K metro 0 – Strasburgo – Il Consiglio d’Europa, organizzazione internazionale a difesa dei la democrazia, i diritti umani, l’identità culturale europea, ha compiuto 70 anni nella giornata di domenica, in un periodo di populismo dilagante e di stallo con la Russia. Crescono i dubbi sul ruolo del Consiglio nel mondo: molti giovani non sono neanche a
K metro 0 – Strasburgo – Il Consiglio d’Europa, organizzazione internazionale a difesa dei la democrazia, i diritti umani, l’identità culturale europea, ha compiuto 70 anni nella giornata di domenica, in un periodo di populismo dilagante e di stallo con la Russia. Crescono i dubbi sul ruolo del Consiglio nel mondo: molti giovani non sono neanche a conoscenza della sua esistenza. Molto spesso, infatti, l’organizzazione è confusa con il Consiglio dell’Ue, ma i membri che ne fanno parte sono molti di più di quelli che abbraccia l’Unione: include Russia, Turchia, Svizzera, Armenia e Azerbaijan. Il leader britannico della Seconda guerra mondiale, Winston Churchill, è stato il primo a suggerire la creazione di un apparato del genere, nel 1942, quando espresse la speranza che “la famiglia europea potesse agire unitamente, sotto un Consiglio d’Europa”. L’istituzione dell’organizzazione è, tuttavia, successiva: maggio 1949 a Londra. Le prime adesioni arrivarono da Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Regno Unito. L’obiettivo? Difendere i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto, attraverso convenzioni e trattati internazionali.
Il segretario generale del CdE, Thorjorn Jagland ha commentato così il 70esimo anniversario: “Il successo maggiore è stato liberare l’Europa dalla pena di morte. Se uno stato membro volesse introdurre la pena di morte, dovrebbe lasciare il Consiglio immediatamente.” ha spiegato Jagland e ha poi concluso: “Tre articoli hanno modellato la nuova Europa civilizzata: no alla pena di morte, no alla tortura, no allo sfruttamento”. La Corte europea dei Diritti dell’uomo, ramo giudiziario del CdE, è sicuramente più conosciuta, celebra anch’esso il suo 60esimo compleanno. Si tratta di un tribunale utile nei casi in cui i soggetti pensino che i loro diritti siano stati violati da uno stato membro. Strasburgo, città francese vicina al confine con la Germania, è stata scelta come sede per il Consiglio, in rappresentanza della riconciliazione del dopoguerra franco-tedesco. La Germania si è unita al CdE solamente nel 1950, ad un anno dalla sua creazione. “Abbiamo costruito una nuova Europa dopo la seconda guerra mondiale, un’Europa civilizzata” ha aggiunto Jagland, che “va oltre la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”. Nella giornata di lunedì, avverrà l’incontro tra il segretario generale del Consiglio d’Europa e il presidente francese, Emmanuel Macron, a Parigi, prima che la Francia assuma la presidenza, che avviene a rotazione, a metà maggio. E non lo farà nel momento migliore, visto che la disputa con la Russia è ancora in corso e potrebbe raggiungere il punto di non ritorno a giugno, con l’elezione del successore di Jagland.
A seguito dell’annessione da parte di Mosca della Crimea nel 2014, l’assemblea parlamentare del Consiglio ha deciso di negare alla Russia il diritto di voto. Di conseguenza, la Russia ha sospeso il pagamento del contributo annuale di 33 milioni di euro nei confronti del CdE, il 7% delle entrate dell’organizzazione e non ha più partecipato alle sessioni comuni dell’assemblea. Il Cremlino ha inoltre intenzione di abbandonare il Consiglio d’Europa se i diritti non dovessero essere ripristinati in tempo per le elezioni del nuovo segretario generale. Jagland ha espresso la propria opinione sulla faccenda: “La conseguenza più immediata sarebbe quella della creazione di una nuova linea divisoria all’interno della popolazione europea”. Una ‘Ruxit’ è quindi possibile. Tuttavia, il segretario generale ha fatto trapelare ottimismo, parlando di un “dialogo positivo” e alimentando le speranze di uscire dalla crisi.