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Banca di Spagna corregge le previsioni di crescita e mette in guardia sui possibili effetti inflazionistici della crescita degli stipendi minimi   

Banca di Spagna corregge le previsioni di crescita e mette in guardia sui possibili effetti inflazionistici della crescita degli stipendi minimi   

K metro 0 – Madrid – Questo venerdì, la Banca di Spagna ha rivisto la sua previsione di crescita del PIL per il 2019, aumentandola dal 2,2% al 2,4%. Da qui in poi, secondo Óscar Arce, responsabile degli studi sull’argomento, le previsioni si modereranno, e lo studio della Banca di Spagna indica che l’occupazione sarà influenzata

K metro 0 – Madrid – Questo venerdì, la Banca di Spagna ha rivisto la sua previsione di crescita del PIL per il 2019, aumentandola dal 2,2% al 2,4%. Da qui in poi, secondo Óscar Arce, responsabile degli studi sull’argomento, le previsioni si modereranno, e lo studio della Banca di Spagna indica che l’occupazione sarà influenzata dal salario minimo.

Riguardo all’occupazione, lo studio indica che lo scorso anno il 20% delle nuove assunzioni erano al di sotto del corrente salario minimo. Ciononostante, l’occupazione è cresciuta più del previsto. “Questo significa che il salario minimo non ha effetti sull’occupazione? Non necessariamente. L’economia è influenzata da molti altri fattori. L’occupazione è migliorata così come l’attività economica, ovvero, l’eurozona è cresciuta il doppio del previsto. Ancora non conosciamo l’importanza di questo fattore”. Nonostante questo, nello studio persiste la visione negativa sull’impatto dell’aumento del salario minimo. “Gli effetti dell’aumento arrivato all’inizio di quest’anno tenderanno a moderare il dinamismo dell’occupazione nei trimestri successivi”.

Nonostante il rallentamento globale che ha causato il calo delle esportazioni, l’economia si è comportata meglio del previsto durante il primo semestre, spinta dalla spesa pubblica e consumi domestici che hanno resistito meglio di quanto ci si aspettava. Inoltre, i costi di finanziamento sono minori e aiuteranno la crescita. Tra il 2019 e il 2021 la banca prevede che l’attuale andamento dei consumi sarà prolungato grazie all’aumento in competitività, il miglioramento delle risorse del settore privato e la prosecuzione di una politica monetaria favorevole.

A patto che non ci siano sviluppi negativi nei prossimi mesi, i mercati di export tenderanno al recupero, secondo gli studi. Tuttavia, l’aumento del PIL si modererà gradualmente dal momento che i consumi caleranno leggermente. “Prevarrà un senso di incertezza globale” “Tutto ciò porterà, secondo le previsioni, dopo l’aumento del 2,6% del 2018, a una crescita del PIL pari al 2,4% nel 2019, e ad un calo all’ 1,9% nel 2020 e all’ 1,7% nel 2021”, secondo la Banca di Spagna.

È importante considerare che rischi da altri Paesi si stanno intensificando, ad esempio l’aumento di protezionismo, la Brexit e i dubbi sull’economia cinese. Secondo le previsioni gli investimenti diminuiranno dopo il precedente rialzo e ci sarà un declino negli investimenti aziendali, mentre la domanda diminuisce e l’incertezza dovuta alle tensioni commerciali e la Brexit persistono. Il deficit pubblico continuerà a diminuire grazie alla crescita economica. Nonostante questo, il deficit strutturale diminuirà leggermente e continuerà ad essere “a livelli molto alti”. Alla fine del 2019 il deficit pubblico diminuirà dal 2,5% al 2,4%. I guadagni pubblici sono aumentati ma sono aumentate anche le spese, fattore che contrasterà la correzione del deficit. In un contesto di decelerazione delle esportazioni e aumenti del prezzo della benzina, il surplus con altri Paesi prevarrà ma sarà minore. Secondo la Banca di Spagna sarà circa l’1% del PIL al posto del precedente 2%.

 

Di Alfonso Aledo

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