K metro 0 – Berlino – In Germania, proseguono le dimostrazioni iniziate sabato di fronte alla miniera di Garzweiler, nella Renania del Nord-Westfalia: miniera a cielo aperto usata soprattutto per estrarre lignite. Centinaia di attivisti verdi hanno cercato di sfondare il cordone dei poliziotti che impediva l’accesso alla miniera, nel contesto di una campagna organizzata dai “Grunen”
K metro 0 – Berlino – In Germania, proseguono le dimostrazioni iniziate sabato di fronte alla miniera di Garzweiler, nella Renania del Nord-Westfalia: miniera a cielo aperto usata soprattutto per estrarre lignite. Centinaia di attivisti verdi hanno cercato di sfondare il cordone dei poliziotti che impediva l’accesso alla miniera, nel contesto di una campagna organizzata dai “Grunen” contro il persistente uso di combustibili fossili: dai quali il governo di Angela Merkel, secondo gli accordi di Parigi del 2015, ha promesso più volte (analogamente, del resto, al governo del Regno Unito, storica “patria” dei combustibili fossili) di fuoriuscire completamente entro il 2050. Data che, però, i Verdi vorrebbero assolutamente anticipare.
La polizia – comparsa, nelle foto diffuse dalle agenzie, sul crinale di una collina prospiciente la miniera, usando i cavalli, in scene da film western – ha usato spray al peperoncino per cercare di impedire agli attivisti di raggiungere il sito; in precedenza, i manifestanti avevano temporaneamente bloccato una linea ferroviaria utilizzata per il trasporto del carbone. Ognuna delle parti ha accusato l’altra di usare forza non necessaria.
Gli agenti hanno avvertito più volte i manifestanti di non avvicinarsi alla miniera, perché l’accesso non è sicuro: comunicando, poi, che diversi loro colleghi sono rimasti feriti negli scontri. Alcuni degli attivisti erano tra le migliaia di manifestanti che venerdì scorso, ad Aquisgrana, si sono uniti a una dimostrazione degli studenti a sostegno del movimento per lo sciopero scolastico contro le prospettive di cambiamento climatico lanciato dalla teenager svedese Greta Thunberg.
In Germania, è alta la preoccupazione dell’opinione pubblica per i danni all’ambiente, all’equilibrio climatico e alla salute umana prodotti da più fattori: tra i quali l’uso su larga scala (pur diminuito rispetto al passato) dei combustibili fossili svolge un ruolo primario. Di queste preoccupazioni sono da tempo interpreti i Verdi, rafforzati dal grande successo alle elezioni europee: ma anche la storica SPD si sta “riconvertendo” in senso più decisamente ecologista. Senza per questo abbandonare i lavoratori delle miniere; tra i quali è stato sempre diffuso il voto per la socialdemocrazia, e che, anzi, sono i primi cittadini da proteggere dai danni legati ad estrazione e uso dei combustibili fossili.
Persino tra i militanti di estrema destra di AFD, partito che, sinora, non si è pronunciato in campo ecologista, è diffusa la sensibilità ai temi ambientali (sull’onda, del resto, di correnti che erano presenti, a suo tempo, nello stesso movimento nazista); si tratta, quindi, di temi che accomunano la quasi totalità delle forze politiche tedesche.
A parità di energia ottenuta, le emissioni di anidride carbonica liberate dal carbone sono il 30% in più di quelle sprigionate dalla combustione del petrolio, e addirittura il 70% in più rispetto a quelle da gas naturale (come il metano).Nel 2015, in tutto il mondo, sul totale delle emissioni di co2 nell’atmosfera, il 46% è stato causato proprio dalla combustione del carbone; con preoccupanti conseguenze per tutto l’ambiente, come potenziamento di effetto serra, riscaldamento globale e piogge acide.