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Elezioni europee: Una Francia confusa, tra manifestazioni, arresti e incertezze politiche, si avvia la corsa politica

Elezioni europee: Una Francia confusa, tra manifestazioni, arresti e incertezze politiche, si avvia la corsa politica

K metro 0 – Parigi – In queste prossime elezioni europee, alla fine, in Francia non ci sarà (come qualcuno aveva ipotizzato, tenendo presenti anche i contatti intercorsi tra questo movimento e l’M5S italiano) un partito dei Gilet gialli: anche se varie liste minori possono essere in qualche modo riconducibili al movimento di protesta nato lo scorso novembre.

K metro 0 – Parigi – In queste prossime elezioni europee, alla fine, in Francia non ci sarà (come qualcuno aveva ipotizzato, tenendo presenti anche i contatti intercorsi tra questo movimento e l’M5S italiano) un partito dei Gilet gialli: anche se varie liste minori possono essere in qualche modo riconducibili al movimento di protesta nato lo scorso novembre.

In uno scenario ancora piuttosto caotico, l’istituto di ricerche sociali Harris ha realizzato un sondaggio, in data 30 aprile, che sarebbe più che positivo per il presidente Emmanuel Macron.

La situazione politica in Francia non è delle più semplici: tra le ultime novità, comunque, c’è la discesa in campo anche di un’altra formazione, quella “France Insoumise” di Jean. Luc Mélenchon che già guarda alle presidenziali del 2022, ponendo fortemente l’accento – un po’ come il “Podemos” spagnolo – sulla sovranità popolare, con toni in parte neomarxisti.  Le proteste dei Gilet gialli – pur con evidente calo di partecipazione nelle ultime manifestazioni – non si sono fermate. E la manifestazione di protesta “tradizionale”, in chiave riformista, organizzata a Parigi, il 1° maggio, dai sindacarti – la socialista CFDT e l’UNSA, cui si è aggiunta, nel pomeriggio, la CGT, equivalente della nostra CGIL – è stata sommersa dalle violenze dei gilet gialli piu’ estremisti e (chi si rivede!) dei Black.block:  in uno scenario – con risposte altrettanto dure della polizia – che ha ricordato pericolosamente quello di Genova 2001.

La repressione da parte delle forze dell’ordine, da novembre scorso ad oggi, è stata consistente: secondo vari dati – raccolti dal giornalista e regista francese David Dufresne, e parzialmente confermati dallo stesso Mélenchon, pochi giorni fa, in un ‘intervista rilasciata a “Il Manifesto” – 800 persone sono finite in carcere, piu ‘ di 2000 manifestanti sono stati feriti, una persona è deceduta, 23 avrebbero perso un occhio e 5 una mano.

L’Eliseo, com’è noto, tra marzo e fine aprile ha presentato un consistente pacchetto di proposte per andare incontro alle richieste dei manifestanti, cui da poco se n’è aggiunto un altro. La proposta più spettacolare di Macron (che peraltro, se si realizzasse, si tradurrebbe in un danno per tutto il Paese) è la soppressione dell’Ena, l’Ecole nationale d’administration, la grande école degli alti funzionari statali creata nel ’45- ‘46 da De Gaulle per democratizzare l’accesso all’alta amministrazione, grazie al concorso di entrata aperto a tutti i buoni allievi delle scuole secondarie: che oggi, però, è presa dalla protesta a simbolo dell’elite dominante.

Il Presidente pensa, inoltre, a un potenziamento dell’istituto del RIC, il referendum di iniziativa condivisa, tra parlamentari e cittadini (che dovrebbe diventare più accessibile, con un abbassamento del numero di deputati e di elettori per richiederlo), limitandolo però – sul modello svizzero – a questioni di rilievo locale; e, sempre per. rispondere alla richiesta di democrazia partecipativa, di tirare a sorte 300 cittadini perché partecipino periodicamente alle maggiori decisioni, in particolare sulla transizione energetica. In programma anche un maggiore potere ai sindaci, i politici che conservano ancora un po’ di popolarità, e che, tuttavia, In Francia hanno avuto sempre poteri limitati dal forte accentramento amministrativo.

In questa situazione di sostanziale caos, tra manifestazioni, arresti e incertezze politiche, dal sondaggio realizzato dall’istituto Harris emergerebbe comunque un Macron ancora in testa: mentre i socialisti, sempre più in crisi, rischiano ora di andare sotto la soglia di sbarramento del 5%.

Così, come in Italia, anche in Francia le urne per le elezioni europee si apriranno domenica 26 maggio. Ci sarà un’unica circoscrizione elettorale, non più otto come in passato: con le liste che per eleggere propri candidati secondo i principi proporzionali, dovranno superare appunto la soglia di sbarramento del 5%.

 

Redazione con Salvatore Rondello

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