K metro 0 – Nicosia – Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa AP, Cipro sta cercando supporto dai membri dell’Unione europea per contrastare la volontà della Turchia di iniziare trivellazioni nelle acque in cui l’isola nel Mediterraneo orientale ha diritti economici esclusivi. Questo quanto riferito da funzionari ciprioti nella giornata di mercoledì. Il presidente di
K metro 0 – Nicosia – Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa AP, Cipro sta cercando supporto dai membri dell’Unione europea per contrastare la volontà della Turchia di iniziare trivellazioni nelle acque in cui l’isola nel Mediterraneo orientale ha diritti economici esclusivi. Questo quanto riferito da funzionari ciprioti nella giornata di mercoledì.
Il presidente di Cipro, Nicos Anastasiades ha dichiarato che esporrà le intenzioni turche ai leader dell’Ue in un summit in Romania. Anastasiades aveva già annunciato in precedenza le manovre della Turchia per quanto riguarda le trivellazioni e le aveva descritte come “una violazione in fragrante dei diritti sovrani di Cipro e della legge internazionale”. Per questo aveva richiesto all’Unione europea e all’Onu l’esclusione della Turchia. Il ministro della Difesa cipriota, Savvas Angelides, ha ribadito che il Paese non verrà trascinato all’interno di una situazione che potrebbe aumentare le tensioni nella regione, visto che la Turchia vuole favorire l’instabilità. Ha poi aggiunto che l’obiettivo è rendere l’Ue cosciente della necessità di un’azione collettiva nei confronti dell’“invasione” delle navi turche. “La nostra calma non dev’essere interpretata come debolezza”, ha riferito Anastasiades alla sua controparte greca, Evangelos Apostolakis.
I funzionari ciprioti hanno anche riferito che gli Stati Uniti, la Russia, la Francia, la Grecia e l’Egitto hanno altresì condannato le azioni della Turchia. Il ministro degli Esteri dell’Unione europea, Federica Mogherini, ha ricordato ad Ankara di rispettare i diritti sovrani di Cipro e ritirare qualsiasi azione che possa portare alla risposta del blocco “in piena solidarietà con Cipro”. Secondo quanto riportato dalle autorità, la trivella turca è ancorata a 64 chilometri di Paphos, sul versante sudoccidentale dell’isola. La speciale imbarcazione è supportata da altre tre navi e da una fregata della marina turca ma le trivellazioni non sono ancora iniziate.
Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, nella giornata di martedì ha dichiarato che il governo sta agendo in accordo con la legge internazionale per difendere i propri diritti e quelli dei secessionisti turco-ciprioti. La Turchia, che non riconosce Cipro come stato, rivendica parte delle zone economiche dell’isola, che rientrerebbero nella propria piattaforma continentale. Cavusoglu ha inoltre annunciato l’invio di una seconda nave-trivella nell’area. “Continueremo ad agire senza esitazione”, ha concluso. Anche il ministro dell’Energia turco, Fatih Dönmez, ha pubblicato un comunicato sulla faccenda nella giornata di martedì. Nella nota si legge come le politiche energetiche del Paese, che conferisce importanza alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico della Turchia e dell’Europa, debbano esser viste come utili da tutti. “Sappiamo che le risorse naturali possono giocare un ruolo importante nel mantenimento della pace e della stabilità. L’energia deve essere una fonte di pace, non di conflitto. La Turchia e la Repubblica turca di Cipro del nord non possono essere escluse dall’equazione energetica nella regione”, ha dichiarato.
La Turchia, potenza garante nell’isola, assieme alla Grecia e al RegnoUnito ha contestato ripetutamente le trivellazioni unilaterali del governo greco-cipriota nel Mediterraneo orientale, evidenziando come anche i turco-ciprioti abbiano il diritto alle risorse dell’area. Compagnie energetiche come la ExxonMobile, la Noble Energy, la Total francese e l’Eni italiana hanno acquisito i diritti di trivellazione a largo della costa meridionale di Cipro. Sorgenti di gas naturale di misura considerevole sono state trovate in tre aree. Il governo cipriota ha avanzato la proposta di condividere equamente i futuri proventi con i turco-ciprioti, se dovesse essere raggiunto un accordo di riunificazione.