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Aziende ucraine e turche, accordo per la fornitura reciproca di attrezzature militari

Aziende ucraine e turche, accordo per la fornitura reciproca di attrezzature militari

K metro 0 – Istanbul – Nel corso del 14mo International Defence Industry Fair, evento organizzato dal 30 aprile al 3 maggio a Istanbul, e aperto dal primo ministro turco Binali Yıldırım, l’azienda ucraina Spetstechnoexport, interamente gestita dallo Stato e specializzata nell’importazione/esportazione di armi, prodotti e tecnologie militari, ha siglato un contratto per la fornitura

K metro 0 – Istanbul – Nel corso del 14mo International Defence Industry Fair, evento organizzato dal 30 aprile al 3 maggio a Istanbul, e aperto dal primo ministro turco Binali Yıldırım, l’azienda ucraina Spetstechnoexport, interamente gestita dallo Stato e specializzata nell’importazione/esportazione di armi, prodotti e tecnologie militari, ha siglato un contratto per la fornitura di missili laser anticarro “Konus” con la società statale turca Makina ve Kimya Endüstrisi Kurumu.

Già a gennaio di quest’anno un’altra azienda turca, la Baykar Makina, sottoscrisse con l’Ucraina un contratto da 69 milioni di dollari per la fornitura di droni “Bayraktar TB2”, e relative munizioni, identici a quelli impegati ai confini tra Turchia, Iraq e Siria. Un acquisto talmente importante per l’Ucraina da essere pubblicizzato sui social network anche dallo stesso Petro Oleksijovyč Porošenko.

Secondo quanto riporta la stampa specializzata, i missili Konus, sviluppati e prodotti dall’azienda di ricerche tecnologiche militari State Kyiv Design Bureau LUCH, hanno un calibro standard NATO da 120 mm, leggermente diverso dal 125 mm solitamente prodotto in Ucraina. Sono in grado di perforare un’armatura di 80 cm e di colpire un bersaglio a 5 km di distanza, una gittata molto superiore a quella delle munizioni dello stesso tipo.

“Durante la prima fase dell’implementazione del contratto, è previsto il rifornimento di missili Konus e di sistemi di guida da 120 mm laser comandati, per la loro integrazione nei principali carri armati turchi, ci sarà poi un parziale trasferimento di tecnologia in cui i missili saranno prodotti dalla MKEK”, ha riferito un portavoce di Spetstechnoexport, azienda che tra l’altro fa parte del colosso ucraino di produzioni militari UkrOboronProm.

Il contratto tra queste aziende, che sarà firmato entro poche settimane, consentirà inoltre l’inserimento di altri mezzi di difesa ucraini in ulteriori armamenti da 120 mm, utilizzati in altri paesi del Medioriente e del sud-est asiatico. L’azienda UkrOboronProm sostiene infatti che l’accordo è anche un’opportunità per le imprese ucraine di produrre hardware militare di alta precisione per le forze armate turche e un’occasione per aumentare la presenza della produzione militare ucraina nei mercati mediorientali.

La prima fase di questo contratto prevede che i missili vengano prodotti nelle sedi della State Kyiv Design Bureau LUCH a Kiev, e poi consegnati alla Turchia insieme ai dispositivi guida adatti. Solo in una seconda fase, dopo “…un parziale trasferimento delle tecnologie”, i missili saranno prodotti direttamente nelle sedi della Makina ve Kimya Endüstrisi Kurumu.

Il governo turco da parte sua ha firmato anche un accordo con SpetsTechnoExport, per fornire all’esercito ucraino l’hardware militare prodotto dalla Turchia. Vladyslav Belbas, direttore di SpetsTechnoExport, ha sottolineato che questo accordo include anche meccanismi termici per i sistemi missilistici anticarro e attrezzature radio militari UHF protette, in verità già fornite all’Ucraina fin dal 2017 e prodotte dalla compagnia turca Aselsan; che andranno a rifornire gli equipaggiamenti delle Forze armate ucraine.

Investimenti, questi dei rifornimenti militari, molto importanti per entrambi i paesi: 19 miliardi di dollari per la Turchia e 4,8 per l’Ucraina, secondo i dati riportati da SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute).

La Turchia in particolare nel corso degli ultimi anni ha ridotto la sua dipendenza dai paesi esteri nel settore della difesa dall’80% al 35%, esportando invece circa 2 miliardi di dollari di materiali militari. Con gli accordi di quest’anno, inclusi quelli siglati nel corso dell’International Defence Industry Fair, la Turchia punta a un’esportazione di 2,5 miliardi di dollari, principalmente nei settori di missilistica e mezzi terrestri.

L’importanza di questo International Defence Industry Fair è stata sottolineata anche da Elisabetta Trenta: “…appena atterrata ad Istanbul per partecipare alla Fiera internazionale dell’industria della Difesa, dove andrò a stringere la mano alle imprese italiane, portando loro tutto il mio supporto e quello del governo” ha infatti scritto su Facebook il ministro della Difesa “Bisogna premere sull’acceleratore e ripartire, puntare sulle eccellenze della nostra industria e sul made in Italy, garanzia di sviluppo e innovazione e bisogna farlo con un riferimento sempre molto chiaro verso il nostro Paese”.

 

di Emiliano Federico Caruso

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