K metro 0/Jobsnews – Roma – Sono 303 le vittime rilevate in Italia da gennaio ad aprile, di cui 204 gli infortuni registrati in occasione di lavoro e 99 in itinere. Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto sono ancora le regioni in cui si registra il maggior numero di morti sul lavoro. Lo
K metro 0/Jobsnews – Roma – Sono 303 le vittime rilevate in Italia da gennaio ad aprile, di cui 204 gli infortuni registrati in occasione di lavoro e 99 in itinere. Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto sono ancora le regioni in cui si registra il maggior numero di morti sul lavoro. Lo rileva l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega, sulla base dei dati Inail resi noti nei giorni scorsi. Le province più colpite dagli incidenti mortali sul lavoro sono Roma (16), Milano (12), Palermo (7), Napoli e Verona (6). “La flessione della mortalità sul lavoro in Italia si è chiusa con i primi due mesi dell’anno. La stabilità, invece, con il terzo mese. Con aprile, purtroppo, le speranze di un miglioramento dell’emergenza ‘morti bianche’ sono state spazzate via dall’incremento della mortalità del 7,4% in occasione di lavoro”, commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega. “E’ davvero triste dover constatare come anche quest’anno – prosegue Rossato – il nostro Paese non sia in grado di rimarginare in alcun modo questa piaga sociale. Anzi, ogni anno la situazione sembra peggiorare”.
“Le cose non accennano a cambiare nemmeno nel 2019, neppure la maglia nera della graduatoria nazionale delle vittime rilevate in occasione di lavoro”, sottolinea l’Osservatorio. Infatti, è la Lombardia a indossarla con 35 decessi, seguita dal Lazio (23), dalla Campania (19), dalla Sicilia (17), dal Piemonte (16) e dal Veneto ed Emilia-Romagna (15). La scoraggiante graduatoria continua con la Toscana (13), la Puglia (9), l’Abruzzo (8), il Trentino-Alto Adige (7), l’Umbria (5), la Basilicata, la Liguria e le Marche (4), il Molise e la Sardegna (3), il Friuli-Venezia Giulia e la Calabria (2). Quando si tratta, invece, di incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, al primo posto si trova il Molise con un indice pari a 28,6 (più del triplo della media nazionale), seguito dalla Basilicata, dall’Abruzzo e dall’Umbria. Oltre la metà delle vittime aveva un’età compresa tra i 45 e i 64 anni. Le donne che hanno perso la vita nel primo quadrimestre del 2019 sono 26 (4 in occasione di lavoro e 22 in itinere). Ad emergere anche nel primo quadrimestre 2019, è il dato sulle vittime straniere. Ebbene, come nel primo trimestre, anche nei primi quattro mesi del 2019 il risultato appare piuttosto drammatico. Sono, infatti, 40 gli stranieri che hanno perso la vita nel nostro Paese in occasione di lavoro e 16 in itinere.