K metro 0 – Madrid – Negli ultimi giorni oltre 5.000 ettari di foresta nella provincia catalana di Tarragona, in Spagna, sono stati bruciati da incendi estivi sviluppatisi per le alte temperature. Oltre cinquecento vigili del fuoco spagnoli sono ancora al lavoro per fermare le fiamme, spinte dal vento attraverso la vegetazione resa secca dal caldo. Secondo
K metro 0 – Madrid – Negli ultimi giorni oltre 5.000 ettari di foresta nella provincia catalana di Tarragona, in Spagna, sono stati bruciati da incendi estivi sviluppatisi per le alte temperature. Oltre cinquecento vigili del fuoco spagnoli sono ancora al lavoro per fermare le fiamme, spinte dal vento attraverso la vegetazione resa secca dal caldo.
Secondo le autorità, l’incendio nella provincia di Tarragona sarebbe partito, per autocombustione, da un deposito di letame gestito senza le opportune procedure: 53 persone sono state evacuate, 500 vigili del fuoco sono ancora al lavoro; i residenti nella zona sono stati evacuati ed è stato vietato l’accesso all’area ai non autorizzati. Secondo il ministro dell’Interno della Catalogna, Miquel Buch, gli incendi di questi giorni sarebbero i più gravi degli ultimi vent’anni.
“Le previsioni non sono buone, 3.500 ettari sono stati bruciati, ma possono raggiungere i 20.000”, ha avvertito Buch. “Siamo di fronte a un grande incendio che non abbiamo sofferto per anni, ogni irresponsabilità può finire per essere una catastrofe “. L’incendio, come riferito dalle autorità, è iniziato nel comune di Torre de l’Espanyol.
Il compito delle forze antincendio è complesso, perché il vento sta alimentando il fuoco, in un periodo in cui la Spagna, come gran parte dell’Europa, sta attraversando una forte ondata di calore: sono stati utilizzati 17 aerei per estinguere l’incendio, di cui due provenienti dal Ministero della Cultura del Governo centrale. L’esecutivo ha anche organizzato l’unità militare di emergenza, per meglio fronteggiare tutta la situazione. Da parte sua, il sindaco di Torre de l’Espanyol, Joan Juncà, ha ammesso che l’incendio è “totalmente fuori controllo”, e ha precisato che nelle aree circostanti sono state installate strutture per ospitare i residenti che dovevano essere spostati. A sua volta, si è rammaricato che diversi animali siano morti durante l’incendio.
Gli incendi boschivi da gennaio 2019 hanno già bruciato 200 mila ettari di territorio in tutta Europa, più che nell’intero 2018. L’anno scorso oltre 135 mila ettari sono finiti in cenere: i roghi hanno risparmiato solo sei Paesi. I vertici comunitari fanno affidamento sul Meccanismo europeo di Protezione Civile: si tratta del sistema di pronto intervento comunitario per le catastrofi, scattato più di 300 volte dal 2001 in alcune delle emergenze più complesse al mondo. Il Meccanismo è stato rafforzato, in tempo per la stagione estiva, con la normativa “RescEU”: che include una flotta di aerei ed elicotteri per interventi antincendio e potenzia le misure di prevenzione delle catastrofi.
“Le catastrofi e i disastri naturali non hanno confini. Dobbiamo trovare modi per fare in modo che anche la solidarietà europea non abbia confini”, ha commentato Christos Stylianides, Commissario europeo per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi internazionali.