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Ginevra. L’ILO: “Obiettivo primario è giustizia sociale”

Ginevra. L’ILO: “Obiettivo primario è giustizia sociale”

K metro 0 – Ginevra – Il presidente francese, Emmanuel Macron, durante il suo discorso alla Conferenza Internazionale del Lavoro organizzata a Ginevra dall’ILO, International Labour Organization, l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite per il lavoro, Macron ha parlato di salario minimo europeo e della lotta alle iniquità. Per Macron si tratta di un ritorno alle

K metro 0 – Ginevra – Il presidente francese, Emmanuel Macron, durante il suo discorso alla Conferenza Internazionale del Lavoro organizzata a Ginevra dall’ILO, International Labour Organization, l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite per il lavoro, Macron ha parlato di salario minimo europeo e della lotta alle iniquità. Per Macron si tratta di un ritorno alle idee politiche delle origini.

All’interno dell’evento di martedì, Macron ha parlato anche delle proteste dei Gilet Gialli. Nei mesi scorsi, infatti, è stato messo a repentaglio il suo atto di bilanciamento da promotore delle imprese ben radicato nel Partito Socialista, che ha poi, tra l’altro, abbandonato per formare un partito centrista. “La Francia ha passato momenti difficili nei mesi scorsi. Per me è state un’opportunità”, ha detto il presidente francese. Il discorso è sembrato rivolto al pubblico di casa che ha di frequente messo in dubbio le sue capacità di leader di centrosinistra. Il movimento dei Gilet Gialli, che ha messo in seria crisi Macron, ha perso la sua verve nelle ultime settimane. Le proteste sono iniziate a novembre, quando circa 300mila persone sono scese in strada in Francia. La violenza, in quell’occasione, l’aveva fatta da padrone, danneggiando il movimento, che ha più volte chiesto una maggiore giustizia economica, e facendo posizionare il governo sulla difensiva.

Il presidente francese sostiene di aver fatto molto per quanto riguarda l’equità all’interno del Paese. Nel discorso per il centennale dell’Ilo ha ricordato gli sforzi fatti per ridurre le disparità tra uomini e donne nell’ambiente di lavoro e per cercare di introdurre il salario minimo nell’Unione europea. Riferendosi ai critici e facendo capire che hanno la sua attenzione, ha sottolineato come i fallimenti dei leader “portano al successo degli estremi” e ha ricordato della possibilità che la crisi possa portare le democrazie globali sull’orlo di un conflitto. Macron ha poi ribadito che il suo governo centrista ha avuto difficoltà nel reperire le “giuste soluzioni” e ha ammesso la distanza esistente con gran parte del popolo francese.

Il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, nel suo intervento ha lanciato un monito: “La rapidissima e frenetica riorganizzazione dei processi produttivi sulla base di catene di valore su scala globale, l’incisività delle innovazioni, la crescente frammentarietà delle carriere lavorative individuali, i movimenti migratori, l’invecchiamento della popolazione in alcune aree del mondo e la persistente disoccupazione giovanile, sono tutti processi dirompenti che, se non verranno governati, potrebbero produrre conseguenze potenzialmente imprevedibili”.

Durante la conferenza sono intervenuti anche la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il primo ministro russo, Dmitry Medvedev. La parola del giorno è stata “multilateralità”, con il riferimento alla minaccia portata dall’intelligenza artificiale per i lavori tradizionali. Merkel ha parlato dei progressi da fare nelle condizioni di lavoro e della necessità di trasformare la crescita economica in crescita sociale. “L’agire multilaterale ci sta spingendo in avanti, ne siamo responsabili tutti”, ha dichiarato. Medved, invece, ha lamentato l’impatto negativo di “sanzioni illegali, protezionismo e conflitti commerciali”, evidenziando come l’ordine mondiale sia sotto attacco. Le parole erano, neanche troppo velatamente, rivolte agli Stati Uniti, che si ritrovano nel bel mezzo di una battaglia commerciale con la Cina e hanno imposto sanzioni pesantissime all’Iran.  Tra gli argomenti che ha poi presentato la prima ministra britannica, Theresa May, ci sono la lotta alla schiavitù moderna e i progressi fatti durante il suo mandato, ampiamente adombrato dal fallimento nelle trattative con l’Ue per la Brexit.

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