K metro 0 – Madrid -La banca Santander, un’importante istituzione spagnola e una delle banche più importanti al mondo, ha sollevato in questa settimana, la necessità di chiudere circa 1.150 uffici, di cui il 26,4% nel territorio spagnolo: che saranno 4.366 fino a dicembre, secondo il rapporto. Suggerisce anche il licenziamento di 3.713 dipendenti, circa
K metro 0 – Madrid -La banca Santander, un’importante istituzione spagnola e una delle banche più importanti al mondo, ha sollevato in questa settimana, la necessità di chiudere circa 1.150 uffici, di cui il 26,4% nel territorio spagnolo: che saranno 4.366 fino a dicembre, secondo il rapporto. Suggerisce anche il licenziamento di 3.713 dipendenti, circa l’11% del totale, che ammontava a 32.313 persone alla fine dell’anno scorso.
Il processo, come spiegato dalla CCOO (una confederazione sindacale spagnola), riguarderà principalmente la rete commerciale della banca, le sue strutture di supporto e i servizi principali, in modo da “razionalizzare le sovrapposizioni, i licenziamenti e le duplicità”: una volta che sarà completata l’integrazione tecnologica tra Santander e la Popular, una banca che la Santander stessa ha acquisito nel giugno 2017, dopo l’intervento delle autorità europee e prima dei suoi problemi di liquidità.
Questa regolarizzazione del lavoro rappresenta il secondo grande assestamento effettuato da Santander dopo l’acquisizione di Popular. Il primo, firmato a dicembre 2017, ha avuto effetto su 1,100 dipendenti della sede centrale, portandoli al pensionamento anticipato dai 50 anni d’età. In quel caso, due su tre persone che hanno lasciato il gruppo hanno lavorato fino al 2017 per la Banca Popular, 1.080 licenziamenti sono stati volontari e 20 sono stati forzati.
Il piano di Santander giunge solo alcuni giorni dopo che CaixaBank (altra importante banca spagnola) ha concordato coi sindacati una riduzione del personale di 2,157 dipendenti, legata alla digitalizzazione dei suoi servizi e alla chiusura di 786 uffici. In questo caso ogni licenziamento sarà volontario ed includerà pensionamento anticipato dai 52 anni d’età col 57% del salario e pagamento dei contributi fino ai 63 anni d’età.
Entrambi i processi fanno parte di una “gara di grandi banche” per ridurre i costi ed aumentare i margini di guadagno, in un ambiente generale europeo segnato, ora, da tassi d’interesse più bassi che in passato. La Banca di Spagna ha incoraggiato tale atteggiamento la scorsa settimana, ma ha ricordato al settore che ci sono altre alternative per aumentare l’efficienza al di fuori della riduzione di personale.
Il sub governatore Margarita Delgado ha persino rimarcato che la Spagna è al di sotto della media europea delle persone occupate nel settore finanziario per numero di abitanti, anche se ha riconosciuto, d’altro canto, che il numero di uffici è ancora al di sopra della media europea e c’è “potenziale” per migliorare ancora. In particolare, il settore dovrebbe chiudere ancora 821 uffici – in aggiunta a quelli pianificati da Santander e CaixaBank – per bilanciare il rapporto di uffici ogni 100.000 abitanti (400) e quello dell’Unione Europea (600).
di Pilar Rivas