K metro 0 – Bruxelles – La Commissione europea ha approvato, a titolo delle norme UE in materia di aiuti di Stato, un regime di sostegno alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia. La misura contribuirà alla realizzazione degli obiettivi ambientali dell’UE senza falsare indebitamente la concorrenza. Margrethe Vestager, Commissaria responsabile per la
K metro 0 – Bruxelles – La Commissione europea ha approvato, a titolo delle norme UE in materia di aiuti di Stato, un regime di sostegno alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia. La misura contribuirà alla realizzazione degli obiettivi ambientali dell’UE senza falsare indebitamente la concorrenza.
Margrethe Vestager, Commissaria responsabile per la Concorrenza, ha dichiarato: “Un maggior utilizzo di energie rinnovabili nella produzione di energia è essenziale per il futuro del nostro pianeta e dell’ambiente. Il regime da 5,4 miliardi di euro aumenterà il livello della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia. Questo è in linea con gli obiettivi ambientali dell’UE e con le nostre norme comuni in materia di aiuti di Stato.”
L’Italia intende introdurre una nuova misura di aiuto a sostegno della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, quali l’eolico terrestre, il solare fotovoltaico, l’idroelettrico e i gas residuati dai processi di depurazione. Con una dotazione totale stimata di 5,4 miliardi di EUR e una durata fino al 2021, il regime aiuterà l’Italia a realizzare i suoi obiettivi sul fronte delle energie rinnovabili.
Gli impianti di energia da rinnovabili che beneficeranno del regime riceveranno un sostegno sotto forma di premio in aggiunta al prezzo di mercato. Il premio non potrà essere maggiore della differenza tra il costo medio di produzione per ogni tecnologia di rinnovabili e il prezzo di mercato.
Il regime italiano prevede anche un meccanismo di recupero: se in futuro il prezzo di mercato dovesse superare il costo medio di produzione per ciascuna tecnologia di rinnovabili, gli impianti selezionati non riceverebbero più il premio e dovrebbero invece restituire alle autorità italiane le entrate supplementari. Il sostegno dello Stato si limita così allo stretto necessario.
Per i grandi progetti di oltre 1 megawatt il premio sarà fissato mediante una procedura di gara competitiva aperta a tutti i tipi di impianti, indipendentemente dalla tecnologia di rinnovabili utilizzata. I progetti più piccoli sono scelti in base a una combinazione di criteri ambientali ed economici.
La Commissione ha valutato il regime in base alle norme dell’UE sugli aiuti di Stato, in particolare la disciplina in materia di aiuti di Stato a favore dell’ambiente e dell’energia 2014-2020.
La Commissione ha accertato che l’aiuto ha un effetto di incentivazione, in quanto il prezzo di mercato non copre interamente i costi di produzione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili; è inoltre proporzionato e limitato allo stretto necessario, dato che copre solo la differenza negativa tra il prezzo di mercato dell’energia elettrica e i costi di produzione. Il regime garantisce che questo avvenga anche se i prezzi di mercato aumentano in modo inaspettato.
La Commissione ha pertanto concluso che la misura italiana è compatibile con le norme dell’UE in materia di aiuti di Stato, in quanto promuove la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in linea con gli obiettivi ambientali dell’UE e senza falsare indebitamente la concorrenza.
Contesto
La disciplina della Commissione in materia di aiuti di Stato a favore dell’ambiente e dell’energia 2014-2020 consente agli Stati membri di sostenere la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, a determinate condizioni. Queste norme sono intese ad aiutare gli Stati membri a realizzare gli ambiziosi obiettivi dell’UE sul fronte dell’energia e del clima, contenendo al massimo i costi per i contribuenti ed evitando distorsioni indebite della concorrenza nel mercato unico. La direttiva Rinnovabili ha fissato per queste energie l’obiettivo vincolante del 32 %, che l’UE nel suo insieme deve raggiungere entro il 2030.
Con particolare riguardo alle centrali idroelettriche, l’Italia assicurerà che possano beneficiare del premio soltanto se sono rigorosamente conformi alla normativa UE, soprattutto alla direttiva quadro dell’UE sulle acque.