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Germania. I cambiamenti climatici mettono in discussione l’industria automobilistica

Germania. I cambiamenti climatici mettono in discussione l’industria automobilistica

K metro 0 – Berlino – In Germania, nazione dove l’industria automobilistica la fa da padrone, i cambiamenti climatici stanno diventando un serio argomento di discussione, che sta dividendo l’opinione pubblica a pochi giorni dalle elezioni europee. Un sondaggio proposto da Deutschland Trend ha segnalato che il 48% degli intervistati è preoccupato seriamente per le

K metro 0 – Berlino – In Germania, nazione dove l’industria automobilistica la fa da padrone, i cambiamenti climatici stanno diventando un serio argomento di discussione, che sta dividendo l’opinione pubblica a pochi giorni dalle elezioni europee. Un sondaggio proposto da Deutschland Trend ha segnalato che il 48% degli intervistati è preoccupato seriamente per le politiche riguardanti il clima.

Da una parte ci sono giovani cittadini che pretendono azioni immediate per imboccare la strada dell’annullamento delle emissioni. Dall’altra, una generazione più anziana che trae profitto dall’industria del carbone tedesca e dal settore delle auto, elemento trainante dell’economia. Il direttore del Centro Ricerche automobilistiche di Duisburg-Essen, Ferdindand Dudenhoeffer, ha spiegato che “i giovani sono molto più coinvolti nella digitalizzazione. Preferiscono avere l’ultimo iPhone piuttosto che una macchina”. Le auto però sono il cuore pulsante della Germania, patria di Volkswagen, BMW e Daimler-Benz. Il paese ha sfornato circa 5 milioni e mezzo di auto nel 2017, secondo quanto riportato dall’Agenzia tedesca per gli investimenti commerciali. Nell’industria automobilistica, inoltre, lavorano 820mila persone, un settore che occupa quasi il 20% della produzione industriale. L’autobahn, autostrada priva di limitazioni e paradiso per gli amanti della velocità, attraversa tutta la nazione. Tuttavia, questa particolare area industriale è stata colpita gravemente dall’attivismo climatico e dallo scandalo “Dieselgate” del 2015, che ha rivelato che Volkwsagen, insieme ad altre compagnie, cercava di aggirare i limiti di emissioni imposti. Il crollo delle vendite nel settore ha quasi fatto finire la nazione in recessione.

Questo il parere dell’analista auto, Duddenhofer: “Una grande fetta della popolazione ha compreso solo adesso la minaccia portata dai cambiamenti climatici. Visto che tutto il mondo sta spingendo per ridurre le emissioni, i produttori hanno dovuto adeguarsi hanno abbandonato i vecchi modelli”, ha spiegato. “Volkswagen, Mercedes e Bmw vogliono modelli ecologici. Non c’è nessun’altra opzione se non quella di passare all’elettrico puro”. Il governo tedesco, nel Piano d’azione sul clima svelato a inizio anno, ha promesso di ridurre le emissioni di 95 milioni di tonnellate entro il 2030. Ma nel disegno non si parla di una scadenza per il raggiungimento delle emissioni zero da parte dell’industria automobilistica. Le responsabilità sulla questione sono state liquidate, i limiti per le nuove auto saranno imposti a livello europeo, non nazionale.

Per gli attivisti del clima non si è fatto abbastanza ed è comunque troppo tardi. Ad aprile, in un dibattito con il ministro dell’Economia tedesco, Peter Altmeier, Luisa Neubauer, 23enne di Fridays For Future ha parlato così: “Il nostro futuro vale molto meno di quello della Volkswagen a quanto pare!”. Alcuni partiti sono riusciti a giovare del malcontento, come i Verdi. Nato da una costola dell’estrema sinistra, il partito si posiziona per ora attorno al 20% delle preferenze e ha come soli avversari la sinistra dei Socialdemocratici, lontana l’estrema destra di Alternative for Germany. “Le persone hanno finalmente capito che esiste una crisi climatica ed è reale”, ha detto Oliver Krischner, membro di spicco dei Verdi. “Tutti i nostri sforzi stanno per essere ripagati. Quando non eravamo tra i partiti di maggioranza e non finivamo sui giornali, davamo comunque priorità ai cambiamenti climatici. Gli elettori vedono in noi un impegno genuino e concreto nei confronti di una tematica così importante e delicata”.

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