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Spagna. I cinque separatisti catalani scortati al Parlamento spagnolo per l’insediamento

Spagna. I cinque separatisti catalani scortati al Parlamento spagnolo per l’insediamento

K metro 0 – Cinque membri catalani del parlamento spagnolo appena eletti, in custodia cautelare per il coinvolgimento nel tentativo di secessione del 2017, hanno lasciato la prigione lunedì per portare a termine le formalità legate all’insediamento nel Congresso e nel Senato a Madrid. Alle elezioni nazionali del 28 aprile, Jordi Sànchez, Jordi Turule, Josep

K metro 0 – Cinque membri catalani del parlamento spagnolo appena eletti, in custodia cautelare per il coinvolgimento nel tentativo di secessione del 2017, hanno lasciato la prigione lunedì per portare a termine le formalità legate all’insediamento nel Congresso e nel Senato a Madrid. Alle elezioni nazionali del 28 aprile, Jordi Sànchez, Jordi Turule, Josep Rull di Junts per Catalunya (Uniti per la Catalogna) e Oriol Junqueras, leader della Sinistra Repubblicana catalana (ERC), sono stati eletti deputati al Congresso, mentre Raül Romeva dell’ERC ha ottenuto il seggio al Senato.

La suprema corte spagnola ha consentito ai nuovi eletti di lasciare la prigione a condizione che fossero costantemente sorvegliati dalla polizia, e che fossero tornati al carcere di Soto del Real a Madrid “al piu’ presto”. I quattro sono arrivati all’interno di un furgone della guardia civile alla camera bassa, poco dopo le dieci di mattina nella giornata di lunedì, e sono stati fatti passare da un ingresso secondario. Qualche minuto più tardi erano all’interno dell’edificio per compilare i documenti necessari all’insediamento e per presenziare alla foto di rito. I leader separatisti sono rimasti all’interno del Congresso per circa 70 minuti, anche se il processo richiede di solito mezz’ora.

Le linee guida della suprema corte, inoltre, hanno impedito ai nuovi parlamentari di passare del tempo con i membri delle proprie famiglie o di parlare alla stampa. La nuova portavoce al Congresso di Junts per Catalunya, Laura Borrás, ha definito le restrizioni imposte come “riprovevoli” e “vergognose”.I leader indipendentisti sono stati raggiunti dai membri del proprio partito e da alcuni legali all’interno del Congresso e hanno pubblicato alcuni messaggi sui social mentre erano all’interno dell’edificio. In un video pubblicato su Twitter, Junqueras, che potrebbe scontare fino a 25 anni di prigione per ribellione e utilizzo improprio dei fondi pubblici, per il suo coinvolgimento nel referendum non autorizzato del 1° ottobre 2017, ha dichiarato di essere orgoglioso di essere stato eletto come deputato. Poi si è rivolto ai propri elettori e li ha incoraggiati ad andare a votare per ERC alle prossime comunali, regionali ed europee del 26 maggio per “portare la libertà all’interno del paese”. Anche Rull ha condiviso un video in cui ribadisce che: “Non esiste una causa catalana, è una causa per la libertà”

Gli agenti di polizia hanno controllato i separatisti per tutto il tempo in cui sono stati all’interno del Congresso, alcuni hanno sorvegliato l’esterno dell’edificio. I cinque hanno ricevuto ognuno un dispositivo tecnologico di cui sono provvisti tutti i parlamentari, ma sono stati costretti a consegnarlo in custodia a degli amici per il periodo in cui saranno in prigione. Romeva è arrivato in Senato attorno alle 09:51, secondo quanto riporta El Paìs e ha completato tutto l’iter formale in sette minuti. Ai separatisti è stato poi permesso di partecipare alla seduta di apertura di Senato e Congresso di oggi. Una volta insediati, la suprema corte notificherà la sospensione dell’incarico, secondo l’articolo 384 della legge di procedura penale, che manda in stand-by automatico l’incarico di un funzionario pubblico accusato di ribellione. Se la corte dovesse confermare la sospensione, la palla passerà ai leader congressuali, che dovranno decidere se sostituire i deputati o se ridurre il numero dei seggi a 346.

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