K metro 0/Jobsnews – Tunisia – Almeno 60 migranti sono annegati oggi in un naufragio al largo della costa di Sfax, in Tunisia. Lo riporta Alarm Phone, spiegando che la barca era partita probabilmente dalla Libia. Durante le operazioni di soccorso almeno 16 persone state salvate, ma il numero delle vittime potrebbe aumentare. L’Organizzazione internazionale
K metro 0/Jobsnews – Tunisia – Almeno 60 migranti sono annegati oggi in un naufragio al largo della costa di Sfax, in Tunisia. Lo riporta Alarm Phone, spiegando che la barca era partita probabilmente dalla Libia. Durante le operazioni di soccorso almeno 16 persone state salvate, ma il numero delle vittime potrebbe aumentare. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha confermato la morte di “almeno 50 migranti” nel naufragio avvenuto al largo dell’isola Kerkennah, vicino a Sfax, in Tunisia. L’imbarcazione affondata era partita da Zuara, in Libia, e vi sarebbero 16 sopravvissuti. Un secondo episodio si è verificato poco dopo, quando un’unità della Guardia costiera libica ha fermato un altro natante con a bordo 101 migranti, tra cui due donne: tutti sono stati riportati a terra nella città libica di Khoms. Con la tragedia di Sfax, il numero dei morti e dispersi in mare da inizio anno ha superato quota 500. Secondo i dati aggiornati all’8 maggio scorso, infatti, i decessi da inizio anno erano pari 493, di cui 307 nella rotta del Mediterraneo centrale tra Libia e Italia. Nello stesso periodo del 2018, invece, i morti confermati erano 602, di cui 383 sulla rotta tra le coste libiche e la Sicilia. Sono 17 mila i migranti e i rifugiati entrati in Europa via mare da inizio anno fino all’8 maggio scorso, in calo di circa il 30 per cento rispetto ai 24.492 ingressi registrati nello stesso periodo dello scorso anno.
La Mare Jonio, scortata da una motovedetta della Guardia di Finanza, ha fatto il suo ingresso al porto di Lampedusa per completare le operazioni di salvataggio con lo sbarco dei 30 naufraghi nel porto sicuro, come prevede la legge. Nel frattempo, il Viminale annunciava il sequestro dell’imbarcazione, ma Mediterranea Saving humans, tramite Facebook faceva sapere verso le 12 che “non ci hanno notificato nulla. Nessuna irregolarità riscontrata a bordo. Il sequestro è un atto per tentare di fermarci. Ma l’importante per noi è che le persone siano salve, l’unico crimine è far morire la gente in mare o in Libia, come sta accadendo anche ora”.
In seguito, è arrivata la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati dei componenti dell’equipaggio della Mare Jonio, che è considerato un atto dovuto. Secondo Nicola Fratoianni “Salvini ha fatto sequestrare la nave Mare Jonio, di Mediterranea, e lo rivendica sui social. Sciacallaggio, cattivismo di Stato. In un Paese normale chi salva una vita viene ringraziato. Nell’Italia di Salvini invece, viene messo sotto accusa. Stia pure tranquillo il ministro dell’odio che non è finita qui. Non ci fermiamo”. E l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, colui che parlò delle navi ong che salvano come dei “taxi del mare” non vuole essere certo diverso da Salvini ed esprime cosi: “Le decisioni che sono state prese sono come sempre le decisioni di tutto il governo”, aggiunto Di Maio contro la nave Mare Jonio. “La cosa positiva è che questa nave è stata sequestrata un’altra volta e spero che si arrenda e smetta di girare nel Mediterraneo facendo una serie di azioni che evidentemente non vanno”. A Di Maio replica a distanza il medico di Lampedusa Pietro Bartolo che definisce “assurdo” sequestrare la Mare Jonio, attraccata a Lampedusa. “Sequestrare una nave perché ha salvato delle persone, fra cui una bambina di un anno e mezzo, è una cosa veramente assurda”. Anche perché, continua, “se non c’era quella nave probabilmente sarebbero morti, come è già successo”. Bartolo, poi, segnala un altro problema: “Non sappiamo più nulla di quello che succede nel Mediterraneo, non ci sono più navi a salvare. E questo non è nelle nostre corde, non è dell’Italia fare questo”. Detto questo, i migranti “non devono arrivare via mare, quel mare che è anche crudele e che sappiamo quante vite si è portato via, ma attraverso i mezzi e i canali regolari come i corridoi umanitari, come fanno Sant’Egidio, il Papa e la Chiesa Valdese”.
di Beppe Pisa