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Siria. Medici senza frontiere: morte e sofferenza per bambini e donne nel campo di Al Hol è una vera crisi umanitaria

Siria. Medici senza frontiere: morte e sofferenza per bambini e donne nel campo di Al Hol è una vera crisi umanitaria

K metro 0 – Siria – Nel campo di Al Hol, in Siria nord-orientale, i bambini stanno morendo a causa di malattie prevenibili e le donne partoriscono in condizioni non sicure. È la condizione di circa 73.000 persone, per il 94% donne e bambini, sfollate dal governatorato di Deir Ez Zor dopo le ultime battaglie tra il

K metro 0 – Siria – Nel campo di Al Hol, in Siria nord-orientale, i bambini stanno morendo a causa di malattie prevenibili e le donne partoriscono in condizioni non sicure. È la condizione di circa 73.000 persone, per il 94% donne e bambini, sfollate dal governatorato di Deir Ez Zor dopo le ultime battaglie tra il gruppo dello Stato Islamico e le Forze democratiche siriane. Lo rivela Medici senza frontiere (Msf)

La maggior parte delle persone è arrivata al campo tra dicembre 2018 e marzo 2019, per fuggire dai violenti combattimenti di terra e attacchi aerei o perché costrette a lasciare l’area. Al loro arrivo, alcuni erano feriti, molti estremamente vulnerabili per essere sopravvissuti settimane vicino alla linea del fronte, senza cibo sufficiente e cure mediche. Le difficoltà del trasferimento e le condizioni meteo avverse hanno ulteriormente aggravato le già precarie condizioni di salute.

“Sono arrivati stipati nel retro dei furgoni. Quasi tutti erano ricoperti di fango, molti erano feriti o malati. Le persone erano affamate e i bambini malnutriti” dichiara Will Turner, responsabile di Msf per l’emergenza in Siria.

In poco tempo, la situazione del campo di Al Hol è diventata una vera e propria crisi umanitaria: i nuovi arrivati vivono in condizioni di sovraffollamento, con poco cibo, acqua, ripari e servizi igienico-sanitari. Le persone sono trattenute nel campo dalle forze di sicurezza locali e dopo diversi mesi i loro bisogni continuano a rimanere insoddisfatti.

Nonostante alcuni servizi medici di base siano disponibili, non sono equamente distribuiti o accessibili tra gli abitanti del campo.

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