K metro 0 – Strasburgo – E’ la tedesca Ursula von der Leyen a guidare la nuova squadra della Commissione europea, prima donna nella storia a presiedere l’esecutivo comunitario: per decisione dell’ Europarlamento, nella seduta del 16 luglio- Esponente della CDU, molto vicina alla cancelliera Angela Merkel, la von der Leyen, 61 anni, di professione
K metro 0 – Strasburgo – E’ la tedesca Ursula von der Leyen a guidare la nuova squadra della Commissione europea, prima donna nella storia a presiedere l’esecutivo comunitario: per decisione dell’ Europarlamento, nella seduta del 16 luglio- Esponente della CDU, molto vicina alla cancelliera Angela Merkel, la von der Leyen, 61 anni, di professione medico, nel Governo tedesco ha già ricoperto, dal 2005, gli incarichi di ministro della Famiglia, del Lavoro e (dal 2013) della Difesa: incarico, quest’ultimo, che lascerà mercoledì 17 luglio.
Strasburgo, però, l’ha eletta con una maggioranza risicatissima di 383 voti (appena 9 più del necessario) di fronte a 327 contrari, 22 astensioni e 1 scheda nulla. Decisivi a suo favore sono stati i 14 eurodeputati del M5S, non organici alla maggioranza creatasi nell’Europarlamento intorno al suo nome. Al sì dei grillini si è contrapposto il no della Lega (i partiti di governo in Italia, quindi, si sono spaccati). A favore della von der Leyen si è espresso anzitutto il fronte delle forze pro-europee (popolari, socialisti e democratici e Renew Europe, i liberal-centristi di Macron), ma in modo tutt’altro che compatto: sono mancati, infatti, oltre una settantina di europarlamentari, tra franchi tiratori e schede bianche.
“Mi sento molto onorata, la fiducia che riponete in me la riponete nell’Europa, un’Europa forte e unita da est a ovest, da nord a sud, pronta a combattere per il futuro, invece che contro sé stessa”, ha detto subito la neopresidente “Il compito che dovrò affrontare pesa su di me ed il mio lavoro comincia adesso”, ha aggiunto, ringraziando tutti i membri del Parlamento che l’hanno eletta. “La maggioranza è una maggioranza in politica”, ha detto quando è stata interrogata sulla sua elezione di stretta misura. Molti europarlamentari, infatti, sono stati freddi nei suoi confronti: la politica tedesca era stata presentata, il 2 luglio, dai leader UE, come candidato dell’ultimo minuto, parte di un pacchetto di possibili nomine che è sembrato ignorare i desideri dei parlamentari.
Tra i punti essenziali del suo programma, ha precisato la neopresidente, anzitutto la lotta al cambiamento climatico, con la presentazione di una svolta verde per l’Europa nei primi cento giorni del suo mandato, e l’obbiettivo –pienamente in linea con gli Accordi di Parigi del 2015- di ridurre le emissioni inquinanti, in tutta la UE del 40 per cento entro il 2030. La riforma del Regolamento di Dublino, con la definizione, finalmente, di una vera normativa europea sull’immigrazione, e di un nuovo patto sui migranti, ma con l’obbligo dei salvataggi in mare; il potenziamento del sistema Frontex, con l’assunzione di 11.000 guardie di frontiera entro il 2024 (e non, come inizialmente previsto, il 2027). La promessa, infine, di un salario minimo per tutti i lavoratori, in tutti i Paesi UE. Von der Leyen propone anche di triplicare il budget dedicato al programma per gli scambi universitari Erasmus nel prossimo bilancio pluriennale europeo.
Nel discorso fatto in mattinata, von der Leyen aveva esordito ricordando la figura di Simone Veil, la politica francese, reduce dai lager nazisti, prima donna eletta, nel 1979, presidente del Parlamento Ue, chiedendosi come oggi si possa proseguire il suo impegno “Chi vuole indebolire questa Europa troverà in me una dura nemica”, ha poi avvertito, insistendo al contrario su un rafforzamento dell’Europa. Poi, con un indubbio cambiamento rispetto alla linea della Commissione Juncker, si è detta disposta a garantire un ulteriore proroga della Brexit oltre il 31 ottobre, “nel caso fosse necessario più tempo per motivi validi”- Ha ricordato, infine, che sarà sua cura garantire la parità di genere nella sua Commissione.
“Il mio messaggio a tutti voi: lavoriamo insieme in modo costruttivo”, ha detto la neopresidente: aggiungendo, però, che pur rispettando l’esistenza di governi euroscettici, come in Italia, Polonia e Ungheria, vorrà lavorare solo con politici proeuropei.
“Non ci può essere alcun compromesso quando si tratta di rispettare lo Stato di diritto. Non ci sarà mai”, ha ribadito Ursula in ultimo, citando Polonia e Ungheria come Paesi più volte accusati, negli ultimi tempi, di non rispettare pienamente i principi della democrazia occidentale. E, per avviare nuovi processi di sviluppo, specie delle regioni europee più arretrate, ha promesso di premere sulla Banca Centrale Europea per “sbloccare 1 trilione di euro di investimenti nel prossimo decennio”.
I 28 commissari dell’esecutivo comunitario saranno designati, come prassi, dai vari Paesi dell’Unione (uno per ogni Stato).
di Fabrizio Federici