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Grecia-Turchia, si inasprisce la contesa sulle isole dell’Egeo, in un’area già percorsa da forti tensioni

Grecia-Turchia, si inasprisce la contesa sulle isole dell’Egeo, in un’area già percorsa da forti tensioni

K metro 0 – Atene – La storica disputa fra Turchia e Grecia in merito alla sovranità su varie isole del Mare Egeo (alcune delle quali ricche di risorse naturali) ha registrato, il 12 maggio, un altro scambio di polemiche fra Atene e Ankara: contribuendo all’acuirsi dei contrasti tra i due Paesi, in un’area già

K metro 0 – Atene – La storica disputa fra Turchia e Grecia in merito alla sovranità su varie isole del Mare Egeo (alcune delle quali ricche di risorse naturali) ha registrato, il 12 maggio, un altro scambio di polemiche fra Atene e Ankara: contribuendo all’acuirsi dei contrasti tra i due Paesi, in un’area già percorsa da forti tensioni geopolitiche e da consistenti flussi migratori. Il Premier ellenico Alexis Tsipras ha risposto con forza ad Hami Aksoy, portavoce del ministro degli Esteri turco: che il 12 maggio ha accusato la Grecia, “nostro amico e alleato”, di coinvolgere organizzazioni internazionali, tra cui la NATO, in dispute nate solo per “giustificare le sue posizioni nazionali”.

Aksoy ha ripetuto la tesi turca che “le isole dell’Egeo orientale erano state poste in uno status di demilitarizzazione da vari accordi internazionali, incluso quelli di Losanna del 1923 e di Parigi del 1947” (conclusivi, rispettivamente, della guerra di liberazione nazionale turca condotta negli anni ’20 da Ataturk, e della Seconda guerra mondiale). E che, perciò, “Le navi militari operanti nel Mare Egeo in attività della NATO dovrebbero trattenersi dall’approdare in queste isole smilitarizzate, anche solo per fare rifornimento o portare delle visite”. Violare queste condizioni – ha sottolineato il ministero degli Esteri turco tramite il suo portavoce – equivale a violare “il potere dell’Alleanza atlantica di evitare coinvolgimenti in dispute bilaterali tra i suoi membri”.

In risposta, il portavoce del ministro degli Esteri di Atene, Alexandros Gennimatas, esprimendo quella che è anzitutto la linea del premier Tsipras, ha detto che “inaccettabili e infondate rivendicazioni contro la Grecia minano la stabilità dell’area e la coesione dell’Alleanza atlantica. Simili rivendicazioni non hanno assolutamente alcun fondamento nel diritto internazionale e hanno già ricevuto appropriatamente e ripetutamente risposta”. “Noi ricordiamo alla Turchia – ha proseguito Gennimatas – che lo status legale dell’Egeo è stato regolato – espressamente e senza possibilità di sollevare altre questioni – dai Trattati di Losanna e di Parigi del 1923 e del 1947. Quest’ultimo, comunque, non riconosceva diritti alla Turchia perché essa non era uno dei contraenti (Ankara, infatti, aveva partecipato alla Seconda guerra mondiale solo nei suoi ultimi mesi, N. d. R.). Inoltre, sulla base della Carta delle Nazioni Unite, la Grecia non rinuncerà mai al diritto di prendere appropriate misure per difendere legalmente e proteggere la sua sovranità e integrità territoriale…Richiamiamo la Turchia a rispettare i suoi doveri, che partono dall’art. 1 del Trattato di Washington (istitutivo della NATO, N.d. R.) e dall’art. 2(4) della Carta delle Nazioni Unite, e ad astenersi da ogni minaccia di usare violenza o, comunque, di compiere azioni illegali unilaterali. La condizione chiave per la stabilità nella nostra turbolenta area – ha concluso Gennimatas – è la stretta implementazione del diritto internazionale e del diritto marittimo, così come vengono applicati, e non come desidera la Turchia, interpretandoli arbitrariamente… Solo in questo contesto può trovare spazio un dialogo onesto”.

Ambedue le parti, in sostanza, si accusano reciprocamente di voler forzare a proprio vantaggio lo “statu quo” del Mare Egeo, che è abbastanza complesso.

Il Trattato di Losanna del ’23, infatti, esattamente, dispose la smilitarizzazione delle isole greche di Lemno e Samotracia: vicina, quest’ultima, allo Stretto dei Dardanelli, che fu anch’esso pienamente smilitarizzato, insieme a due isole turche. Poi, però, l’altro Trattato di Montreux, firmato nel 1936, alla fine dell’era di Ataturk, dette esplicitamente alla Turchia il diritto di rimilitarizzare la zona: alla Grecia non fu riconosciuto un analogo diritto, ma la Turchia riconobbe che la stessa norma andava estesa anche alle isole greche dell’Egeo.

Il Trattato di Parigi, invece, concluso tra le  potenze alleate della Seconda guerra mondiale e l’ Italia  (accordo tirato in ballo, nella polemica, dalle autorità turche, ma che la Turchia, la quale non aveva mai dichiarato guerra all’ italia, non aveva firmato), aveva assegnato alla Grecia le isole del Dodecanneso (tra cui Rodi e Patmos),  nell’ Egeo orientale  (già sotto sovranità turca, poi occupate dall’ Italia nella guerra di Libia del 1911, e rimaste sotto sovranità italiana sino al 1943). L’interpretazione greca di questa parte del Trattato di Parigi è che la Turchia, non avendo firmato l’accordo stesso, diversamente che per altre isole dell’Egeo non può avanzare alcuna pretesa su questo arcipelago.

 

di Fabrizio Federici

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