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Iran minaccia la ripresa dell’arricchimento dell’uranio

Iran minaccia la ripresa dell’arricchimento dell’uranio

K metro 0 – Tehran – L’Iran ha minacciato di ricominciare ad arricchire il proprio uranio se entro 60 giorni non verranno introdotte nuove condizioni favorevoli a Teheran circa l’accordo sul nucleare del 2015. ricomincerà ad arricchire l’uranio, un passaggio fondamentale per la produzione delle armi nucleari. L’ha annunciato in televisione il presidente iraniano, Hassan

K metro 0 – Tehran – L’Iran ha minacciato di ricominciare ad arricchire il proprio uranio se entro 60 giorni non verranno introdotte nuove condizioni favorevoli a Teheran circa l’accordo sul nucleare del 2015. ricomincerà ad arricchire l’uranio, un passaggio fondamentale per la produzione delle armi nucleari. L’ha annunciato in televisione il presidente iraniano, Hassan Rouhani, che aveva promesso che l’accordo avrebbe avvicinato l’Iran all’occidente ma si è ritrovato a fare pressioni sull’Europa per difendersi dalle sanzioni imposte dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha ritirato il Paese dall’accordo giusto un anno fa.

Le minacce di Rouhani mettono in allerta tutto il mondo: non ci si può affidare ancora alle parole dell’Iran sul mantenimento delle promesse dell’accordo. Nel frattempo, la sequela di sanzioni statunitensi sta martellando l’economia iraniana, già in crisi, e ostacolare la vendita del petrolio sul mercato globale sta solamente complicando la situazione, che grava maggiormente sulla popolazione. Rouhani stesso ha paragonato la situazione ad un codice rosso ospedaliero per la Repubblica Islamica, a solo quarant’anni dalla fondazione. “L’accordo sul nucleare necessita di un bravo chirurgo, gli antidolorifici dell’ultimo anno non hanno sortito effetti. Serve operare per salvare l’accordo, non per distruggerlo”, ha dichiarato.

L’Iran ha interrotto la dismissione dell’uranio arricchito e dell’acqua pesante che possiede, come primo step.  Entro due mesi, se non saranno state apportate modifiche all’accordo, Teheran incrementerà l’arricchimento dell’uranio oltre la soglia stabilita del 3,67%, quantitativo che può alimentare una centrale nucleare. Rouhani non ha spiegato nei dettagli quando ancora arricchirà il proprio uranio. Tuttavia, il direttore del programma nucleare ha ribadito la possibilità di arricchire fino al 20% in soli quattro giorni, percentuale che potrebbe permettere a una nazione, secondo gli studiosi, di produrre armi nucleari in metà del tempo. L’Iran ha più volte confermato la natura pacifica del proprio programma nucleare. Ciononostante, sarebbe disposto ad abbandonare l’accordo di non proliferazione nucleare se l’Europa volesse sanzionare il paese al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Della decisione sono stati notificati Regno Unito, Cina, Ue, Francia e Germania, nel corso della mattinata di ieri. Praticamente tutti i firmatari del trattato e Paesi che tutt’ora ne seguono i dettami. “Se le cinque nazioni riescono a portare una negoziazione congiunta e riescono ad aiutare l’Iran a ottenere guadagni nel campo petrolifero e bancario, Teheran tornerà a rispettare l’accordo sul nucleare”, ha concluso Rouhani.

Le prime reazioni provengono dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che ha criticato aspramente l’Iran e il trattato sul nucleare: “Non permetteremo che l’Iran ottenga armi nucleari. Continueremo a combattere contro quelli che vogliono toglierci la vita e affonderemo ancora di piu’ le radici nella nostra terra, che è la nostra casa”. Il segretario di stato USA, Mike Pompeo, a Londra, ha dichiarato che gli Stati Uniti “aspetteranno e osserveranno” le mosse dell’Iran: “Hanno spesso minacciato azioni attraverso dichiarazioni solo per mettere in allerta tutto il mondo”, queste le sue parole.

Gli Stati Uniti si sono ritirati dal trattato sotto il governo Trump, che ne ha spesso contestato i termini: il programma missilistico iraniano doveva essere limitato, assieme all’influenza dell’Iran sulla regione, definita ‘maligna’.Dopo esser usciti dall’accordo, gli Stati Uniti hanno ripristinato le pesanti sanzioni, esacerbando la già preoccupante crisi economica.  L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha verificato costantemente negli anni che venisse rispettato l’accordo ma non ha voluto fornire commenti sulla faccenda.

 

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