia sul progetto di tassazione dei colossi della tecnologia come Facebook, Google e altre aziende statunitensi. Una divergenza che ha fatto passare in secondo piano il summit del G-7 di questa settimana, che si è focalizzato sulle criptovalute e sul commercio.
K metro 0 – Parigi – Il governo Trump si è scontrato con la Francia sul progetto di tassazione dei colossi della tecnologia come Facebook, Google e altre aziende statunitensi. Una divergenza che ha fatto passare in secondo piano il summit del G-7 di questa settimana, che si è focalizzato sulle criptovalute e sul commercio.
I ministri dell’Economia del gruppo dei sette, che riunisce i Paesi più ricchi, si sono incontrati a Chantilly, vicino Parigi, e il ministro del Tesoro statunitense, Steven Mnuchin, ha voluto tenere una linea dura nei confronti della nazione ospitante, la Francia. L’oggetto della contestazione è la proposta della creazione di una tassa del 3% sui guadagni dei colossi tecnologici. La controversa proposta, che il parlamento francese ha votato favorevolmente qualche giorno fa e che potrebbe diventare legge tra qualche settimana, ha causato il forte risentimento della Casa Bianca, che ha minacciato l’imposizione di tariffe sui beni importati dalla Francia. Il forte disaccordo sulla questione si unisce, poi, a quello sugli scambi commerciali, dopo che gli Stati Uniti hanno voluto tassare beni provenienti dall’Unione europea lo scorso anno. “Siamo assolutamente delusi dal fatto che la Francia abbia fatto passare questa tassa di servizio unilaterale”, riferiscono dal Tesoro americano. Mnuchin ha voluto affrontare la questione durante l’incontro con Le Maire, ministro dell’Economia francese. La tassa digitale nazionale proposta da Parigi è stata progettata senza un ampio sostegno da parte dei Paesi dell’Unione, essendo, tra l’altro, un unicum. La discussione tra i sette Paesi in merito avverrà e la Francia farà dietrofront se verrà messo a punto un accordo globale, una scommessa che potrà fornire un vantaggio nelle negoziazioni con gli USA. “Siamo disposti ad accordarci per una nuova tassazione globale sulle attività digitali”, ha dichiarato Le Maire agli organi di stampa a Chantilly.
Il disaccordo non è estraneo agli incontri del G-7. Lo scorso giugno, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha scombussolato il summit in Canada prima sottoscrivendo un comunicato congiunto sugli scambi commerciali, per poi fare un passo indietro lamentando di esser stato preso alla sprovvista dalle critiche ricevute dal primo ministro canadese, Justin Trudeau, riguardo la minaccia di imposizione di tariffe. Dopo una serie di tweet pubblicati sul proprio profilo, il tycoon ha mandato a monte le negoziazioni. Il timore è che questo G-7, come dichiarato da Mnuchin, possa portare solamente a un resoconto della discussione, piuttosto che alla firma congiunta di un comunicato. La regolamentazione delle aziende tecnologiche sta diventando un tema caldo in tutto il mondo e gli Stati Uniti stanno seguendo le orme dell’Unione europea. Si sta riflettendo sul fatto che alcune di esse siano troppo ingombranti per il bene della macchina economica globale. La questione è stata riproposta anche dai regolatori Ue, che hanno aperto un’indagine sull’utilizzo dei dati dei venditori indipendenti da parte di Amazon. Lo stesso destino potrebbe toccare a Google e a Microsoft.
di Leonardo Pasquali