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Bce. Calo della fiducia sulla crescita nella seconda metà dell’anno

Bce. Calo della fiducia sulla crescita nella seconda metà dell’anno

K metro 0 – Francoforte – Al termine dell’ultima riunione tra i funzionari della Banca Centrale europea le preoccupazioni sulle possibilità di un ritorno ad una crescita economica solida nella seconda metà dell’anno sono aumentate. La Bce sarebbe pronta a impiegare un ulteriore programma di stimolo se fosse necessario. Nel comunicato riguardante l’incontro del 10

K metro 0 – Francoforte – Al termine dell’ultima riunione tra i funzionari della Banca Centrale europea le preoccupazioni sulle possibilità di un ritorno ad una crescita economica solida nella seconda metà dell’anno sono aumentate. La Bce sarebbe pronta a impiegare un ulteriore programma di stimolo se fosse necessario. Nel comunicato riguardante l’incontro del 10 aprile scorso, è stato rilasciato solamente giovedì, si legge che i 25 membri del consiglio esecutivo hanno rilevato che i dati prevedono ancora una ripresa. Tuttavia, si è evinto anche che “in qualche modo la fiducia in questo scenario di base è calata” e che “il ventaglio dei possibili esiti è diventato più ampio”.

L’economia dell’eurozona ha affrontato un “soft patch” alla fine dello scorso anno, una debolezza temporanea. Ciononostante, c’era stata una crescita dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e il rallentamento del mercato globale hanno frenato la produzione economica. Il presidente della Bce, Mario Draghi, al termine dell’incontro di aprile aveva ribadito la disponibilità a mettere in campo tutti gli strumenti per sostenere l’economia, se l’inflazione avesse minacciato una crescita al ribasso. L’obiettivo posto dalla Bce riguardante i livelli di inflazione è quello di tenerli vicini al 2% e ad aprile si era arrivati all’1,7%. Al termine del 2018, la Banca centrale ha posto fine al programma di stimolo, legato all’acquisto di bond, portato avanti per 4 anni e del valore complessivo di 2,6 trilioni di euro. L’operazione era stata conclusa viste le previsioni confortanti sull’inflazione, vicina al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Una settimana di resoconti non incoraggianti sulla crescita e il commercio hanno portato la banca a considerare il mantenimento dello stimolo, anziché l’interruzione. A marzo, la Bce ha rinviato la data per l’incremento dei tassi di interesse dal prossimo autunno alla fine dell’anno. Alcuni analisti, come riporta l’Associated Press, credono che la Bce possa ulteriormente rimandare la scadenza.

La Banca centrale ha seguito l’esempio della Federal Reserve statunitense nelle politiche economiche, soprattutto per quanto riguarda l’interruzione del ritiro degli stimoli impiegati nel periodo della Grande Recessione e delle crisi finanziaria globale. Una finestra temporale più lunga caratterizzata da tassi di interessi bassi sortisce effetti maggiori sulle compagnie e sulle tasche dei consumatori. Il finanziamento è reso più economico nelle operazioni e negli investimenti, e il costo di un prestito per una persona che vuole acquistare una casa attraverso il mutuo è più basso.  Ciononostante, il ritorno economico per i risparmiatori è ridotto, il sistema pensionistico entra in crisi e può modificare il prezzo dei bond e delle azioni, con esiti incerti per i mercati nel caso in cui i tassi dovessero aumentare. Il tasso di riferimento della Bce per i prestiti alle banche è al livello record di zero. Ed è stato anche imposto un tasso negativo dello 0,4 percento sui depositi del settore bancario privato. Il tasso negativo è una penalità vera e propria, tesa a spingere le banche a prestare denaro.

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