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Russia, arrestato con accuse infamanti il giornalista investigativo Ivan Golunov

Russia, arrestato con accuse infamanti il giornalista investigativo Ivan Golunov

K metro 0 – Mosca – Il giornalista investigativo russo Ivan Golunov, già autore di varie inchieste sulla corruzione nella classe dirigente e gli intrighi finanziario-mafiosi dell’ambiente moscovita, è stato arrestato lo scorso giovedì a Mosca, con l’accusa, di traffico di stupefacenti. Collaboratore anche della testata online lettone “Meduza”, Golunov, 36 anni, il 6 giugno mentre

K metro 0 – Mosca – Il giornalista investigativo russo Ivan Golunov, già autore di varie inchieste sulla corruzione nella classe dirigente e gli intrighi finanziario-mafiosi dell’ambiente moscovita, è stato arrestato lo scorso giovedì a Mosca, con l’accusa, di traffico di stupefacenti.

Collaboratore anche della testata online lettone “Meduza”, Golunov, 36 anni, il 6 giugno mentre stava andando a incontrare un collega quando è stato fermato e perquisito da agenti, che sostengono di aver trovato nel suo zaino varie dosi di mefedrone (sostanza psicoattiva semisintetica considerata droga leggera, e vietata in vari Paesi europei); e che in una successiva perquisizione nel suo appartamento sarebbero stati ritrovati altre dosi della stessa sostanza, e accessori per il trattamento delle droghe.

La polizia ha pubblicato delle foto che avrebbero mostrato questi accessori in casa di Golunov: foto che, però, riferisce la giornalista russa della BBC Olga Ivshina, sono state poi rapidamente ritirate. Mentre l’avvocato del giornalista, Dmitry Joulay, sostiene che le quantità di droga leggera trovate addosso al suo assistito sono state messe, in realtà, dagli agenti, la polizia stessa ha ammesso che “la maggior parte delle foto pubblicate non sono state scattate nell’appartamento del signor Golunov, ma erano legate a un’altra indagine criminale che potrebbe essere collegata alla sua detenzione”.

Sabato mattina, 8 giugno, il giornalista, in tribunale, è stato accusato ufficialmente di aver tentato di produrre, detenere anche di spacciare sostanze stupefacente. Il tribunale, però, ha respinto la richiesta degli investigatori di detenerlo in custodia cautelare, disponendo solo gli arresti domiciliari. “Siamo convinti che Ivan Golunov sia innocente”, si legge in una dichiarazione pubblicata appunto da “Meduza” e citata poi dalla Reuters. “Inoltre – prosegue il comunicato di “Meduza” – abbiamo motivo di ritenere che Golunov sia perseguitato a causa della sua attività giornalistica”: per la quale il giornalista avrebbe ricevuto recentemente minacce.

La cosa più grave, però, è che nei 2 giorni trascorsi tra l’arresto e il giudizio in tribunale, sembra che il giornalista sia stato picchiato, già al momento dell’arresto e poi durante la detenzione temporanea in una stazione di polizia. Così ha riferito Golunov stesso: al quale, inoltre, sarebbe stato concesso di contattare un amico solo 14 ore dopo l’arresto, e che – sempre secondo il suo legale – durante la permanenza nella stazione di polizia non avrebbe potuto mangiare né dormire. Mentre – ha riferito il dott. Alexander Myasnikov ai media russi e alla BBC di Mosca – una visita medica all’Ospedale n. 71 della capitale ha dimostrato che il giornalista, prima del processo, aveva un’abrasione sulla schiena e lividi intorno a un occhio, ma senza gravi ferite che richiedessero una degenza in ospedale.

Nessuna delle sue costole era rotta, ha aggiunto Myasnikov: dopo aver sostenuto, però, che aveva subìto una frattura (nel primo video di Golunov dopo il suo arresto, pubblicato dal sito di notizie russo “Breaking Mash”, l’uomo effettivamente si alza la maglietta per rivelare i segni sulla schiena). Ma secondo la testimonianza di un altro medico, citata dalle media locali, la situazione sarebbe stata anche più grave; prima di essere portato in ospedale, Golunov aveva “diversi lividi nella gabbia toracica, anteriore e posteriore, segni sulla decima e l’undicesima costola, un sospetto infortunio cranio cerebrale e una sospetta commozione cerebrale”.

Insomma, il caso di Golunov è l’ennesimo episodio di gravi intimidazioni nei confronti di un giornalista in un Paese europeo: che stavolta ha rischiato, però, di sfociare addirittura in un altro “caso Cucchi”. In Russia, molti operatori dell’informazione, personalità dell’opposizione e attivisti per i diritti umani sono stati arrestati, negli ultimi anni, con accuse di traffico di droga apparentemente inventate: che l’opposizione – memore anche del caso Assange, tuttora in corso tra Svezia e Inghilterra – vede come un tentativo di reprimere, in realtà, il dissenso politico. Gran parte dei media russi, del resto, è controllata dallo Stato, e la Federazione Russa, nella classifica di Freedom House dei Paesi in base alla libertà di stampa, su 100 nazioni occupa l’83mo posto. Precise leggi federali sulla disciplina dell’informazione, poi, con formula piuttosto ampia proibiscono la “mancanza di rispetto” nei confronti del Governo.

L’arresto del giornalista, comunque, ha scatenato proteste a Mosca (specie davanti al Tribunale e al ministero dell’Interno) e a San Pietroburgo, e più di una dozzina di persone, soprattutto colleghi di Golunov, sono state arrestate e successivamente rilasciate. Per chiedere il rilascio di Golunov, oltre 70mila persone hanno già firmato una petizione online, e si sono mobilitate varie organizzazioni umanitarie e ong come Reporter senza frontiere e Amnesty International.

 

di Fabrizio Federici

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