fbpx

Chi guiderà la nuova commissione Europea? Ecco l’identikit dei principali candidati

Chi guiderà la nuova commissione Europea? Ecco l’identikit dei principali candidati

K metro 0 – Bruxelles – Chi sarà il successore di Jean Claude Juncker alla presidenza della Commissione europea? In queste nuove elezioni dell’Europarlamento, si sfideranno vari candidati di spicco delle liste in lizza, i cosiddetti “Spitzenkandidaten” (il termine tedesco significa appunto ‘candidato di punta’). Il sistema dello “Spitzkandidat” (usato piu’ volte negli ultimi anni,

K metro 0 – Bruxelles – Chi sarà il successore di Jean Claude Juncker alla presidenza della Commissione europea? In queste nuove elezioni dell’Europarlamento, si sfideranno vari candidati di spicco delle liste in lizza, i cosiddetti “Spitzenkandidaten” (il termine tedesco significa appunto ‘candidato di punta’).

Il sistema dello “Spitzkandidat” (usato piu’ volte negli ultimi anni, nel 2014 per l’elezione appunto di Juncker) prevede che il candidato del gruppo più votato alle elezioni diventi automaticamente Presidente della Commissione. Ma questo metodo non piace a molti governi, non essendo previsto dal Trattato dell’Unione europea: il quale stabilisce invece che l’indicazione del presidente della Commissione spetta al Consiglio, che a maggioranza qualificata propone un nome che l’Europarlamento dovrà poi confermare a maggioranza dei suoi membri. I vari Stati non hanno nessuna intenzione di rinunciare alla prerogativa politica di scegliere il prossimo capo dell’Unione: così la pensano molti leader, da Emmanuel Macron a Donald Tusk, compreso lo stesso Giuseppe Conte, che all’ultimo vertice Ue di Sibiu, ha fatto chiaramente capire che quello dei ‘candidati di punta’ è solo uno dei possibili metodi. È probabile, da quello che trapela a Bruxelles, che la partita per la scelta del prossimo presidente della Commissione si giochi appunto sul piano dei contatti intergovernativi, a partire dal summit straordinario dei Capi di Stato e di Governo che è già stato convocato per il 28 maggio, il giorno dopo il voto.

Ma chi sono gli Spitzenkandidaten?

Il più quotato è Manfred Weber, tedesco, 46 anni, candidato del Partito Popolare Europeo. Esponente della CSU, la “gemella” bavarese della CDU di Angela Merkel, eurodeputato dal 2004 e attuale capogruppo del PPE a Strasburgo, è stato scelto dal suo partito al congresso di Helsinki a novembre. Appoggiato tra gli altri da Forza Italia, oltre ovviamente alla CDU, Weber è un europeista convinto. Ma anche se nelle ultime settimane ha escluso un’alleanza post-voto con i sovranisti di Matteo Salvini, su molti temi (difesa della famiglia tradizionale, immigrazione, fermezza sulla difesa delle frontiere esterne della UE, e altri) non è troppo lontano dalla destra, e potrebbe effettivamente spostare a destra le posizioni dei Popolari.

Ma in buona posizione è anche Frans Timmermans, olandese, 57enne, poliglotta, attuale Vicepresidente della Commissione, candidato dei Socialisti. Ex diplomatico e ministro degli Esteri, un’adolescenza trascorsa in Italia a causa del lavoro del padre, archivista all’ambasciata dei Paesi Bassi, parla perfettamente la nostra lingua. Nella prima parte di quest’ultima legislatura europea, ha gestito il negoziato con la Turchia dopo la grande crisi migratoria del 2015. Poi, in quanto responsabile del dossier sulla difesa dello Stato di diritto, ha dovuto scontrarsi coi governi di vari Paesi dell’est, come Ungheria e Romania. Il suo programma è centrato sulla creazione di un’Europa più sociale e con piu’ attenzione ai problemi del lavoro.

Una donna, Margrethe Vestager, è la ‘Spitzenkandidat” dell’ALDE, l’Alleanza dei Liberali e Democratici Europei. Combattiva commissaria per la Concorrenza, ha messo a punto le maximulte che l’Antitrust Ue ha inflitto ai colossi della Silicon Valley, da Google a Facebook ad Amazon. Danese, liberale di sinistra, 51 enne, già ministro dell’Istruzione, dell’Economia e dell’Interno del suo Paese, la Vestager potrebbe essere il nome forte di una Commissione rinnovata e al femminile, se il blocco liberale, in accordo con Popolari e Socialisti, dovesse esprimere la presidenza. Vestager, comunque, non è l’unica candidata dei liberali: in corsa sono anche altre personalità, dall’italiana Emma Bonino all’attuale capogruppo dell’Alde, Guy Verhofstadt.

Viene poi il ceco Jan Zahardil, 56 anni, europarlamentare dal 2004, ingegnere e ricercatore di professione: che diventerebbe presidente della Commissione se a vincere fossero i Conservatori e Riformisti. Ipotesi, però, poco probabile, anche a causa del previsto crollo, alle elezioni del 23-26 maggio, dei Tories britannici (che sconteranno, probabilmente, la linea incerta e oscillante seguita, sulla Brexit, dalla loro leader Angela May): che al momento sono la componente più numerosa del gruppo, insieme al PiS polacco. Liberista in economia, non esattamente sovranista, ma senz’altroeurocritico e anti-establishment, con venatire populistiche, Zahardil chiede una restituzione di competenze agli Stati membri e un’Europa meno centralizzata: e punta a fare del gruppo Ecr una sorta di cerniera tra Popolari e sovranisti.

La 32nne tedesca Ska Keller, esponente dei Verdi, è la più giovane tra i candidati alla guida della Commissione, anche se può vantare già l’esperienza di due legislature a Strasburgo. È convinta che l’unica vera risposta all’avanzata delle destre in Europa sia il movimento ambientalista, e vuole una “Europa sociale, democratica ed ecologica”. Tra i punti del suo programma c’è anche il reddito minimo negli Stati dell’Unione europea, la difesa dello Stato di diritto e la lotta alla corruzione. L’altro candidato dei Verdi è l’olandese Bas Eickhout, del Partito Verde dei Paesi Bassi, GroenLinks.

Nico Cuè e Violeta Tomic, infine, sono i due candidati della Sinistra che si riuniscono nel gruppo della Gue. Nico Cuè, nato nelle Asturie, in Spagna, sotto la dittatura di Franco, si è trasferito da piccolo in Belgio. Oggi è un sindacalista di primo piano. ed è stato per 10 anni segretario Generale dei lavoratori siderurgici nel sindacato FGBT. La slovena Violeta Tomic, di Sarajevo, è membro del Parlamento del suo Paese dal 2014 ed è vice-coordinatore del partito di sinistra radicale Levica. Un’Europa più sociale e attenta ai diritti del lavoro e ai cambiamenti climatici sono le parole d’ordine dei due candidati della Sinistra: che chiedono all’Unione un cambio di passo per il superamento del neo-liberismo che ha improntato le politiche degli ultimi decenni, e specialmente quelle della Commissione guidata da Barroso, subito dopo la grande crisi economica mondiale iniziata nel 2009.

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: