K metro 0 – Parigi – I presidenti di Francia e Italia, nella giornata di giovedì, hanno depositato una corona di fiori sulla tomba di Leonardo da Vinci, morto nella città francese di Amboise, 500 anni fa. Emmanuel Macron e Sergio Mattarella hanno voluto mostrare il proprio attaccamento al sito culturale che unisce le due
K metro 0 – Parigi – I presidenti di Francia e Italia, nella giornata di giovedì, hanno depositato una corona di fiori sulla tomba di Leonardo da Vinci, morto nella città francese di Amboise, 500 anni fa. Emmanuel Macron e Sergio Mattarella hanno voluto mostrare il proprio attaccamento al sito culturale che unisce le due nazioni. La Gioconda di Leonardo è considerato da molti il dipinto più famoso, più visitato e di maggior valore al mondo.
Nel 1516, Leonardo a 64 anni ha accettato l’invito da parte del re francese, Francesco I ad Amboise, nel cuore della Francia, nel castello di Clos Luce. Morì il 2 magggio del 1519 e il suo corpo fu sepolto quattro giorni dopo nella cappelletta del castello, come voluto proprio dal grande e poliedrico artista. Tuttavia, nel 1811 le spoglie sono scomparse, quando il monumento in sua memoria venne distrutto dal nuovo proprietario del castello. La salma venne poi rinvenuta e identificata nel 1863 durante uno scavo archeologico e venne riposizionata nel vicino castello di Amboise, nella cappella di Saint Hubert, che Macron e Mattarella hanno visitato giovedì. I due capi di stato si sono poi diretti al castello di Clos Luce per pranzo e si sono spostati nel vicino Chateau de Chambord, le cui scale a chiocciola sono state ispirate dai lavori di Leonardo. Queste le parole di Macron: “Sono molto contento di ricevere il presidente Mattarella – continua – ed onorare con lui la memoria di Leonardo da Vinci, questo legame che coloro che hanno saputo inventare, fare e dirigere hanno creato fra i nostri due Paesi nel Rinascimento. È stata un’epoca estremamente forte per l’amicizia fra Italia e Francia, in cui un genio è venuto a finire i suoi giorni in Francia su invito di un giovane re francese. Da Carlo VIII a Luigi XIII tutti sono stati affascinati dall’Italia. Il meglio dei nostri due Paesi, quello che hanno saputo mettere insieme, è l’intelligenza”.
Uno dei suoi maggiori capolavori, la Gioconda, è avvolto da un velo di mistero circa il suo percorso dopo la sua morte. Leonardo teneva molto al dipinto, tanto da non averlo mai consegnato alla persona che lo aveva commissionato. Nonostante non vi siano tracce scritte del suo viaggio in Francia, è possibile che abbia trasportato l’opera in una sacca di pelle dopo aver lasciato Roma. Leonardo ha impiegato due mesi per attraversare le Alpi e arrivare ad Amboise. Il museo del Louvre ha più volte sottolineato come dopo la morte dell’artista, il dipinto passo in mano di re Francesco I nel 1518. Nel XVII secolo la presenza della Gioconda è attestata al castello di Fontainebleau, a sud di Parigi, prima che Luigi XIV la facesse portare alla reggia di Versailles. Venne mostrata al pubblico, per la prima volta, solamente nel 1798 al Louvre.
Il ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, ha accennato, scherzosamente, al fatto di riportare la Gioconda in Italia, riprendendo la bagarre andata in scena dopo la vittoria ai Mondiali del 2006 da parte della nazionale italiana (che ha sconfitto in finale la Francia). Lo ha fatto durante una conferenza a Roma, nella quale sono stati annunciati una serie di eventi celebrativi per il 500esimo anniversario dalla morte di Leonardo. Stiamo lavorando con l’ambasciatore francese per riprenderci la Gioconda “, ha dichiarato il leader della Lega. Ma non si tratta della prima volta. Salvini, infatti, si era già lasciato andare a battute del genere anche durante un incontro a Parigi con la leader di estrema destra francese Marine Le Pen. Ecco cosa ha detto in quell’occasione: “Ora vado a prendere la Gioconda e la porto a Milano, così ristabiliamo l’ordine. Nessuno se ne accorgerà durante la pausa pranzo. Faremo un blitz, la carichiamo sull’aereo ed ecco fatto!”. Il ministro dell’Interno italiano si è più volte scontrato con la Francia riguardo il tema dei migranti e sull’annosa questione del ‘terrorismo domestico’: “Non abbiamo bisogno di altre crisi internazionali “”, ha detto durante la conferenza stampa del 13 marzo.