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Burkina Faso nel caos, attacchi continui dei terroristi contro i militari

Burkina Faso nel caos, attacchi continui dei terroristi contro i militari

K metro 0 /Africa ExPress – Ouagadougou – I terroristi continuano incessantemente i loro attacchi in Burkina Faso. Giovedì scorso, militari dell’operazione Otapuanu (tradotto dalla lingua gulmacema parlata sopratutto nell’est del Burkina Faso, significa “pioggia di fuoco” o “fulmine”), istituita all’inizio di marzo per contrastare il terrorismo e riportare l’autorità dello Stato nell’est e nel centro-est,

K metro 0 /Africa ExPress – Ouagadougou – I terroristi continuano incessantemente i loro attacchi in Burkina Faso. Giovedì scorso, militari dell’operazione Otapuanu (tradotto dalla lingua gulmacema parlata sopratutto nell’est del Burkina Faso, significa “pioggia di fuoco” o “fulmine”), istituita all’inizio di marzo per contrastare il terrorismo e riportare l’autorità dello Stato nell’est e nel centro-est, sono caduti in un’imboscata.

I soldati, guidati da un agente dell’ente Acque e Foreste, dopo aver distrutto una base presumibilmente utilizzata da terroristi, sulla via del ritorno hanno subito un’aggressione da parte di un gruppo armato. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, i soldati burkinabè sarebbero stati sorpresi con lanci di razzi e colpi di una mitragliatrice pesante; i terroristi, molto probabilmente, sapessero che i militari avrebbero percorso proprio quel determinato sentiero al loro rientro.

Durante il conflitto a fuoco è morta la guida e altri tre militari sono stati feriti, mentre i terroristi sono riusciti a fuggire sulle loro motociclette e veicoli tricicli.

Attualmente le forze di difesa e di sicurezza del Burkina Faso stanno consolidando l’operazione Otapuanu per smantellare le basi dei terroristi nelle fitte foreste.

Ouagdougo ha fatto sapere che dall’istituzione del nuovo contingente sono stati distrutti parecchi depositi di armi, oltre al sequestro di molto altro materiale e un centinaio di presunti terroristi sono stati arrestati.

Quindici giorni fa, sempre nel Burkina Faso, nella zona al confine con il Benin, le teste di cuoio francesi hanno liberato quattro ostaggi: una donna statunitense e una seconda di nazionalità sud-coreana, tra loro anche due francesi, che erano rapiti all’inizio del mese durante un safari nel parco Pendjari, nel nord del Benin, al confine con il Burkina Faso. La salma della loro guida beninese era stato ritrovato qualche giorno dopo, quasi irriconoscibile in volto e il corpo crivellato da colpi di arma da fuoco.

E solo pochi giorni dopo è stato ammazzato un sacerdote e quattro fedeli durante la celebrazione domenicale; altri fedeli sono stati uccisi il giorno seguente nel corso di una processione.

 

Cornelia Toelgyes 

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