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Inizia oggi il Ramadan, il mese del digiuno, all’insegna dell’amore e del dialogo tra i popoli 

Inizia oggi il Ramadan, il mese del digiuno, all’insegna dell’amore e del dialogo tra i popoli 

K metro 0 – Bruxelles – È tempo di digiuno per i circa 44 milioni di cittadini musulmani in Europa, dei quali oltre 2 milioni di musulmani nel nostro Paese. Il Ramadan rappresenta il nono mese del calendario islamico, calcolato in base alle fasi lunari, ed è il periodo in cui, secondo la religione dell’Islam,

K metro 0 – Bruxelles – È tempo di digiuno per i circa 44 milioni di cittadini musulmani in Europa, dei quali oltre 2 milioni di musulmani nel nostro Paese. Il Ramadan rappresenta il nono mese del calendario islamico, calcolato in base alle fasi lunari, ed è il periodo in cui, secondo la religione dell’Islam, ogni musulmano è tenuto a compiere un digiuno quotidiano, il cosiddetto “Sawm”. Il mese di Ramadan dura 29 o 30 giorni in base all’osservazione della luna crescente e il digiuno, diurno, inizia oggi al tramonto e viene osservato lungo tutto l’arco della giornata, dall’alba al tramonto per un mese intero.

Le organizzazioni rappresentative del mondo islamico impegnate nel dialogo inter-religioso danno spazio alle Comunità musulmane come la Muslim World League: il segretario al Issa ha detto al periodico “Kalima” “Faccio i miei migliori auguri alle comunità musulmane in tutto il mondo, in particolare a quelle nel continente europeo, ricordando che la preghiera e il digiuno sono pilastri che migliorano il carattere dell’uomo e ogni musulmano, con la pratica del culto e col buon comportamento è un “Costruttore di ponti”.

Indicativo, da parte del mondo cristiano l’augurio di mons. Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione Cei per il dialogo, alle comunità musulmane, in un’intervista rilasciata all’AGENSIR: “Spero che sia un’occasione perché davanti a Dio si riscoprano le ragioni della pace per tutti, indistintamente”.

Ebbene oggi, nel 2019, a trent’anni e più dall’ingresso dell’Italia nel novero dei Paesi d’immigrazione – ha scritto tempo fa la rivista “Il mulino” – in molte città i musulmani non possono ancora disporre di un luogo di culto legale e dignitoso, con la conseguenza che gran parte dei momenti di preghiera si tengono in luoghi inidonei, semi-clandestini, provvisori…Si stima che siano circa 900 in Italia le sale di preghiera, solo in parte legalmente autorizzate. Secondo l’Ucoii, una delle associazioni che cercano di organizzare una presenza islamica diffusa sul territorio, non sono più di venti i grandi Comuni che hanno istituito aree cimiteriali riservate ai musulmani. Nel 2017, dopo lunghe e complesse trattative, il governo italiano dell’epoca era riuscito a raggiungere un’intesa con le principali associazioni rappresentative dei musulmani del nostro Paese, avviando la costruzione di un «islam italiano», con una serie di proposte tra cui la formazione di guide religiose, preparate in Italia in tema sia di religione che di princìpi dell’ordinamento costituzionale italiano, volte a promuovere il dialogo e «la piena attuazione dei princìpi civili di convivenza, laicità dello Stato, legalità, parità dei diritti tra uomo e donna».

In luoghi non meno importanti come le carceri, dove si denunciano anche processi di radicalizzazione religiosa, imam preparati e convinti fautori del dialogo interreligioso sarebbero – e in parte già sono – una risorsa preziosa per il Paese.

Ma cosa prevede, in pratica, l’osservazione del digiuno durante il mese di Ramadan?

Per tutto il mese i fedeli devono astenersi dal mangiare, bere e avere rapporti intimi tra l’alba e il tramonto e celebrano attraverso il culto e il comportamento la rivelazione del Corano da parte di Dio al Profeta Mohammad. Nel mese del Ramadan (in cui si narra che il Profeta consumava solo un bicchiere di latte di capra e sei datteri al giorno) si prevede che siano esentati dal digiuno i bambini, i malati, le donne incinte e coloro che devono intraprendere lunghi viaggi. Prima di ritirarsi per la notte i fedeli sono chiamati a speciali preghiere comunitarie in cui si recitano lunghi passi del Corano. Durante questo mese, essi oltre alle consuete cinque preghiere giornaliere partecipano ad una preghiera volontaria chiamata il Taraweeh, la preghiera notturna.

Il digiuno nel periodo del nono mese costituisce il quarto dei Cinque pilastri dell’Islam: oltre alla professione di fede, la preghiera, l’elemosina legale e il pellegrinaggio alla città di Makkah.

Naturalmente, se una persona non è in grado di digiunare può decidere se recuperare i digiuni durante l’anno, prima dell’arrivo del successivo mese di Ramadan, e comunque prima possibile, o se donare un pasto completo a un povero per ogni giorno di digiuno che salta.

Dopo l’ultimo giorno di digiuno, alla fine del mese, si festeggia. La festa che cade alla fine del Ramadan si chiama Eid ul Fitr. I festeggiamenti cominciano con il sorgere della luna nuova. Durante l’Eid, i musulmani indossano i loro vestiti migliori, partecipano a celebrazioni religiose e preghiere, si scambiano regali, passano più tempo con la loro famiglia, e si augurano a vicenda Eid mubarak, ovvero “buon Eid“. La maggior parte dei fedeli, prima della festa, compie un dono ai poveri, che può consistere anche in soldi, per consentire loro di partecipare alla ugualmente ai festeggiamenti; come un pari diritto di ciascun membro della comunità.

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