K metro 0/Jobsnews – Londra – La politica e l’economia irrompono nel secondo giorno della visita di stato di Donald Trump in Gran Bretagna, dopo le cerimonie di benvenuto e il banchetto con la regina di ieri. E la Brexit diventa il piatto forte dell’incontro con la premier britannica Theresa May: “si farà e dopo l’uscita della
K metro 0/Jobsnews – Londra – La politica e l’economia irrompono nel secondo giorno della visita di stato di Donald Trump in Gran Bretagna, dopo le cerimonie di benvenuto e il banchetto con la regina di ieri. E la Brexit diventa il piatto forte dell’incontro con la premier britannica Theresa May: “si farà e dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, gli Usa sono pronti ad un accordo commerciale fenomenale” con il Regno Unito, ha auspicato il presidente americano. “Direi che accadrà e che sarebbe il caso che accada, sarebbe una cosa buona per il Paese”, ha detto Trump in quello che è l’ultimo impegno della premier britannica, che il 7 giugno lascerà l’incarico a Downing Street dopo aver fallito nel tentativo di convincere il Parlamento a sostenere l’accordo sulla Brexit raggiunto con l’Unione europea. May “ha fatto un buon lavoro” e “ama molto il suo Paese”, ha assicurato davanti ai giornalisti il presidente Usa, che pure in passato era stato poco morbido con la premier in più di un’occasione. Trump ha persino chiesto alla May di ritirare le dimissioni per concentrarsi sul raggiungimento di un accordo commerciale con gli Usa.
Ma la premier ha elegantemente declinato: “Sono una donna di parola”, ha detto. Momenti di ilarità quando Trump ha rivelato che avrebbe “fatto causa per poi fare un accordo”. Ma, “lei è più brava di me a negoziare”, ha aggiunto rivolgendosi alla May e sottolineando i suoi “grandi meriti”. La premier ha risposto scherzando: “Non ho ascoltato il suo consiglio, preferisco seguire la strada dell’accordo e sono ancora convinta che uscire dall’Ue con una intesa sia la cosa migliore e nell’interesse di tutti”, ha detto. May ha assicurato che insieme a Trump aspira ad un “accordo commerciale ambizioso” dopo l’uscita del Regno Unito dall’Ue. Il presidente Usa, che prima del colloquio aveva auspicato un “accordo di sostanza”, ha insistito “sull’enorme potenziale” che avrebbe una intesa commerciale tra Londra e Washington: potrà “raddoppiare o triplicare” l’interscambio commerciale, valutato intorno ai 240 miliardi di dollari nel 2018, ha assicurato. In un passaggio della conferenza stampa, rispondendo ad una domanda sulla Brexit, Trump ha spiegato che non è sua intenzione “prendere posizioni. Capisco molto bene la questione, ho previsto cosa sarebbe successo”, ha detto. Solo due giorni prima di partire per la capitale britannica, aveva chiesto a Londra di prepararsi al no deal e aveva invitato l’alleato non pagare il contro della Brexit a Bruxelles.
Il Partito laburista britannico ha confermato che Jeremy Corbyn aveva chiesto un incontro a Donald Trump, a margine della visita del presidente americano a Londra, e che è stata la Casa Bianca a rifiutare il colloquio. Corbyn – secondo il Labour – avrebbe voluto difendere di fronte a Trump il suo punto di vista su temi come il dopo Brexit, i cambiamenti climatici o l’immigrazione. Ma la sua assenza al banchetto ufficiale di Buckingham Palace (decisa sulla base della convinzione che il formato di una visita di Stato fosse inopportuna) e la sua partecipazione alle proteste anti Trump devono aver irritato il presidente Usa. In un tweet diffuso dopo la conferenza stampa odierna, il leader dell’opposizione laburista non ha peraltro rinunciato a rilanciare le sue critiche nei confronti di Trump, di Theresa May e dei candidati alla leadership Tory, prendendo di mira il rischio di una Brexit no deal e la prospettiva di un accordo commerciale con gli Usa all’interno del quale – nelle parole del presidente Usa – “nulla sarebbe fuori dal tavolo”, incluso il possibile ingresso di capitali privati Usa nel sistema sanitario nazionale britannico (Nhs). “Questo è il capitalismo del disastro – ha scritto Corbyn – tutti devono capire che la nostra Nhs non è in vendita”.
“Donald Trump is not welcome here”: a migliaia hanno marciato nel centro di Londra, per manifestare la loro opposizione alla presenza del presidente Usa, Donald Trump nel Regno Unito. Una folla colorata, con parrucche, manifesti – molti dai toni ironici e pieni di inventiva – ha scandito slogan di protesta contro le politiche “divisive”, il “fanatismo”, lo “sguardo miope” del presidente americano. A Trafalgar Square si camminava a stento. Da lì, intorno a mezzogiorno, la marcia ha camminato verso Whitehall, dove si trovano gli uffici governativi, fino a Downing Street, la residenza ufficiale e l’ufficio di Theresa May, dove Trump e la premier si riunivano. Lì come previsto il leader laburista, Jeremy Corbyn ha rivolto un appassionato appello a Trump a riflettere su un mondo che “vuole la pace e il disarmo, che sconfigga il razzismo e la misoginia”. In aria, volteggiante sopra le strade della capitale, si è visto fin dalle prime ore del mattino, l’ormai celebre pallone gonfiato con le fattezze di Trump-bebè capriccioso e con il pannolino. A Trafalgar Square, un’altra attrazione era il robot gigante con le fattezze di Trump in giacca, cravatta e cappellino, seduto su una tazza del water dorata intento a twittare alcuni dei suoi classici, recitati da un vicino altoparlante. Un gruppo di attiviste si è anche vestito con i costumi delle protagoniste di ‘The Handmaid’s Tale’, la saga sul regime distopico di Gilead: “E’ così che si comincia”. Imponente il servizio d’ordine predisposto da Scotland Yard, in campo oltre 3mila uomini.
di Beppe Pisa