K metro 0 – Londra – La corsa al ruolo di successore dell’uscente prima ministra britannica, Theresa May, sta entrando nel vivo. Quest’ultima infatti ha rassegnato le dimissioni, abbandonando la guida del Partito Conservatore, dopo aver fallito nell’opera di convincimento del parlamento sul piano per uscire dall’Unione europea. La scadenza per le nomine per la
K metro 0 – Londra – La corsa al ruolo di successore dell’uscente prima ministra britannica, Theresa May, sta entrando nel vivo. Quest’ultima infatti ha rassegnato le dimissioni, abbandonando la guida del Partito Conservatore, dopo aver fallito nell’opera di convincimento del parlamento sul piano per uscire dall’Unione europea. La scadenza per le nomine per la leadership del partito è fissata per lunedì alle 17:00. Nella lista sono presenti già 42 nomi, ben oltre il limite minimo richiesto di otto. I conservatori non stanno vivendo un periodo particolarmente tranquillo, considerando anche che potrebbero letteralmente regalare voti al Brexit Party in vista delle prossime elezioni nazionali. Lo sfoltimento della lunga lista presentata inizierà questa settimana, durante la quale i nomi verranno proposti al parlamento.
Le figure che stanno suscitando più interesse e che stanno smuovendo le acque in questi giorni sono Rory Stewart, che ricevuto già 5 voti di sostegno, e Boris Johnson, ex ministro degli Esteri britannico e fervente sostenitore della Brexit. Il primo si può considerare un perfetto sconosciuto, almeno per il grande pubblico, 1nonostante il ruolo ricoperto di International Development Secretary. Si è immesso nella corsa elettorale con un certo brio ed è riuscito a calamitare i favori di una buona fetta della popolazione in giro per il Paese. Tuttavia, essere popolare non gli consentirà automaticamente di ricevere sostegno dagli altri membri del partito. Ragionando per bagagli politici accumulati, lo scontro con Boris Johnson è perso in partenza. Stewart però è riuscito a guadagnarsi il consenso popolare in questi giorni partendo dal basso. Il suo team ha studiato nei minimi dettagli l’immagine da dare al pubblico, soprattutto la strategia social è sembrata l’elemento vincente.
Nella giornata di domenica, invece, Boris Johnson ha fatto il suo primo grande intervento pubblico. L’argomento principale è stato ovviamente quello legato all’accordo sulla Brexit. Johnson ha criticato aspramente l’ala pro-Brexit del Partito Conservatore, con la promessa di mantenere una linea dura con Bruxelles sui termini della negoziazione. “Credo che i nostri partner e amici debbano capire che i soldi saranno trattenuti finché non ci sarà chiarezza su cosa accadrà dopo”, ha detto Johnson nell’intervista al Sunday times. “Per ottenere un buon accordo, i soldi sono lo strumento più efficace. Il nostro atteggiamento nei confronti del team di negoziatori sarà differente e lo stesso team cambierà”, l’ex sindaco di Londra ha infatti spiegato che gli ordini arriveranno direttamente dal suo gruppo ministeriale e non da “dipendenti pubblici politicamente imparziali”.
L’Unione europea ha più volte ribadito che non verrà riaperta la discussione sull’accordo di transizione della Brexit raggiunto insieme a Theresa May lo scorso anno. Si tratta dello stesso che il parlamento britannico ha rifiutato per bene tre volte. Bruxelles inoltre non si siederà al tavolo delle trattative con il Regno Unito per un accordo commerciale futuro senza il pagamento delle spese per l’uscita dal blocco.